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Napoli Campione d’Inverno 2015/2016

Il Napoli vince 5-1 a Frosinone e dopo ventisei anni è Campione d’Inverno. Gli azzurri hanno due punti di vantaggio sull’Inter di Mancini.
A cura di Alessio Morra
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Il Napoli passeggia a Frosinone e dopo ventisei anni torna a essere Campione d’Inverno. I partenopei al ‘Matusa’ hanno rapidamente incanalato su binari favorevoli la partita – Albiol e Higuain hanno segnato nella prima mezz’ora – prima di chiuderla nel primo quarto d’ora della ripresa – a segno Hamsik e ancora Higuain – poi c’è stato anche il bellissimo gol del rientrante Gabbiadini. Sarri, che oggi festeggia il compleanno, si riprende il primo posto dopo un mesetto e chiude un girone d’andata incredibile. Il Napoli infatti dopo aver ottenuto due punti nelle prime tre partite, ne ha vinte dodici delle successive sedici (poi tre pari e una sconfitta a Bologna). Il Napoli conquista il titolo d’Inverno per la quarta volta nella sua storia – nelle precedenti tre in squadra c’era Maradona. Adesso il simbolo è Higuain, che chiude il girone d’andata con 18 gol in 19 partite, nessuno nei cinque principali campionati europei ha realizzato più gol del Pipita. Proprio Albiol, a segno dopo due anni, però pure può avere un posto in copertina. Perché sette mesi fa sembrava uno dei peggiori difensori della Serie A, e invece adesso con Koulibaly forma una delle migliori coppie di centrali del campionato. Il Napoli inoltre per la terza volta ha vinto a Frosinone, il primo successo è datato 18 dicembre 2005. Gli azzurri quel giorno vinsero e iniziarono la fuga, era però il campionato di Serie C. Adesso dopo praticamente dieci anni i partenopei vincono a Frosinone e si prendono il primato alla fine del girone d’andata della Serie A 2015/2016.

L'Inter incespica in casa – Le nove vittorie ottenute per 1-0 avevano portato Mancini al comando della Serie A, ma l’Inter perdendo le ultime due partite casalinghe a San Siro ha vanificato parte dell’ottimo lavoro svolto. Curiosamente sia la sconfitta con la Lazio sia quella con il Sassuolo sono arrivate nel finale, con un rigore che ha deciso entrambe le partite. Il ko con gli emiliani fa molto male ai nerazzurri che hanno sicuramente perso delle certezze. Mancini può consolarsi con il primato di punti esterni, però se la Juve vincerà con la Sampdoria i nerazzurri in poche ore passeranno dal primo al terzo posto. E il rigore trasformato da Berardi, pesante già di per sé, si trasformerebbe quasi in un macigno.

Fiorentina incompiuta – Il girone d’andata i viola lo chiudono con 38 punti, probabilmente all’inizio della stagione Paulo Sousa e i Della Valle avrebbero messo la firma per una media punti da qualificazione alla Champions League. Ma la sconfitta subita con la Lazio ha evidenziato alcune lacune della squadra di Sousa, che non hanno mostrato quel carattere che spesso è mancato anche quando c’era Montella e che soprattutto senza l’estro di Ilicic non riesce più a far segnare Kalinic, autore di tre gol negli ultimi due mesi. E la difesa, un punto di forza all’inizio del campionato, è diventa l’anello debole di questa squadra che comunque resta in una posizione di classifica splendida.

La Juventus corre – In gran carriera i bianconeri si sono riportati nei piani alti, luoghi che Buffon e compagni conoscono benissimo. Le otto vittorie consecutive hanno riportato Allegri al quarto posto. Se stasera Dybala ancora una volta trascinerà i suoi alla vittoria, cosa tutt’altro che scontata con la Sampdoria – considerati i precedenti di Allegri con Montella – la Juventus scavalcherebbe la Fiorentina e aggancerebbe al secondo posto l’Inter, che dopo sei giornate aveva la bellezza di 10 punti di vantaggio sui Campioni d’Italia.

I patemi della Roma – Una sola vittoria negli ultimi due mesi e Garcia eternamente in bilico. Eppure la Roma è, numeri alla mano, ancora in corsa almeno per il terzo posto. Come lo scorso anno i giallorossi non vincono, ma non perdono nemmeno e tutti questi pareggi (quattro nelle ultime cinque partite) tengono a galla Pjanic e compagni che già dalla prossima settimana proveranno a risalire la china, magari con i gol di Salah e Dzeko, i due attaccanti che dovevano far effettuare il salto di qualità alla Roma e che invece in due hanno realizzato otto gol.

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