Morte di Davide Astori, c’è un terzo indagato nell’inchiesta bis
Pietro Amedeo Modesti, direttore della medicina sportiva dell'ospedale fiorentino di Careggi, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Firenze nell'ambito dell'inchiesta condotta per la morte di Davide Astori. L'ipotesi di reato prefigurata è soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. Un provvedimento scaturito dagli ultimi sviluppi rilevati dagli inquirenti (un certificato medico che attesterebbe un esame effettuato sul calciatore e che potrebbe risultare falso) e contenuti un fascicolo bis sulla vicenda, oltre a quello principale aperto per il reato di omicidio colposo. Gravi sospetti d'imperizia e di negligenza dai quali dovranno difendersi i due medici – Giorgio Galanti e Francesco Stagno – che concessero al giocatore l'idoneità a praticare attiva sportiva a livello agonistico.
A dare le ultime notizie è il quotidiano La Nazione che rivela ulteriori dettagli e spiega su cosa sia stata focalizzata l'attenzione: a destare grandi perplessità è il referto di un esame, lo strain, che viene effettuato per accertare la contrattilità e la distensività del muscolo cardiaco. Secondo l'ipotesi prefigurata dall'accusa, il referto sarebbe stato ‘fabbricato' per attestare un esame mai svolto o che, all'epoca, non venne refertato. Cosa intendono gli inquirenti per ‘fabbricato'? Sul referto dello strain, stampato dal computer dell'istituto di Medicina sportiva di Careggi, figurerebbe il nome dell'equipe della struttura oggi diretta da Modesti. L'uomo, estraneo rispetto a quanto successo nel luglio 2017, accorgendosi di questo particolare, avrebbe tentato invano di distruggere il documento, arrivato ugualmente sul tavolo della Procura.
C'è ancora un altro particolare emerso dalla zona d'ombra: il certificato sarebbe stato presentato in Procura con data di redazione risalente al 10 luglio 2017 ma prodotto, sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, in una data anteriore o prossima al 10 aprile 2019. In questa inchiesta bis sono già indagati in concorso, per falso materiale in atto pubblico, il professor Galanti e una sua stretta collaboratrice, Loira Toncelli. E' l'ennesimo capitolo della vicenda giudiziaria iniziata un anno fa quando il corpo senza vita del capitano della Fiorentina venne ritrovato il 4 marzo scorso nella camera dell'albergo di Udine dove i viola erano in ritiro nell'attesa di giocare la partita di campionato contro i bianconeri friulani.