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News su Napoli-Real Madrid, ottavi di Champions

Napoli, non è finita: al San Paolo si può fare

Sarri esce battuto dal confronto con Zidane, ma la sua squadra a tratti ha dimostrato di poter far male all’avversario. Il risultato finale è figlio della grande pressione dei “Blancos” e dei molti errori in mezzo al campo di Hamsik e compagni. Nonostante tutto, c’è ancora vita per questo Napoli.
A cura di Alberto Pucci
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L'illusione è dolce per sua natura e per dieci lunghi minuti qualcuno ci aveva pure creduto. Il lampo accecante di Insigne, partito da una distanza di 35 metri da un Keylor Navas rintronato, aveva autorizzato tutti a credere in un'impresa. Purtroppo per Sarri e per i tifosi italiani (tutti: napoletani e non), Benzema e soci hanno rimesso la partita sui binari del pronostico iniziale. Il Napoli ha perso, ma lo ha fatto a testa alta. Con i suoi pregi e i suoi difetti. Cercando di resistere con orgoglio ai più forti e provando anche a punzecchiare la difesa di Zidane. Tutto ciò non è servito e probabilmente non servirà neanche per il ritorno del San Paolo: match che i "Sarri's boys" dovranno interpretare con ben altro furore agonistico, aggredendo il Real Madrid in ogni angolo del terreno di casa e fino al triplice fischio finale. Comunque vada sarà un successo, si è detto prima della sfida del "Bernabeu". Tutto vero, ma sarebbe un peccato non giocarsela fino in fondo. Il Real in difesa non è insuperabile, e con il rientro di Milik, la "cazzimma" necessaria e l'urlo di Fuorigrotta anche i campioni d'Europa potrebbero tremare.

Insigne: un arcobaleno nella notte di Madrid

Nella prima parte di gara, nonostante la magia iniziale di Lorenzo Insigne (favorita dall'errore di Keylor Navas), il Napoli ha spesso sofferto in mezzo al campo. Nella zona nevralgica del gioco, il Real Madrid ha infatti portato un pressing asfissiante su ogni portatore di palla partenopeo e mandato spesso in affanno l'undici partenopeo. L'obiettivo iniziale di Sarri è stato quello di mettere in campo una squadra corta, compatta e pronta a ripartire. Una strategia che ha pagato solo in poche situazioni (sfruttate male da Insigne e compagni) e che è spesso è andata in fumo davanti al forcing dell'avversario. Lento a ripartire, in difficoltà nel fraseggio e con qualche errore di troppo nel possesso palla, il Napoli è andato in apnea soprattutto nei due di centrocampo (Diawara e Zielinski) e nel pacchetto difensivo che ha retto fino alla zuccata vincente di Benzema.

La classe di Modric e di Cristiano Ronaldo

Spinto dal pubblico di casa, il Real Madrid ha trovato subito il gol del 2-1 con Kroos e quello del doppio sorpasso con una perla di Casemiro. Una doccia fredda per i partenopei, che avevano anche iniziato la ripresa con personalità e cercando di fare la partita. Gli errori, però, sono stati fatali per il Napoli. Troppi i palloni persi davanti alla propria area di rigore, così come ha continuato ad essere lenta la manovra napoletana in fase di ripartenza. Davanti ad un Modric monumentale e a un Cristiano Ronaldo in serata di grazia, il Napoli ha reagito più con l'orgoglio che con la lucidità necessaria e lasciato ampi spazi agli avanti delle "merengues". Nella difficoltà generale, i partenopei sono stati comunque capaci di costruire due palle gol sprecate da Mertens: errori sottoporta che, nel ritorno del San Paolo, non saranno ammessi.

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