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Marco Materazzi saluta l’Inter dopo dieci anni vissuti da cattivo col cuore tenero

Dopo un decennio in nerazzurro, Matrix saluta il popolo interista: si prenderà un anno ‘sabbatico’ per poi tornare da dirigente.
A cura di Alessio Pediglieri
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Materazzi

La notizia era nell'aria già da tempo e conoscendo "Matrix" era stata metabolizzata ancor prima che ci fossero i segnali di un possibile addio. Il difensore dell'Inter si è preso un po' di tempo e in queste ore haufficializzato la sua decisione che però in molti conoscevano già: Marco Materazzi lascia l'Inter dopo 10 anni di matrimonio e lo fa rescindendo consensualmente col club campione del mondo un contratto che sarebbe comunque finito nel 2012. C'è voluto un faccia a faccia con il suo presidente, Massimo Moratti, un colloquio personale in cui si è parlato del passato, del presente ma soprattutto del futuro. Che sarà lontano dall'Inter per qualche anno ma non per sempre.

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ADDIO, ANZI ARRIVEDERCI – L'addio arriva dopo dieci anni vissuti sempre in prima linea da "Matrix", un giocatore odiato o amato senza mezzi termini e che, nel bene e nel male, non si è mai nascosto affrontando anche i propri limiti e i propri errori: soprattutto nei momenti difficili ha saputo trarre forza pe continuare e far sfruttare la sua esperienza da uomo spogliatoio fuori e dentro il campo. Ad agosto, però, Materazzi spegnerà 38 candeline: un'età ragguardevole che però non ha spento la sua voglia di giocare ed allenarsi. Una garanzia che l'Inter attuale non gli può certo fornire visto che il club nerazzurro ha cominciato da tempo un processo di svecchiamento dell'intera rosa e nel dopo-Mourinho, proprio Matrix ha subito questa linea, prima con Benitez, quindi con Leonardo. Per questo il futuro del difensore potrebbe parlare inglese. Due le possibili opzioni per Matrix: la prima, la più probabile, porta negli Stati Uniti, nella MLS, un campionato ma soprattutto un Paese che attira da sempre Materazzi. La seconda opzione, invece, porta in Premier League, dove il neopromosso QPR cerca calciatori esperti da inserire in una squadra che dovrà lottare coi denti per raggiungere una difficile salvezza.

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UNA STORIA DA DURO CON IL CUORE TENERO – Tante le pagine nerazzurre scritte in dieci anni di militanza nell'Inter di Moratti. Marco Materazzi arrivò all’Inter nel 2001, dopo una straordinaria stagione giocata nel Perugia di Luciano Gaucci. Sin da subito conquistò un posto da titolare nella squadra e un posto nel cuore dei tifosi: sugli spalti di San Siro molti striscioni erano dedicati a lui nelle partite più importanti, alla sua forza e alla sua tenacia nel perseguire gli obiettivi preposti.
E con il popolo nerazzurro ha sempre vissuto gioeie e dolori, senza mai nascondersi o vergognarsi delle proprie sofferenze come le lacrime di quell'indimenticato 5 maggio 2002 a Roma, stadio Olimpico quando l'Inter perse uno scudetto già vinto contro la Lazio. Amato dai propri tifosi, odiato da quelli avversari, si è macchiato anche di alcuni episodi che hanno rischiato di condizionargli la carriera etichettandolo come un ‘duro' o come ‘cattivo', come nel caso della maxi-squalifica ricevuta nel 2004 dopo l'aggressione al difensore Cirillo che costò nel 2004 5 mila euro di multa e uno stop di 8 giornate di campionato. Proprio la fama di difensore ‘fisico‘ che predilige il contatto con l'avversario di turno al limite del regolamento lo porta ad essere spesso inquadrato dal tifo avversario come un giocatore ‘scorretto',  punto di riferimento prediletto per cori, striscioni e insulti che in tutta Italia non mancano mai nei suoi confronti. Eppure, per il popolo interista, quella sua ‘cattiveria‘ è semplicemente l'esternazione di una grinta e di un attaccamento ai propri colori difficilmente eguagliabile altrove: laddove non arriva per evidenti carenze tecniche, Materazzi si erge a totem difensivo grazie al proprio carattere e tenacia, sempre ultimo a mollare sul terreno di gioco. Un duro dal cuore tenero, capace di piangere il 5 maggio o all'addio di Mourinho a Madrid, di essere il primo amico oltre che compagno di tutti i nuovi arrivati nello spgogliatoio interista, da Eto'o a Nagatomo; immagine che fa da contrasto a quella di ‘duro‘ che si esplicava in campo o fuori con le polemiche a distanza con Ambrosini o Ibrahimovic, con Zidane e Vieira.

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LE VITTORIE SUL CAMPO – Tornando al calcio giocato, dopo anni di risultati un po’ deludenti, la squadra interista incominciò il suo ciclo vincente. Marco Materazzi mise la sua firma alla vittoria dello scudetto della stagione 2006/2007 con Roberto Mancini in panchina, lasciando il segno con ben 10 gol. Con Josè Mourinho non ha mai trovato molto spazio in campo, ma lo stesso Special One gli concesse l’onore di giocare pochi minuti della finale di Champions League a Madrid contro il Bayer Monaco, dimostrando con i fatti quanto tutti già sapevano: l'importanza di Materazzi all'interno di uno spogliatoio che lo ‘viveva‘ come un vero leader. Poi le incomprensioni con Benitez e il purgatorio con Leonardo fatto di scelte tecniche che hanno emarginato dal terreno di gioco Matrix, rimasto comunque saldamente a capo di un gruppo che ha sempre visto in lui un punto di riferimento essenziale.

“ "Benitez? Era come far guidare a un vigile una Formula 1" ”
Marco Materazzi

DALL'INTER ALL'ITALIA – Ma Materazzi è anche patrimonio del calcio nazionale, non solo di quello nerazzurro. Esordisce in Nazionale a 27 anni, il 25 aprile 2001 in Italia-Sudafrica (1-0), sotto la direzione del CT Giovanni Trapattoni e con la Nazionale parteciperà ai Mondiali 2002, agli Europei 2004, ai Mondiali 2006 e agli Europei 2008. Il suo fiore all'occhiello in Azzurro, ovviamente è il titolo mondiale del 2006. Parte come riserva, ma diventa titolare a causa dell'infortunio di Alessandro Nesta: per lui sarà un crescendo rossiniano che culminerà nel gol in finale contro la Francia e nell'episodio immortalato in diretta tv, della testata di Zinedine Zidane che costò l'espulsione al campione transalpino, fino al rigore decisivo che diede il quarto titolo mondiale all'Italia.

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Poi, nel 2008, Matrix riuscì comunque a conquistare la fiducia di Donadoni per gli Europei 2008: una avventura, l'ultima, che finirà con l'eliminazione azzurra ai quarti di finale.

Marco Materazzi è un pezzo di storia del nostro calcio. Ha conquistato nella sua carriera da calciatore 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppa Italiane, una Champions League, un Mondiale per Club, un campionato del Mondo con la nazionale azzurra. Non solo, nella stagione 2000-2001 diventa anche il difensore più prolifico del campionato italiano, con 12 gol segnati in una stagione  con la maglia del Perugia. Nel 2006, grazie alla vittoria mondiale, riceve il ‘Collare d'Oro al Merito Sportivo‘ e il titolo di ‘Ufficiale Ordine al Merito della repubblica Italiana'. Nel 2007 riceve il premio agli Oscar del Calcio come miglior difensore di tutta la serie A.

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