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Milan, Borini: “Fuga per l’esclusione dall’Europa? Da qui non fugge nessuno”

L’attaccante rossonero ha confermato il suo attaccamento ai colori rossoneri e il suo buon rapporto con Rino Gattuso: “In me rivedo la stessa carica e la cattiveria agonistica che aveva lui. Il mio sogno è vincere un trofeo con questa maglia e sto aspettando la rivincita in Supercoppa con la Juventus”.
A cura di Alberto Pucci
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Ora che i nodi societari stanno venendo al pettine, i tifosi del Milan potranno davvero rendersi conto di chi è davvero attaccato alla maglia. Arrivato nella scorsa estate, in mezzo allo scetticismo generale e "schiacciato" dagli altri importanti acquisti del club rossonero, Fabio Borini è uno di quelli che rimarrà a Milanello senza "se" e senza "ma". Il ventisettenne bolognese lo ha affermato con convinzione in una recente intervista.

"Pericolo che qualcuno lasci la società dopo l'esclusione dall'Europa League? Per quanto mi riguarda di certo no – ha spiegato Borini alla "Gazzetta dello Sport – In generale non credo. L'eventuale decisione negativa dell'Uefa potrebbe unirci ancora di più. E poi fuggi-fuggi per dove? Qui siamo al Milan. Il mio sogno è vincere un trofeo con questa maglia e la Supercoppa sarebbe perfetta per dare il via alla ricerca di successi più importanti. Sto aspettando la rivincita con la Juventus".

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Il rapporto con Gattuso

Dopo l'indifferenza iniziale i tifosi ora adorano Fabio Borini. Il motivo è semplice: il "Pirata" corre, lotta, s'impegna e suda la maglia proprio come faceva Rino Gattuso: "In me rivedo la stessa carica e la cattiveria agonistica che aveva lui. Anch'io, come il mister, finisco le partite stremato. Cosa gli ho detto quando mi ha schierato terzino? Alla terza volta, sono andato da lui e gli ho detto che se ci fosse stato bisogno di me in quel ruolo, avrei voluto impararlo per bene".

Voluto fortemente da Massimiliano Mirabelli, che lo aveva avuto anche al Sunderland, Fabio Borini ha chiuso la stagione con un bilancio personale più che positivo: "Le aspettative nei miei confronti non erano molto elevate, ma io credo di aver dimostrato di valere la maglia del Milan. Ho fatto vedere buone cose nonostante la maggior parte delle volte non abbia giocato nel mio ruolo naturale. La giudico un’annata sorprendente e il mio rendimento mi dà anche un pizzico di rivalsa: dopo essere stato a lungo all’estero, la gente si era un po' dimenticata di me".

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