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Mancio e il futuro dell’Inter: “Meglio che non parlo”

Il tecnico è rientrato con la squadra dalla deludente campagna di amichevoli americane ma non ha voluto rilasciare commenti al possibile divorzio con la società nerazzurra. Con cui continua il braccio di ferro per un mercato che non decolla e incomprensioni sul progetto della nuova proprietà cinese.
A cura di Alessio Pediglieri
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Tutto può succedere nel mondo del calcio. Anche che l'Inter di Suning e Roberto Mancini ritrovino il feeling perduto. Nel frattempo, bocche cucite. Soprattutto da parte dell'allenatore subito cercato dai colleghi appena sbarcato in Italia dopo la deludente campagna americana dove la squadra ha rimediato solamente brutte figure contro Psg e Bayern Monaco. Ma l'allenatore nerazzurro non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione, malfgrado i sorrisi e la tranquillità mostrata davanti ai microfoni. Nessun commento alle notizie di un possibile divorzio, nessuna frase in senso contrario. Semplicemente un "no comment".

"Sono state scritte molte inesattezze, l'unica risposta da dare in questo momento è non parlare. Io non ho nulla da dire al riguardo, per il momento". Un sorriso e via. Roberto Mancini ha congedato la stampa in 10 secondi, rispedendo le domande – e i dubbi – direttamente al mittente. Dunque in casa Inter l'acqua resta alta, a livelli d'allarme. Il tecnico è sfiduciato da una campagna americana dove la squadra ha dimostrato tutta la propria pochezza. Non conta, o conta poco, che molti titolari fossero fuori forma, altri mancavano o non erano disponibili. Con una rosa così malferma non si va da nessuna parte soprattutto se si leggono le campagne acquisti delle avversarie.

Mancini lo sa e per questo aveva chiesto un confronto diretto subito, in terra americana. La proprietà non gliene ha concesso uno, bensì due: il primo con i dirigenti Suning, il secondo direttamente con Thohir, il presidente senza portafoglio. Nel primo caso, l'incontro c'è stato, a New York ma è apparso insoddisfacente: nulla è cambiato, nessuna dichiarazione è arrivata per stemperare la tensione. La guerra fredda è rimasta tale e segnali di disgelo non ce ne sono stati. Nel secondo caso è andata anche peggio: il faccia a faccia Thohir-Mancini non c'è nemmeno stato e questo ha alimentato altra legna sul fuoco.

Adesso, con il rientro a Milano sarà più difficile filtrare le notizie, sempre che questo sia stato fatto al di là dell'Oceano. Per l'Inter sono i giorni della verità: adesso si dovrà chiudere per Candreva, si dovrà definire la pista che porta a Gabigol e quella che conduce a Londra, da Oscar. Senza dimenticare il nodo Icardi, giocatore incedibile. Fino a 70 milioni. Che farebbero felice l'Inter ma non certo Mancini che si ritroverebbe senza attaccanti né certezze. Anche perché in tempi non sospetti, lo stesso tecnico aveva ricordato che tra il dire di tornare in Europa e il dimostrare con i fatti di volerlo fare erano due cose differenti. E la nuova proprietà avrebbe dovuto spiegargli il proprio punto di vista proprio su questo argomento.

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