Niente avrebbe salvato Miha, il presidente aveva già deciso

Ciao Sinisa, è stato breve e intenso. Bello proprio no. Questo potrebbe essere il saluto dell'AC Milan a Mihajlovic ma si sa nei comunicati stampa pervade la solita forma: ci si dirà addio, ringraziandosi a vicenda e augurandosi tutto il bene del mondo. Chi vivrà, vedrà. Quanto alla scelta di cambiare, era stata presa da tempo: chiudere il rapporto con il tecnico serbo a giugno. Che avesse vinto o perso la Coppa Italia, dettaglio insignificante davanti ad una stagione decisamente impoverita da risultati insoddisfacenti, una rosa da rivedere, giocatori da vendere e altri (molti altri) da comprare. Tutto appare chiaro: il futuro sarà di Cristian Brocchi.
Juventus, capolinea prefissato. Tutto era stato rinviato all'ultimo week-end quando il Milan avrebbe sfidato la capolista Juventus in un match impari, che solo qualche anno fa vantava il titolo di Derby d'Italia tra la più titolata del nostro campionato e uno dei club più vittoriosi a livello internazionale. Oggi è semplicemente una sfida come le altre tra la prima della classe e una ripetente. I rossoneri ci hanno messo grinta: ne sono usciti battuti ma con l'orgoglio di non uscire a testa bassa, nulla più. La classifica dice che il Milan è tagliato fuori dai giri che contano e gli resta solamente la finale del 21 maggio a Roma in Coppa Italia.
Il tecnico serbo difficilmente sarebbe rimasto sulla panchina del Milan e il nome di Cristian Brocchi, attualmente a cavallo della Primavera rossonera, aveva preso il sopravvento. Tutti gli altri, ad oggi, sono in fila. Ma dal quartiere generale di Milanello mentre la squadra era stata spedita in ritiro punitivo dopo il ko in rimonta contro l'Atalanta era filtrato ben poco: la partita di sabato contro la Juventus, a San Siro sabato sera, era diventata cruciale per il futuro di Mihajlovic reduce da 2 punti nelle ultime 5 gare, uno score che Berlusconi ha considerato inaccettabile e che gli ha fatto prendere l'ultima importante decisione.