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Milan, parla Ibrahimovic: “Non ho mai pensato di lasciare i Galaxy”

Dopo la decisione di rinnovare con i Galaxy, l’attaccante svedese ha parlato per la prima volta della sua decisione: “Non sono qui in vacanza, ma sono venuto per lasciare un segno, sono venuto qui per rendere vincente la mia squadra. Io non sono uno che se ne va senza vincere, perché ovunque io sia stato ho vinto”.
A cura di Alberto Pucci
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Il sogno di rivedere Zlatan Ibrahimovic in Italia è evaporato sul più bello: quando tutti pensavano che il gigante di Malmoe volesse davvero rimettersi in gioco nel nostro campionato. A rimanere delusi, sono stati soprattutto i dirigenti e i tifosi del Milan, che hanno sperato fino all'ultimo di riabbracciare l'attaccante svedese. Dopo l'annuncio del suo rinnovo con l'attuale club americano, Ibrahimovic ha rilasciato le prime dichiarazioni con le quali ha spiegato la lunga trattativa e la possibile partenza dagli States.

"Ci sono stati molti discorsi, molte voci, molte chiacchiere sulla questione ma in realtà io non ho mai pensato di lasciare i Galaxy – ha spiegato il giocatore, ai microfoni del sito ufficiale del club – La mia intenzione è sempre stata quella di restare qui e, come ho detto, non ho ancora finito con la MLS. Ho iniziato bene, ma non sono ancora soddisfatto per i risultati. Ho ancora cose da fare e considero il mio primo anno come una stagione di riscaldamento".

La voglia di vincere di Zlatan

Parole di comodo o verità assolute? Nessuno ovviamente sa come stanno le cose, forse soltanto il suo procuratore, Mino Raiola, è davvero al corrente delle reali intenzioni di Ibrahimovic: "Il secondo anno sarà diverso. Le cose di cui abbiamo parlato sono il futuro, dobbiamo decidere cosa possiamo fare meglio, quali cambiamenti possiamo fare per migliorare la squadra".

"Quando dico migliorare, intendo vincere, non essere uno dei tanti – ha concluso Ibrahimovic – Vincere perché sono qui per vincere, l’ho detto il primo giorno che non sono qui in vacanza ma sono venuto per lasciare un segno, sono venuto qui per rendere vincente la mia squadra. Non ho potuto farlo nel primo anno ma io non sono uno che se ne va senza vincere, perché ovunque io sia stato ho vinto".

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