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Napoli-Inter, Thohir tuona: “Il rigore? Ha ammazzato la partita” (VIDEO)

Il presidente nerazzurro, sbarcato a Roma, ha assitito al match in tv. Con il derby e un mercato alle porte, adesso è arrivato il momento delle decisioni. Al di là di Tagliavento.
A cura di Alessio Pediglieri
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Dopo tre pareggi consecutivi e la sconfitta di Napoli, l'Inter di Mazzarri ha mostrato il suo lato oscuro: quello di non sapere più vincere. O meglio, di non riuscire più a vincere da quando Erick Thohir si è insediato in soicetà lo scorso 15 novembre. Una ‘maledizione' che al San Paolo ha vissuto il suo momento più buio, se non per il gioco espresso (Mazzarri ha difeso la squadra e attaccato Tagliavento) visto che la "peggior partita dell'anno" è stata già disputata a San Siro nel pareggio con la Sampdoria, sicuramente per il risultato finale un 4-2 che fa acqua da tutte le parti, soprattutto in difesa. E i numeri costringono l'ambiente nerazzurro a far immediato mea culpa visto che dopo 16 giornate la situazione è ancor peggiore rispetto all'anno passato, nella disastrosa gestione Stramaccioni, quando l'Inter aveva sei punti in più in classifica rispetto ad ora.

Tagliavento versione ‘killer' – Se oltre ai numeri negativi si ci aggiungono anche delle decisioni arbitrali che non piacciono, il quadro si chiude senza alcun problema. Ed Erick Thohir si è sentito diretta parte in causa quando a metà della ripresa l'arbitro Paolo Tagliavento ha estratto il secondo giallo ed espulso Alvarez per un tocco di mano volontario che ha costretto i nerazzuri a giocarsi in 10 e sotto di un gol gli ultimi 20 minuti di gara: "L'arbitro decidendo l'espulsione di Alvarez ha ucciso la partita" avrebbe commentato il presidente in tempo quasi reale "Comunque complimenti e onore al Napoli che ha vinto" avrebbe poi concluso a denti stretti, senza quel classico sorriso con cui ha accompagnato le sortite italiane.

L'obiettivo fallito – Erick Thohir era già arrivato in Italia quando ieri l'Inter ha subito l'umiliazione del San Paolo. Più precisamente era a Roma, sbarcato in tardo pomeriggio con la famiglia al seguito e in Capitale aveva assistito alla gara contro il Napoli. Forse divertente, a tratti spettacolare, certamente insoddisfacente e non solo per l'arbitro. Una squadra che ha dimostrato ancora una volta di essere arrivata alla pausa natalizia con le pile scariche e di non essere competitiva con il traguardo minimo richiesto: il terzo posto. Dopo aver fallito due match-ball per avvicinarsi prepotentemente al terzo posto e al Napoli, proprio con i partenopei ha subito la sconfitta che più brucia nello scontro diretto, scivolando al quinto posto superata anche dalla fiorente Fiorentina del solito Pepito Rossi. Così, mentre Moratti nei giorni scorsi aveva dichiarato di non preoccuparsi del momento negativo della squadra, essendoci abituato e indicando nei trapassi societari più di un motivo di scombussolamento, per Thohir non ci può essere lo stesso atteggiamento.

Il tempo delle decisioni – Aveva dato 15 giorni ai dirigenti e collaboratori perchè portassero risultati concreti; è già tornato in Italia due volte e sempre più parlando di mercato e sempre meno di progetti squisitamente finanziari; ha già elogiato gruppo e tecnico in maniera ufficiale e assistito alla sua prima gara da presidente a San Siro. Insomma, il dado è stato tratto e adesso è arrivato il momento delle decisioni. Alle porte c'è un derby da ‘disperati' tra le due milanesi ai bordi del calcio che conta e un mercato di gennaio che dev'essere assolutamente operativo e produttivo. Poco conta che si debba vendere prima di acquistare per il bene del bilancio: questa squadra ha bisogno di un attaccante di ruolo e di un difensore di fascia come il pane. Il resto sono parole.

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