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Nainggolan attacca: “Via dalla Roma per colpa di qualcuno che non è più lì”

Il centrocampista belga, dopo il ritorno a Cagliari, è tornato a parlare del suo addio alla Capitale: “Mi sono separato dalla Roma, è stato un colpo molto duro per me. Anche lì sicuramente qualche colpa ce l’avevo, ma è stata più una scelta di una persona che poi alla fine, è andato via pure lui”.
A cura di Alberto Pucci
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Radja Nainggolan è tornato a Cagliari. Ma è anche tornato a parlare e a lanciare accuse contro chi lo ha allontanato da Roma. Dopo la separazione al veleno con l'Inter ("Cosa è successo? Starò sul cazzo a qualcuno, che ne so…"), il centrocampista belga ha riavvolto il nastro fino all'estate di due ani fa quando lasciò i giallorossi proprio per traslocare a Milano. "Mi sono separato dalla Roma, è stato un colpo molto duro per me. Anche lì sicuramente qualche colpa ce l'avevo, ma è stata più una scelta di una persona che poi alla fine, è andato via pure lui".

Nella lunga intervista concessa a Sky, Radja Nainggolan ha dunque chiamato in causa quel "mister X" (Monchi?) che ha fatto di tutto per farlo partire: "Magari potevo anche rimanere – ha aggiunto il giocatore del Cagliari – Sono scelte che devi prendere in quei momenti lì che poi diventano un rammarico inutile. Sono contento della mia carriera finora e spero di togliermi ancora tante soddisfazioni perché ho ancora tanta voglia".

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La guerra con Monchi

Non è la prima volta che il "Ninja" prende di mira l'ex dirigente spagnolo della Roma. Lo fece anche nel marzo scorso, quando al portale belga "hln.be" parlò addirittura di una guerra mondiale: "Fossi rimasto alla Roma si sarebbe potuta scatenare una guerra mondiale – spiegò Nainggolan – Ho avuto un battibecco con il direttore sportivo Monchi, non si è comportato in modo professionale nei miei confronti. Se in estate mi avesse detto : ‘Ti vogliamo cedere’ io l’avrei accettato. Invece non ha fatto così, e nel frattempo ha mandato alcuni intermediari in Turchia per cedermi a mia insaputa. A quel punto ho capito che il mio tempo a Roma era finito, o lui o me. Perché io sono un tipo schietto e sincero e se fossi rimasto a Roma dopo quello che mi ha fatto avrei potuto scatenare ogni giorno una guerra".

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