Napoli macchina da gol, messaggio a Juve e Inter
Il ritorno al San Paolo di mister Baroni, quello che per tutti i tifosi napoletani è stato il marcatore che consegnò il secondo scudetto della storia ai partenopei di Maradona, non è stato di certo piacevole. Dopo 32’ minuti di gioco, infatti, il suo Benevento era già sotto sul 4-0 con un primo tempo, da parte degli azzurri, di grande, grandissimo livello.
Una prima frazione di gioco che arriva dopo l’inatteso stop europeo contro lo Shakhtar Donetsk e due primi 45’, con Atalanta e Bologna, non di certo al top. Tre punti preziosi per la banda Sarri che scacciano i fantasmi di Champions con la quarta vittoria in quattro partite che significa primato a quota 12 punti in coabitazione con Juventus e Inter ma, soprattutto, ben 15 reti in 360 minuti di gioco (1 gol ogni 24 minuti).
Pressing alto, ma il Napoli è letale
Mister Baroni per questo primo derby campano della storia fra Benevento e Napoli in Serie A aveva progettato un canovaccio tattico diverso con pressione alta, aggressività ed una squadra il più possibile corta. Purtroppo per lui e le sue strategie della vigilia, gli azzurri leggono bene le intenzioni dei sanniti superando la prima linea di pressing e trovando subito, col brasiliano Allan la rete dell'1-0.
Una rete come grimaldello che ha scompaginato tutte le certezze dei giallorossi, che pure avevano schierato un 4-4-2 conservativo al massimo, in preda, per il resto del match, alla voglia ma anche al gioco e alla classe dei calciatori napoletani. Il tutto, con un passivo pesante che non aiuta di certo il Benevento in vista della prossima sfida interna contro un altro osso duro: la Roma di Di Francesco.
Primo Tempo in controtendenza, pratica chiusa in 30’
In queste prime gare di campionato, trasferta di Verona a parte, gli azzurri non sempre avevano dato il meglio nel primo tempo. Basti pensare, infatti, che sui 9 gol messi a referto nelle tre gare fin qui disputate ben 8 erano arrivati nella ripresa. Una tendenza che si era ripetuta anche mercoledì scorso al Metalist Stadium con lo Shakhtar che aveva concluso la prima frazione di gioco sullo 0-1 e la rete azzurra arrivata solo al 71′. Così, mister Sarri pur con poco tempo a disposizione ha di sicuro lavorato sull'approccio alla partita dei suoi con l'intenzione di mettere subito sotto gli avversari. Detto, fatto col Napoli in vantaggio già al 2′ con Allan e a idealmente chiudere la contesa al 32′ con la rete di Callejon. Quattro gol sui 15 totali che non solo mettono Ko il Benevento, vittima sacrificale di quest'oggi nel tempio del San Paolo, ma rimpinguano anche il bottino dei parziali di tempo con, ora, un fatturato salito a 5 reti nei primi 45′ di gioco.
Solito canovaccio, i ricami arrivano da sinistra
Il Napoli, come di consueto, ha fatto la differenza con la sua estrema qualità ed un gioco del tutto asimmetrico. E sì perché i partenopei ormai ci hanno abituato ad un netto disequilibrio in fase d'attacco fra la corsia mancina e quella di destra con la prima nettamente preferita e quindi più battuta rispetto alla seconda. Una strategia nota e arcinota ma che pure diventa sempre più difficile da arginare con, nell'occasione, Lombardi e Venuti (poi Letizia dopo l'infortunio di Antei) incapaci di operare le giuste contromisure. E così, Hamsik, Insigne e Ghoulam fanno quello che vogliono: scambiano stretti, si sovrappongono, lanciano in mezzo, fraseggiano e trovano gol e assist. Sui primi quattro gol, infatti, ben 3 arrivano da quella precisa posizione di campo col terzino algerino a quota 2 assist vincenti (per Insigne e Callejon) ed il numero #24 con una rete, bellissima sul secondo palo di Belec, ed un assist con solita traiettoria arcuata per Mertens. Uno score complessivo straordinario che, ancora una volta, manifesta il gioco azzurro: la fascia destra contiene e, a tratti, finalizza, quella mancina domina, costruisce e garantisce spettacolo.
Insigne, Mertens e Callejon: tridentazo al top
Pretoriani, titolarissimi, uomini di fiducia di Sarri, Mertens, Callejon e Insigne con la loro qualità, le loro giocate ma anche la loro ormai consolidata intesa hanno messo in ginocchio, fra le tante vittime, anche un Benevento, quest'oggi, parso fin troppo piccolo. Col supporto dell'intera squadra, infatti, il tridentazo smart, quello che segna, combatte, rincorre gli avversari e fa divertire, ha sciorinato un'altra grossa prestazione con tutte e 6 le reti derivanti dai loro guizzi e dai loro piedi fatati. Triplo Mertens, doppio Callejon e la perla di Insigne come messaggio per le troppe polemiche piovute all'indirizzo degli azzurri dopo la sconfitta europea e per l'intero torneo: l'attacco partenopeo è al top.
Allan, uomo equilibrio
Fra i calciatori che hanno dato una grossa mano a questo Napoli troviamo il brasiliano Allan e non solo per la decisiva rete dell'1-0 che ha sbloccato e messo in discesa la gara ma per l'equilibrio generale garantito al centrocampo ed alla squadra. Un equilibrio che forse sarebbe servito ancora di più mercoledì sera quando gli ucraini dello Shakhtar contro un Zielinski meno interditore avevano banchettato nella metà campo avversaria. Un uomo di sostanza ma anche di grande qualità che è diventato ormai, specie nelle gare top, imprescindibile.
Tabellino e voti:
Napoli (4-3-3) Reina 6; Hysaj 6.5, Albiol 6, Koulibaly 6.5, Ghoulam 7; Allan 7 (Dal 74′ Rog s.v.), Jorginho 6.5, Hasmik 6; Insigne 7 (Dal 58′ Giaccherini 6), Mertens 8, Callejon 7 (Dal 66′ Ounas 6.5);
A disposizione: Sepe, Rafael; Chiriches, Maksimovic, Mario Rui, Maggio; Diawara, Rog, Zielinski, Giaccherini; Milik, Ounas. All. Maurizio Sarri 7
Benevento (4-4-2) Belec 5; Venuti 5, Lucioni 5, Antei 5 (Dal 32′ Letizia 5.5), Di Chiara 5; Lombardi 4.5 (Dal 77′ Parigini s.v.), Viola 5, Chibsah 5, Lazaar 5; Coda 5.5, Armenteros 5 (Dal 55′ Cataldi 5).
A disposizione: Brignoli; Gyamfi, Gravillon; Parigini, Cataldi, Memushaj, Letizia; del Pinto, Kanoute, Puscas, Brignola. All. Marco Baroni 5