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Milan: Ibrahimovic e Robinho e il paese dei balocchi

Un firmamento di stelle si accende sul cielo di Milano, o meglio un pentagono di stelle brilla sul cielo sopra San Siro. Una campagna acquisti da mille e una notte, una campagna acquisti praticamente perfetta. Una campagna acquisti che rende via Turati il paese dei balocchi.
A cura di davide
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Si attendeva, si restava inermi a guardare società come Juve, Roma e Inter lottavano in questa torrida estate per rinforzarsi, per ergersi a favorite del tricolore. L’Inter partiva e forse, parte ancora come favorita; la voglia di rivalsa della Vecchia Signora spingeva Marotta a comprare giocatori perfetti per il nuovo uomo guida Gigi DelNeri; la Roma, con i suoi guai finanziari si aggiudicava le solite operazioni scommesse in attesa, di un angelo custode che scendesse in campo per aiutare la campagna di rafforzamento anti-Inter. Ma mentre tutto ciò accadeva, il diavolo restava al palo. La campagna abbonamenti non decollava, il popolo rossonero iniziava a mugugnare. 

E mentre a Torino arrivava Krasic, Martynez, Aquilani, Pepe, Bonucci e Storari; e mentre a Roma, la presidentessa Sensi con il "buon macellaio" Ranieri riportava in Italia uno che con la storia romana si sposava alla perfezione, l’imperatore Adriano, l’amministratore delegato rossonero, vecchio volpone, tesse la sua tela. Sulla sponda opposta intanto, Moratti e Branca si dannavano l’anima nel tentativo di accontentare il nuovo arrivato Rafa Benitez; e così tra Mascherano, Kuyt e Forlan si accende un focolare che di fumo ne fa tanto ma di arrosto poco o niente. La conferma di Maicon e Milito, nonostante il buon padre Mourinho li richiamasse a gran voce nella sua nuova corte spagnola, sono un gran bel colpo e Coutinho un buono investimento per il futuro ma di colpi col botto a palazzo Durini nemmeno l’ombra, e intanto Galliani, vecchio volpone, tesse la sua tela, mentre la campagna abbonamenti non decolla e il popolo rossonero continua a mugugnare.

Poi all’improvviso arriva il momento di spedire gli avversari all’inferno e così il vecchio volpone Adriano Galliani smette di tessere, esce allo scoperto e inizia a lavorare nell’ombra con uno che l’anima al diavolo se la vende senza nemmeno pensarci su più di tanto. Prima, vende un suo assistito, un certo Balotelli al Manchester City, indebolendo non poco i cugini neroazzurri. Certo è che TurboMario vuol andar via e in casa Inter non si fa nulla per trattenerlo. Il ragazzo però, non è pronto per vendersi l’anima al diavolo nonostante le sue dichiarazioni e così il figliol prodigo raggiunge il suo padre adottivo, Roberto Mancini, in patria di sua maestà la regina. Da qui in poi il sodalizio tra il vecchio volpone e il tale pronto a vendere l’anima al diavolo, che chiameremo Mino Raiola, prende vita e il paragone è presto fatto: uno il gatto l’altro la volpe. E così ciò che viene sussurrato, si inizia a pronunciare e in via Turati si inizia a gridare un solo nome: Zlatan Ibrahimovic. Il vecchio volpone e il suo fedele compagno, gatto Raiola, iniziano a volare a Barcellona, pronti a non schiodarsi da lì fintanto che il tradimento non si compia. Bisogna aspettare perché come Collodi insegna il gatto e la volpe non fanno crescer soldi sugli alberi, c'è bisogno di aiuto, c'è bisogno del diavolo in persona. E così, per portare un talento a Milano servono “Talenti” e a Milano non cade foglia che il padrone non voglia. L’idea stuzzica il diavolo, Abracadabra a Milano per la gioia dei tifosi, per l’ira di Moratti e per riporate un attaccante che mancava dal tempo del Cigno di Utrecht. Il diavolo spedisce così i "talenti" necessari al gatto e alla volpe e ciò che prima sembrava difficile diviene realtà. Ibra torna a Milano, ma questa volta le sue magie le farà all’ombra del diavolo. La notizia arriva neanche a dirlo nel cuore della notte, e nella notte si accende la 4 stella su SanSiro, bella raggiante, mai vista così felice perché l’impressione è che questo Milan, quello che vede annientare senza pietà il malcapitato Lecce, possa vincere davvero tutto. E così il popolo smette di mugugnare e la campagna iniza a decollare.

Ma il diavolo si sa, non conosci limiti e una volta messo mano al portafogli viene stuzzicato di nuovo dal gatto e la volpe. Nessuno ci crede, perché il tempo è poco e così mentre i cugini si dannano l’anima per mettere a segno il colpo Forlan, Milano diventa sempre più il paese dei balocchi. Questa volta la nuova coppia, vola a Manchester perché lì c’è un altro asinello che vuol tornare campione. E così, anche qui, ciò che viene sussurrato, si inizia a pronunciare e in via Turati s’inizia a gridare un solo nome: Robinho!. Ma c'è poco tempo, bisogna correre perché il diavolo può tutto ma il tempo non può fermarlo. E così un jet privato rileva l’asinello da Manchester, lo porta praticamente per le orecchie a Linate e senza tanti fronzoli, tra gli sgignazzi del vecchio volpone e del suo nuove fedele compagno gatto Raiola si vende l’anima al diavolo, accendendo così la quinta stella su San Siro. 

E a Roma? E a Torino? E sull’altra sponda milanese che si fa? Roma e Juventus non ci stanno e fanno a capelli per prendersi uno che a via Turati non vuol più stare, perché con tutti quei campioni non vuol diventare un bell'asinello dimenticato da tutti, Prandelli compreso. Ma Borriello non solo non vuole rimanere, chiede di esser venduto per non far mai più ritorno. La Juve non vuole prenderlo a titolo definitivo, e a Roma la volontà c'è ma i soldi no. Serve un aiuto ultraterreno per portarlo via da Milano e quando meno te l’aspetti ecco l’arcangelo Unicredit arrivare con un bell’assegno. Tanti “dindini” da versare nella casse del diavolo che accetta e la tela del vecchio volpone Galliani si compie alle spalle di tutti. Il suo piano è stato perfetto, la campagna acquisti è da 10 e lode perchè con la cessione di Borriello e del cocciuto mulo Huntelaar il paese dei balocchi prende vita riportando nelle tasche del padrone un bel pò di dindini che lo rendono ancora più felice. Ma intanto a palazzo Durini, si resta a bocca aciutta e in attesa di Gennaio il biscione inizia a pianificare chi "tentare" con le sue mele d'oro e inizia a tessere la sua di tela. TO BE CONTINUED!

Davide Pecchia

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