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Mourinho: “Il mio gesto? Non avrei dovuto farlo, ma mi hanno insultato e ho reagito”

Dopo la clamorosa vittoria contro la Juventus, il manager portoghese ha spiegato il motivo della sua esultanza polemica: “Non è stato un gesto bello. Fossi stato più freddo non lo avrei fatto, ma loro hanno insultato la mia famiglia e anche la mia famiglia interista e questo non è stato il massimo”.
A cura di Alberto Pucci
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Mourinho gode, e con lui tutti quei tifosi che non hanno a cuore la Juventus. Del finale di Juventus-Manchester United, il tecnico portoghese è stato infatti l'assoluto protagonista. Ricoperto di insulti sia all'andata che allo Stadium, lo "Special One" ha festeggiato la clamorosa vittoria della sua squadra esultando con la mano vicino all'orecchio: un gesto che ha fatto il giro d'Europa grazie alle immagini televisive.

"Il mio gesto finale? Sono stato insultato per novanta minuti – ha spiegato a Sky il portoghese – Sono venuto qui per fare il mio lavoro e mi hanno insultato. Con il mio gesto non ho offeso nessuno, l'ho fatto perché volevo sentire più forte i tifosi. Non avrei dovuto farlo. Non è stato un gesto bello, fossi stato più freddo non lo avrei fatto, ma loro hanno insultato la mia famiglia e anche la mia famiglia interista e questo non è stato il massimo".

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L'importanza di Mata e Fellaini

Archiviata la diatriba con il popolo bianconero, Mourinho ha poi analizzato la partita: "Abbiamo fatto il massimo e non potevamo fare di meglio – ha aggiunto il manager dello United – Noi non possiamo essere meglio di cosi. Siamo venuti qui a giocare contro una squadra più forte. Siamo stati anche fortunati nel finale, ma la fortuna l'abbiamo cercata. Fellaini e Mata hanno cambiato la partita. Il loro ingresso ci ha permesso di creare le opportunità per vincere la partita. A volte questi cambi funzionano, altre volte no".

Atteso dal derby del prossimo weekend contro il Manchester City, Mourinho ha infine ammesso che il risultato è certamente stretto per i padroni di casa: "Stasera è andata bene, ma il pareggio era il risultato più giusto – ha concluso il tecnico – Alla Juventus un punto o zero punti cambia niente, i nostri tre punti invece sono importanti e se vinceremo con lo Young boys ci qualificheremo".

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