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Massimo Moratti: “Da Calciopoli al Triplete, ecco la mia Inter”

Il presidente uscente racconta i suoi vent’anni: tra Calciopoli, Triplete, Ronaldo e Ibrahimovic. Mentre dal prossimo 15 novembre nel CdA si insedieranno Thohir e i suoi uomini.
A cura di Alessio Pediglieri
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Massimo Moratti parla a 360 gradi della ‘sua' Inter, quella che non c'è più visto che dal prossimo 15 novembre ci sarà anche l'insediamento "fisico" al CdA dei nuovi proprietari di maggioranza, Thohir e i suoi soci provenienti dall'Oriente. Così, il numero uno nerazzurro racconta la ‘summa' di un ventennio interista dove è capitato di tutto, dallo scandalo di Calciopoli, agli avvicendamenti dei tecnici sulla panchina, fino al Triplete e ai giocatori cui è più legato come Ince, Ibrahimovic, Ronaldo, Recoba. E ovviamente Capitan Zanetti rientrato a disposizione della squadra proprio la scorsa settimana dopo un lungo periodo di stop in cui si era pensato anche al ritiro.

Lascia o raddoppia – La voglia di lasciare tutto c'era già stata nel 2006. Allora, però, al contrario di oggi la volontà non era quella di abbandonare la guida dell'Inter per l'inserimento di nuovi soci e capitali che avrebbero fatto ancor più grande la società stessa ma per non poter competere onestamente con un sistema malato che si era radicato nel calcio e che poi avrebbe preso il nome di Calciopoli. "Nel 2006 avrei voluto cedere la società; poi prevale il senso di responsabilità e il rispetto per l'impegno preso. Così ho deciso di andare avanti, mentre si andava precisando quanto si era intuito già nel 1998. Ho pensato: faremo una squadra così forte, che vinceremo tutto. Abbiamo vinto tanto, ma prima c'è stata anche tanta sofferenza, perché abbiamo dovuto scavalcare le montagne. C'è stato un momento in cui vedevo davanti a me un muro non superabile. Avevo capito che al massimo avremmo potuto concorrere per il secondo o terzo posto" .

Mancio, Mou e Triplete – Quando si parla di Calciopoli ovviamente tornano alla mente gli allenatori che ereditarono l'Inter e la resero vincente, come Mancini e Mourinho. E con loro la fantastica avventura del Triplete: "A un certo punto avevo pensato di sostituire Mancini con Scolari, ma lo stesso Roberto mi convinse del contrario: aveva ragione. Poi, dopo lo sfogo di Liverpool contattai Mourinho che diede la sua disponibilità ma senza ingerenze. Quando ho scelto lui è stato perchè con Mancini qualcosa era finito, non prima.  E poi è arrivato il Triplete: il bello è che ho sofferto più a Siena che a Madrid. Lì ero convinto che avremmo battuto il Bayern. E' stata una grande emozione, non una sofferenza".

Da Ince a Recoba – Tanti campioni, tanti nomi da ricordare, tanti volti che hanno vestito l'Inter ma tra questi, Moratti è legato ad alcuni in particolare come Capitan Zanetti: "Mi sono lasciato incantare da un terzino che faceva cose che non avevo mai visto: difendeva, ripartiva , dribblava sette avversari insieme. Oggi è ancora con noi: ho scoperto che viene da Krypton e che giocherà ancora per 4-5 anni". E poi gli amori dichiarati per Ince, Ibrahimovic, Ronaldo e Recoba: "Ince lo presi a sfida delle voci che dicevano che avevamo una curva razzista. Scommessa vinta. Ibra? Genio e sregolatezza come si conviene all'Inter: mi raccontavano che a Malmoe giocava con sotto una maglietta nerazzurra… Poi Ronaldo, un grande acquisto. Quando l'affare sembrava sfumato mi arrivò una telefonata che invece aveva firmato per noi. Un affare, oltre che un campione: dopo 5 anni l'abbiamo venduto al doppio e ci ha fatto conoscere al Mondo. Infine, Recoba: era un giocatore unico. Capace di sorprendere gli altri e se stesso".

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