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Europeo 2016 in Francia

Marco van Basten e il gol più bello della storia degli Europei

L’attaccante del Milan ha realizzato la rete più bella della storia della competizione continentale nella finale del 1988 all’Olympiastadion di Monaco. Un goal stupendo, che può essere paragonato ad un’opera surrealista per la poca razionalità della giocata: ancora oggi quel gesto tecnico straordinario resta un piacere per gli occhi e le menti di chi ama il calcio.
A cura di Vito Lamorte
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Europeo 2016 in Francia

25 giugno 1988. Olympiastadion di Monaco. Finale dell’Europeo tra Urss e Olanda. Minuto 54. Arnold Muhren crossa da sinistra verso Marco van Basten una palla alta, altissima; che sembra quasi incontrollabile per la punta del Milan ma è in quel momento che il tempo sembra fermarsi: l’attaccante olandese segue la palla con lo sguardo sin da quando si stacca dal piede del compagno. Non guarda l’avversario diretto, non guarda la porta. Già sa dov’è. van Basten la segue con gli occhi. Sembra quasi deciso a farla cadere sul terreno per controllarla e anche il difensore russo è convinto che possa essere quella la soluzione scelta dall’avversario.

Proprio quando molla la marcatura e, nell’unico momento in cui è possibile calciare al volo, Van Basten slancia la gamba e la palla disegna una traiettoria meravigliosa. Il pallone traccia una linea che sembra fatta da un’artista surrealista per superare la razionalità: diventa un sogno e allo stesso tempo una follia. La palla calciata da van Basten si insacca nell’angolo opposto alla velocità della luce, ma quei secondi sono lunghissimi.

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Sono interminabili per il “cigno di Utrecht”, che vede il pallone alzarsi e poi scendere alle spalle del portiere, e sono eterni per Rinat Dasaev: il numero uno russo osserva immobile la parabola di Marco van Basten che si insacca in fondo alla rete. Non può fare altro. La segue con lo sguardo e la vede finire in rete. 2 a 0 per l’Olanda sulla Russia. Braccio alzato in cielo per il numero 12 e tripudio tra i tifosi vestiti oranje.

Il montante colpito quattro minuti dopo e il rigore sbagliato di Ihor Belanov sono episodi che van­no ad arricchire il tabellino di quella gara senza aggiungere nulla. L’O­landa vince meritatamente un Europeo che non ha dominato, ma che con il passare delle parti­te ha creduto di poter vincere. È il primo trofeo della storia della nazionale olandese fino a quel momento etichettata come ‘perdente'.

Rinus Michels, già allenatore dell’Ajax dei sogni degli ani ’70, riesce a portare l’Olanda sul tetto d’Europa e nel momento in cui vede la palla in rete dopo il tiro di Van Basten si mette le mani sulla testa quasi a dire "ma cosa ha combinato!". L’uomo che ha visto Johan Cruijff fare migliaia di giocate straordinarie non riesce a mantenere il solito aplomb di fronte ad una giocata del genere.

L’Olanda vince il suo primo titolo dopo le delusioni di due Mondiali consecutivi del ’74 e del ’78 persi in finale contro le squadre padrone di casa ma quell’Europeo rimarrà nella memoria storica degli appassionati di calcio, e non, per il goal di Marco van Basten. Fu la consacrazione di uno degli attaccanti più forti della storia del calcio e della sua classe, che il destino, e una caviglia maledetta, ha tolto troppo presto alla gioia dei tifosi di tutto il mondo.

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