Milan, in cinque mosse la rimonta per un posto in Champions
Tre gol al Cagliari nel posticipo serale della domenica e tanti saluti alle altre contendenti. A 39 punti in classifica, il Milan non molla la presa per un posto in Champions League nella prossima stagione. Ma sono tanti i club che ad oggi ambiscono a quel posto d’onore (considerando al momento l’Inter fuori per la lotta al quarto posto, essendo terza con un margine di vantaggio maggiore) che vorrebbe dire salire sulla balconata del grande calcio europeo. Alle spalle dei rossoneri c’è la Roma, in grande ripresa, a 38 punti al pari di Lazio e Atalanta, ecco, proprio questi ultimi sono i più temuti da Gattuso.
Ma ‘Ringhio’ sembra avere davvero le idee chiare e superate le polemiche post Supercoppa e la travagliata situazione che ha portato alla cessione di Higuain al Chelsea dopo soli 6 mesi al Milan, il tecnico si è tuffato sul campo che sta dimostrando di che pasta è fatta la sua squadra. Una sinergia incredibile con la società (con Leonardo e Maldini in primis), ha portato i rossoneri a questo risultato adesso. Gli arrivi di Paquetà e Piatek, sono stati i regali del club, il loro funzionamento in campo, merito di Gattuso. Per non parlare del sontuoso Bakayoko. Ma vediamo dunque in 5 punti la svolta del Milan di Gattuso lanciato verso la Champions League.
L’arrivo di Leonardo e Maldini e un mercato intelligente
Prima l’addio a Fassone, poi quello di Mirabelli qualche mese dopo. Il Milan creato due anni fa con ambizioni da primato è finito sul nascere. Bonucci ritornato alla Juve, il flop Andrè Silva-Kalinic, sono stati i primi segnali della fine di un progetto. Con la presidenza Scaroni, ecco dunque che a dirigere il timone rossonero sono arrivati Leonardo e Paolo Maldini. Fondamentali nella rinascita del club anche come profondi conoscitori dell’ambiente. Il primo, è il collante perfetto tra i rapporti di mercato con importanti club europei e quelli brasiliani che spesso al Milan hanno portato talenti da sogno come Kaka e Pato.
Il secondo, direttore tecnico capace di inculcare al meglio il dna Milan nella mente e nelle gambe dei calciatori. Higuain in estate si era un po’ trovato per caso in rossonero e il suo addio non è stato per nulla una sofferenza per i tifosi che hanno già trovato in Paquetà (in gol domenica per la prima volta) e in Piatek, i loro nuovi idoli. Due innesti che hanno letteralmente cambiato tatticamente un Milan che adesso sembra essere a dir poco perfetto.
Gattuso e la ‘scoperta’ di Bakayoko e Calabria
Quando arrivano i risultati sul campo però, il merito, oltre a quello dei calciatori, va ovviamente all’allenatore. E Gattuso in questo è stato un vero maestro. Con l’infortunio di Biglia e Bonaventura, ha dovuto ridisegnare il centrocampo. Con Kessie unico superstite di quel terzetto perfetto, l’ivoriano ha dovuto avere diversi compagni di reparto prima di riscoprire in Bakayoko l’uomo giusto.
Gattuso l’ha fatto ambientare, poi l’ha lanciato in campo notando alcune caratteristiche che ben presto l’hanno portato a capire che per il francese il ruolo da regista gli stava a pennello. Lì, nel mezzo, la sua fisicità e la capacità anche di inserimento e di tiro, hanno portato il Milan a sfruttare al meglio anche le mezzali che possono così inserirsi senza troppe preoccupazioni di lasciare scoperta la zona.
L’ex Monaco e Chelsea è una garanzia, sempre pronto a contrastare, rubare palla e ripartire palla al piede. Una vera intuizione di Gattuso che non ha alcuna intenzione di rinunciare a lui nonostante il recupero di Biglia. E che dire di Calabria? Un terzino destro atipico, bravo in fase di interdizione, intelligente e capace di salire lungo l’out destro dando grandi spazi di manovra a Suso, abile palla al piede. Anche da qui passa la svolta di ‘Ringhio’.
Il carattere di Ringhio trasmesso nella testa di Romagnoli
Pagato ben 25 milioni di euro qualche anno fa con un’operazione che fece discutere molto in casa rossonera, Alessio Romagnoli oggi è uno dei difensori migliori in Italia. La Roma forse adesso lo sta rimpiangendo perchè il ragazzotto romanista s’è fatto da solo. Certo, c’ha messo del tempo per diventare ciò che stiamo ammirando oggi, ma il merito è anche di Gattuso. Cresciuto sotto l’ala protettrice di Matias Silvestre con cui era in coppia centrale alla Sampdoria, Romagnoli ha sempre avuto nel suo temperamento in campo qualche problema.
Troppo irruento, facilmente ammonito e poco attento a giocare ma molto più portato a protestare. E allora chi, se non Gattuso, dopo l’addio di Bonucci, a spronare il difensore e a trasmettergli una mentalità da leader che lo vedere, con la fascia al braccio, dirigere tutto il reparto guidando i vari Musacchio, Zapata e Caldara. Proprio con l’ex Atalanta e Juventus, Gattuso ha in mente la coppia perfetta: tecnica e mentalità. La trasformazione di Romagnoli è il riassunto perfetto di quanto ci sia di Gattuso in questo Milan.
L’identità di Gattuso nel 4-3-3 equilibrato dei rossoneri
Un modulo vincente che garantisce equilibrio fra i reparti. Così ha pensato al suo 4-3-3 Gattuso che ha dovuto ridisegnare il Milan dopo gli infortuni di Biglia e Bonaventura e soprattutto dopo l’addio di Higuain. Partiamo dalla difesa. Ciò che emerge nel reparto difensivo, è la capacità dei quattro uomini di diventare tre in fase offensiva con Calabria, terzino a destra, ad accompagnare la manovra e con il conseguente scivolamento di Rodriguez in un’inedita retroguardia a tre. Il terzino infatti accompagna l’azione offensiva con Bakayoko a centrocampo che nel frattempo resta da scudo alla difesa.
Già, perchè la vera intuizione di Gattuso, segue un po’ il modella Juve di Allegri portando le mezzali sempre in area di rigore ad accompagnare gli attaccanti. Gli inserimenti di Kessie e soprattutto il gol di Paquetà contro il Cagliari sono la prova perfetta di questa chiave tattica.
Là davanti poi, con l’arrivo di Piatek, l’attacco cambia molto, soprattutto nelle modalità di movimento di Suso e Calhanoglu, molto più attivi e liberi di servire nello spazio un giocatore, come il polacco, capace di leggere al meglio il corridoio giusto e suggerire il passaggio a due come il turco e lo spagnolo che tecnicamente sono dei veri e propri talenti. O portandosi via l’uomo e lasciare andare al tiro.
La continuità nei numeri di questo Milan
Il dato che subito ci balza agli occhi di questo Milan, è il numero di sconfitte in campionato. I rossoneri stanno accumulando una serie di risultati utili consecutivi dal 22 dicembre 2018, giorno dell’ultima sconfitta in Serie A dei rossoneri a San Siro contro la Fiorentina (0-1). Per il resto poi, quattro vittorie e due pareggi nelle successive 6 gare, senza considerare il successo in Coppa Italia contro la Sampdoria e il solo ko (con polemiche) contro la Juventus in Supercoppa. Una squadra che nel 2019 ha subito soltanto 2 gol in 7 partite (contro Juventus e Roma) e che ha messo a segno un numero di gol pari a 10.
Dati e statistiche che evidenziamo come i rossoneri abbiano trovato un giusto equilibrio tra i reparti con un attacco prolifico e una difesa che rischia pochissimo e che riesce a contenere gli attacchi avversari senza più subire gli affanni visti fino a qualche mese fa. E se Juventus e Napoli fanno due campionati a parte, tra le ‘comuni mortali’ della Serie A, il Milan è la squadra al primo posto per rendimento attuale nel 2019. Una vera scoperta Gattuso che sembra aver creato davvero il suo giocattolo perfetto.