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Nainggolan: “A Roma sono stato da Dio, ora voglio la Champions con l’Inter”

Il Ninja ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato del suo arrivo in Italia, lo prese il Piacenza, degli anni con il Cagliari: “Ogni sfida era una battaglia”, della Roma, del rapporto con Spalletti, che lo ha voluto fortemente, e dell’Inter: “Siamo una squadra forte, il gruppo è unito, vogliamo andare in Champions”.
A cura di Alessio Morra
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Radja Nainggolan è uno dei giocatori più discussi della Serie A. L'Inter lo ha preso perché sperava, grazie al belga, di fare il salto di qualità. Non è successo, tanti infortuni hanno frenato il centrocampista che tra qualche settimana compirà trent'anni. Il Ninja non vede tutto nero, l'Inter è uscita sì dalla Champions, ma comunque resta terza in classifica e ha la chance di conquistare la qualificazione alla prossima Champions League. La grande pecca della squadra nerazzurra è stata la mancanza di continuità:

L'Inter di quest'anno è una squadra forte, un gruppo sano e unito. L'unica cosa che ci è mancata è stata la continuità nei risultati ma vogliamo centrare la qualificazione per la Champions dell'anno prossimo.

Nell'intervista rilasciata al canale Youtube della Lega di Serie A, il Ninja ha parlato anche del suo rapporto con Luciano Spalletti che dopo averlo avuto per un anno e mezzo alla Roma lo ha fortissimamente voluto. Per il tecnico sono solo elogi:

Il rapporto con l'allenatore è sempre stato un rapporto buono. Lui è forte tatticamente è molto preparato, se ti vuole bene te lo dimostra. Ha fatto molto per portarmi qui e spero da qui alla fine di potergli dare tanto.

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Nainggolan non ha brillato nella prima parte della stagione, fu punito dalla società per un ritardo dal match con il Napoli e ha ricevuto pesanti critiche, per una serie di vicende private. Quelle critiche hanno fatto male al giocatore belga, che si è lamentato dei tanti infortuni subiti:

 Sono stato criticato troppo perché tutti si aspettavano tanto da me, ma ho avuto tanti infortuni che non ho mai avuto in carriera. Essere tornato a segnare è stata una bella soddisfazione, spero di poter continuare su questa strada.

Il cammino italiano del Ninja è iniziato da Piacenza, è proseguito da Cagliari, dove è cresciuto in campo e ha trovato moglie, poi è arrivata la Roma, dove dice di essere stato benissimo. Adesso è a Milano, dove ha ricevuto una splendida accoglienza.

Quando penso a casa penso ad Anversa. In Italia mi ha portato il Piacenza, ero felice come un bambino, mentre a Cagliari ho creato la famiglia e a Roma sono stato da Dio. Ho solo bei ricordi. Qui a Milano mi hanno accolto con grande affetto, ma è un rapporto ancora troppo breve per poter dire come sarà alla fine.

Un posto speciale nel cuore di Nainggolan ce l'ha Cagliari, ogni partita era una battaglia, lì ha capito come affrontare la Serie A. Il ricordo più bello, quello del primo gol in Serie A, è legato a quello più brutto della vita. Perché il battesimo del gol arrivò poche settimane dopo la morte della madre:

Il Cagliari era una famiglia, si giocava per un'isola intera. Ogni sfida era una battaglia. In Sardegna sono diventato uomo, era una sfida importante per me perché mi sono dovuto mettere subito in mostra con la Serie A. Per me è stata una prova dura, ma è andata bene. Non mi aspettavo di diventare un giocatore come quello che sono oggi. Il ricordo più bello è il primo gol in Serie A che e' arrivato due settimane dopo la scomparsa di mia madre a cui devo tutto. L'unico peccato e' che non mi ha visto esordire in Serie A, ma devo comunque tutto a lei.

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