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Mihajlovic: “Noi fortunati, chi fa fatica è chi si alza alle 4 e lavora tutto il giorno”

Il tecnico granata dopo la vittoria sulla Fiorentina risponde ad un giornalista che sottolineava le difficoltà di Benassi nell’affrontare la delicata avventura di capitano: “Chi fa questo lavoro si deve ritenere una persona felice. A 22 anni giochi nel Torino, ne sei capitano e fai pure gol. Chi soffre è chi sgobba tutto il giorno e non arriva a fine mese. Noi dobbiamo ricordare che siamo persone fortunate”
A cura di Alessio Pediglieri
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Restare con i piedi per terra. Malgrado tutto e malgrado tutti. Perché spesso ci si dimentica che anche lo sport è prima di tutto palestra di vita e solamente dopo competizione, agonismo e antagonismo. E il calcio, più di ogni altra disciplina, dovrebbe rappresentare l'apice più virtuoso anche se troppo spesso se ne dimentica. Colpa dei suoi protagonisti, degli addetti ai lavori, dei giornalisti, del sistema. Che tutto avvolge e tutto fagocita in nome del dio risultato. Ecco perché quando, tra la banalità e il populismo radicato delle interviste dei dopo partita, c'è chi si discosta dai soliti luoghi comuni, ridimensionando tutto ciò che gira attorno al pallone, dovrebbe avere le prime pagine dei giornali, l'apertura dei tg sportivi, l'home page di siti e blog.

Sinisa Mihajlovic sin da quando era un giovane calciatore, sia quando le sue qualità lo hanno trascinato a vincere con le maglie della Sampdoria, della Lazio e dell'Inter e rappresentare il proprio Paese con i colori della nazionale, ha sempre dimostrato intelligenza ed equilibrio. Anche (e ancor più) adesso che l'età gli ha consegnato un enorme bagaglio d'esperienza, l'attuale tecnico del Torino ha confermato queste sue doti che lo hanno cresciuto in campo come ottimo giocatore e fuori come una persona per bene. Non una banalità in un mondo in cui lo scandalo è dietro l'angolo, alimentato dai suoi stessi protagonisti.

Così, davanti all'ennesima domanda banale, ad alzare il livello del discorso è proprio lui, sull'argomento Benassi, promettente virgulto granata di soli 22 anni che – a parer del collega – avrebbe avuto coraggio nell'affrontare la difficoltà di indossare così giovane la fascia da capitano: "No, non sono d'accordo. Non è facile svegliarsi alle 4:30 andare a lavorare alle 6, fare tutto il giorno e non arrivare a fine mese, questo non è facile. Questo deve essere un piacere, Benassi deve essere contento, deve essere orgoglioso. A 22 anni, gioca nel Torino ed è capitano del Torino e ha fatto pure goal. Non dev'essere stanco o impaurito, perchè è una persona fortunata come tutti noi che facciamo questo lavoro".

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