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Maradona: “Io vice presidente Fifa e faccio pulizia”

L’ex Pibe de Oro si schiera al fianco del principe Alì bin Al-Hussein di Giordania, alter ego di Blatter nella corsa alla presidenza Fifa nell’ultimo congresso.
A cura di Maurizio De Santis
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La Fifa è travolta dallo scandalo corruzione che ha causato un terremoto ai vertici: dagli alti funzionari (come l'ex vice-presidente Warner) fino a Jerome Valcke (segretario della Federazione mondiale) e a Sepp Blatter (il numero rieletto da poco e poi dimessosi), l'inchiesta condotta dal Dipartimento di Stato americano ha messo a nudo il lato oscuro del potere di quanti hanno retto finora le fila del calcio internazionale. Le indagini hanno dato il primo scossone poi servirà provare quelle accuse dalle quali tutti (o quasi) i protagonisti finiti sotto i riflettori dell'FBI dovranno difendersi in tribunale. Il ‘colonnello' svizzero – come soprannominato dagli avversari – ha chiuso la sua esperienza al timone dell'organizzazione, un nuovo congresso entro maggio del 2016 sancirà il rinnovamento.

Nel novero dei papabili c'è il principe Alì bin Al-Hussein di Giordania, l'alter ego nella corsa alla presidenza che nell'ultima elezione s'era ritirato dopo il primo scrutinio vista la palese differenza di voti in favore di Blatter. Al suo fianco si schiera Diego Armando Maradona, da sempre rivale e fautore di denunce pubbliche contro il sistema di gestione della Fifa. "Se il principe Alì vince, ho molte chance di diventare vice-presidente – ha ammesso l'ex Pibe de Oro ai microfoni di America Tv -. Se ci riesco, allora comincio l'opera di pulizia. E, soprattutto, spero di poter realizzare anche un'altra idea, costruire campi di calcio da Santiago del Estero (un centro dell'Argentina) all'Africa". Quanto a Blatter, commenta così la decisione di rimettere il mandato: "Ha paura dell'FBI e che potrebbe finire in manette".

‘El Diez', attraverso il proprio assistente Stefano Ceci, chiarisce anche alcune notizie diffuse su presunte dichiarazioni nei confronti di Platini: "In un incontro avvenuto alla fine del mese di dicembre 2013 a Dubai – si legge dalle agenzie -, Michel Platini aveva manifestato il suo rammarico e le sue paure perché era venuto a sapere da fonti confidenziali che vi erano state numerose combine per modificare il risultato di alcuni incontri di calcio in diversi paesi Uefa, di cui lui è il presidente". 

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