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Milan, scudetto 2011: le pagelle dei protagonisti del 18° tricolore

In difesa spiccano thaigo Silva e Nesta, a centrocampo Boateng e Van Bommel, in attacco Ibra e Pato. Massimo dei voti al tecnico Allegri.
A cura di Alessio Pediglieri
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scudetto milan

Lo scudetto numero 18 del Milan è la vittoria di una squadra particolare tra passato e futuro, tra certezze e scommesse, capace di spezzare il potere nerazzurro. Dall’arrivo di Massimo Allegri alla curiosità su Boateng passando per lo stellare mercato invernale e gli oggetti misteriosi come il difensore Didac Vilà. Non tutto è perfetto, anche quando si vince e si convince, ma le pecche per una sera non vengono ricordate. Ed allora ecco le pagelle stagionali del Milan Campione d’Italia 2010/2011.

LA DIFESA – voto 7

Christian Abbiati 8 – Ha 32 anni, è una sicurezza e un po’ un portafortuna. E’ tornato al Milan tre anni fa con la voglia di riprendersi maglia da titolare e di vincere. E’ riuscito nel suo obiettivo dimostrando di valere tanto quanto chi segna i gol. Un esempio? La partita dell’Olimpico contro la Roma con almeno tre parate decisive.
Luca Antonini 6 – Sufficienza d’ufficio: ha giocato bene nella prima parte di campionato, conquistandosi un posto da titolare sulla fascia ma alla lunga ha pagato dazio in esperienza e continuità.
Daniele Bonera 6 – Non all’altezza dei ‘pilastri’ Nesta e Thiago Silva, è stato un buon rincalzo pur sbagliando qualche partita di troppo.
Emanuelson 6 – E’ andato in gol nella partita d’andata di Coppa Italia contro il Palermo, ma per quest’anno è semplicemente un punto interrogativo: Galliani l’ha preso in ottica futura, Allegri l’ha sperimentato in campo in questa stagione.
Alessandro Nesta 9 – Finalmente ha potuto dimostrare nuovamente tutto il suo valore con una stagione che lo ha visto spesso protagonista ella difesa rossonera: insieme a Thiago Silva è stato spesso invalicabile. Come ai bei tempi.
Sokratis Papastathopoulos 5 – A Genova spond rossoblu faceva impazzire Gasperini. Allegri non se ne è preoccupato più di tanto ma l’ha lasciato spesso ai margini. Forse è l’acquisto meno azzeccato dell’anno rossonero.

thiago milan

Thiago Silva 9 – Mostruoso per forza, velocità e tempi, ha contribuito allo scudetto come un attaccante per continuità di rendimento e partite perfette. Con lui in campo, il Milan ha in cassaforte la propria porta.
Mario Yepes 7 – L’estate scorsa quando arrivò tra il timore e la diffidenza generale, Berlusconi ironizzò sul suo bell’aspetto e sulle donne che avrebbe conquistato. Il 34enne colombiano ha dimostrato di essere un buon centrale che vale il Milan.
Gianluca Zambrotta 6 – Allegri lo ha mandato in campo 13 volte per via di infortuni e di un rendimento discontinuo. Ma quando è stato chiamato all’appello, soprattutto nella seconda parte di campionato, ha sempre risposto dando il massimo.
Ignazio Abate 7,5 – Potrebbe diventare uno dei terzini più bravi d’Europa e una colonna portante dell’Italia, ma deve ancora crescere e tanto. E’ stata una piccola-grande rivelazione di questo Milan con Allegri che ha avuto il merito di puntare spesso su di lui.

IL CENTROCAMPO – voto 7,5
Massimo Ambrosini 6,5 – Purtroppo ha contribuito poco a questo scudetto non per demeriti suoi ma per i problemi fisici che ne hanno condizionato la presenza in campo. Ma è il capitano e con dodici stagioni sulle splle se lo merita come i suoi compagni.
Kevin Prince Boateng 8,5 – Ha giocato in ruoli diversi svariando tra l’attacco e il centrocampo, collocandosi tra le linee, recuperando palloni, segnando, offrendo assist. Era il nome nuovo di questo Milan, ha dimostrato che è pronto per restarci  lungo e da protagonista.
Mathieu Flamini 6,5 – Ha coronato la stagione con il gol al Bologna, pesantissimo. Prima ha sempre dedicato anima e muscoli per la causa rossonera anche se ha macchiato la stagione con la negativa prestazione in Champions col Tottenham

milan scudetto

Gennaro Gattuso 6,5 – Capitano nel cuore ancor prima che nella fascia sul braccio, rischiava di giocare da second scelta ma alla fine con 29 presenze e quel gol pesantissimo alla Juventus, ha dato più che un valido contributo al successo finale. Peccato per quella testata a Jordan in Champions….
Andrea Pirlo 6,5 Fermo per infortunio, non ha potuto dedicarsi come voleva ai compagni che hanno comunque regito bene alla sua assenza in mezzo al campo. La sua perla contro il Parma vale da sola la sua ennesima stagione in rossonero. Forse l’ultima.
Clarence Seedorf 7 – Ha ancora pochissimo se non nulla d dimostrare. Eppure in ogni stagione, il pubblico rossonero lo mette sotto esame. Che lui supera egregiamente. Come nel derby, il fiore all’occhiello di un anno quasi perfetto.
Mark van Bommel 7 – Doveva far legna e infoltire la rosa con il suo arrivo di gennaio. Poi Allegri l’ha inserito a centrocampo e non l’ha tolto più. Acquisto di valore.

L'ATTACCO – voto 8
Antonio Cassano 6,5 – Arriva in soprappeso e con alle spalle mesi blucerchiati pesanti. Subisce la situazione ma si rivela uomo assist di talento. Tagliato fuori dalle scelte offensive di Allegri, si è comunque ritagliato alcuni momenti da protagonista.
Zlatan Ibrahimovic 7,5 – Mister Scudetto non sbaglia l’appuntamento con il tricolore in rossonero. Decisivo in campo, soprattutto nella prima parte di stagione. Poi, quando il Milan avrebbe più bisogno di lui, il nervosismo lo tradisce e arrivano giornate di squalifica pesanti. Anche se i compagni non lo fanno rimpiangere.

pato milan

Alexandre Pato 8,5 – Un gol ogni due partite, devastante se in giornata. Malgrado gli infortuni e le incomprensioni è il più decisivo tra gli attaccanti a disposizione di Allegri. E non poco conta anche la tranquillità che arriva dalla sua situazione sentimentale che lo trasforma.
Robson de Souza Robinho 8 – Campione d’Italia al primo tentativo, si è conquistato la fiducia del mister non certo per le decine di reti sbagliate sotto porta ma per l’acume tattico. Ha sempre ricoperto il ruolo richiestogli e quando ha potuto si è divertito segnando.

L'ALLENATORE – voto 10
Massimiliano Allegri – L’uomo della pioggia: pochissimi credevano in un debutto col botto e lui ha dimostrato di avere la tempra giusta per tener testa ai voli del Presidente e gestire una squadra di prime donne con la tranquillità di chi sa comandare. Mai protagonista, ha reso tali tutti i suoi giocatori.

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