Miglior difesa e Icardi superstar: così l’Inter può vincere lo scudetto
L'Inter si presenta da prima, e con la miglior difesa al big match contro la Juventus. Si presenta da seria candidata allo scudetto, da prima in classifica, da unica squadra ancora senza sconfitte e con l'attaccante più determinante della Serie A, 16 gol sui 33 totali dei nerazzurri. Nessuno, a parte Icardi, ha realizzato metà delle reti complessive della sua squadra.
Media scudetto
Dodici vittorie e tre pareggi costituiscono una candidatura decisamente seria allo scudetto. L'Inter, dopo la sconfitta del PSG a Strasburgo e del Napoli contro la Juventus, è rimasta una delle sole cinque squadre ancora imbattute nei primi cinque campionati europei, con Barcellona, Valencia, Atletico Madrid e Manchester City.
Per quanto non decisivo, il confronto con la Juventus molto dirà della maturità anche in prospettiva dei nerazzurri, che chiuderanno il girone d'andata con un altro scontro diretto, contro la Lazio. La media dell'Inter finora, alla luce della debolezza crescente delle formazioni nella metà destra della classifica, è di 2.6 punti a partita. Nelle stagioni post-Calciopoli, un andamento simile avrebbe garantito lo scudetto in dieci campionati su undici, con l'eccezione del campionato 2013-2014, l'anno dei 102 punti della Juventus, record nella storia del campionato italiano, e delle 19 vittorie in casa su 19 partite. Una media, quella dell'Inter di Spalletti, superiore anche a quella dello scudetto 2006-2007 (2.55), decisamente maggiore rispetto al trionfo dello Special One Mourinho (2.16 punti nella stagione del Triplete).
La media degli ultimi dieci anni: 2007 Inter 2.55; 2008 Inter 2.23; 2009 Inter 2.21; 2010 Inter 2.16; 2011 Milan 2.16; 2012 Juve 2.21; 2013 Juve 2.29; 2014 Juve 2,68; 2015 Juve 2.29; 2016 Juve 2.39; 2017 Juve 2.39
Icardi superstar
Ha segnato 16 gol, ha creato un'altra decina di occasioni in stagione e mantenuto il 74% di precisione al tiro. Mauro Icardi è l'imprescindibile faro offensivo dell'Inter, che ha chiuso di fatto la vittoria contro il Chievo. Sull'errore di Inglese, Icardi anticipa le intenzioni di Brozovic e gli detta il passaggio in profondità prima di far partire il diagonale che batte Sorrentino. Tocca meno di 15 palloni a partita, anche se Spalletti gli chiede di partecipare un po' di più alla costruzione del gioco. Ma gli bastano per portare 3.5 tiri di media ogni 90′ e mettersi sulle spalle l'attacco della capolista.
Per una squadra da scudetto certo la presenza di un bomber a cui affidarsi nella buona e nella cattiva sorte, per mantenere la prima e invertire la seconda, è spesso condizione necessaria e sufficiente per il successo. L'Inter, nonostante l'assenza del doppio impegno in coppa, potrebbe magari cercare un'alternativa a gennaio che possa mantenere il capitano al meglio fino all'ultima giornata.
Miglior difesa del campionato
Spalletti è riuscito a costruire una squadra dall'identità molto chiara, compatta, con un'idea di gioco efficace e una formazione base che non varia e facilita la costituzione di automatismi con e senza palla. E' una formazione dallo spirito offensivo e dalla solida composizione difensiva, che si articola intorno a Skriniar, vera rivelazione di questa prima parte di stagione. Secondo di squadra per contrasti a partita (2.2), terzo per passaggi effettuati (58.4), Skriniar interpreta l'incarnazione moderna del difensore che è un po' regista basso, primo anello della costruzione della manovra, ma questo non gli fa perdere di efficacia in marcatura, nell'uno contro uno in campo aperto o nei duelli aerei.
E' un elemento che dà sicurezza, che rassicura anche Miranda e Ranocchia, uno dei più pericolosi nel primo tempo contro il Chievo, prima del 5-0 e della festa finale. "È molto importante per me l'affetto dei tifosi, così come è importante la fiducia del mister. Nel calcio sono cose che contano molto. Per noi è molto importante la sua carica, non abbiamo ancora perso e speriamo di poter vincere tutte le partite" ha detto Skriniar alla vigilia del match contro i veneti, che ora secondo il suo agente varrebbe fra i 40 e i 50 milioni. L'ex doriano è una piccola grande garanzia. Da dieci anni a questa parte, dalla stagione 2007-2008, il titolo è sempre andato alla squadra con la difesa meno battuta del campionato.
Formazione stabile
Spalletti ha utilizzato solo diciannove giocatori dall'inizio della stagione. Ha dato chiarezza anche al centrocampo, pur nella flessibilità garantita dai continui interscambi fra Vecino e Borja Valero. Ha restituito una posizione stabile a Joao Mario, che dà il meglio quando può mantenere un raggio d'azione più avanzato con due mediani a coprirgli le spalle, e recuperato Perisic dal punto di vista dell'impegno e dell'atteggiamento. Il croato, che in estate sembrava ormai con le proverbiali valigie già pronte per un nuovo viaggio, adesso ripiega in difesa al 90′ da terzino aggiunto come l'Eto'o jolly per il Triplete. E la sua, di tripletta, al Chievo vale il primo posto. La presenza di elementi comunque poli-funzionali come Brozovic aiuta, ma anche in questo caso potrebbe servire una maggiore profondità di rosa a livello di centrocampisti centrali, offensivi e difensivi.
Mercato senza squilli a sorpresa
Il mercato estivo ha coperto alcuni limiti della formazione dell'anno scorso, ha portato innesti come Vecino, un equilibratore di centrocampo e insieme un costruttore di un gioco che per il 39% si muove sulla corsa di Candreva, ala più classica, e per il 34% dal lato di Perisic, più "anarchico" nei suoi tagli verso il centro: vedere per credere la doppietta al Chievo. L'unico dubbio a questo punto rimane l'arrivo di Dalbert, strapagato e ora retrocesso a terza scelta dietro anche Santon a sinistra. Cambiano i moduli, non si stravolgono le squadre. L'esempio del Napoli e della stessa Juve insegnano: in questa stagione la continuità è un valore.
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Personalità da grande
Sul 3-0 in casa contro il Chievo, con la partita praticamente chiusa e la vittoria in ghiaccio, l'Inter non rallenta, non si limita a gestire il possesso palla. E' una squadra che ha saputo vincere "sporco", vedi Crotone, che ha saputo soffrire senza disunirsi come al San Paolo, e reagire dopo il pareggio interno contro il Torino, in cui il piano A dei nerazzurri non ha funzionato così bene e Spalletti ha dovuto giocare secondo le regole di Mihajlovic, in quell'occasione tatticamente più brillante. La versione dell'Inter che porta al gol anche Skriniar in contropiede, che continua a verticalizzare anche quando potrebbe contenere e risparmiare energie, racconta di una mentalità prismatica e vincente. L'Inter è mille colori, una sola identità. Il segno delle grandi squadre.
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