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Mancini: “Mentalità e mercato, l’Inter deve cambiare”

Il giorno dopo la sconfitta, il tecnico nerazzurro è ancora a Roma per la nomina a Goodwill Ambassador Unicef: “Mercato? Ne discuterò con la società, ma dovremmo prendere calciatori essenziali”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il giorno dopo la sconfitta è più dura ancora. Le quattro reti incassate all'Olimpico, a fronte di una gara in bilico fino a quando Pjanic non s'è messo a fare magie, ridimensionano anche l'effetto Mancini. Nella Capitale il tecnico nerazzurro riceve la nomina a Goodwill Ambassador Unicef ma l'espulsione e il ko sono cattivi pensieri che gli ronzano in testa: "Sapevamo che non sarebbero state rose e fiori, ci sono dei problemi e piano piano li risolveremo". Mentalità e mercato da grande squadra, concetti chiave che preferisce affrontare in un secondo momento, quando saranno sbollite delusione per lo stop e rabbia per l'espulsione… "ancora non ho capito perché sono stato cacciato ma non ho voglia di parlare di arbitri adesso". Quanto alle prossime trattative per provare a migliorare la rosa, traccia una linea spartiacque: "Per ora pensiamo a recuperare punti poi parlerò con il presidente di calciomercato. Devo prima rivedere bene certe cose e comunque dovremmo prendere calciatori essenziali. Non agire tanto per fare arrivare qualcuno".

Agganciare la Champions è ancora possibile? "Più che guardare la classifica – ha aggiunto Mancini – adesso dobbiamo solo pensare a conquistare due, tre risultati utili consecutivi per alimentare fiducia nei nostri mezzi. Il modulo? Non è questo a farti vincere, certi errori sono derivati da altro. Serve una mentalità diversa perché siamo l'Inter e dobbiamo pensare da Inter. Fin dove possiamo arrivare? La concorrenza è forte, Genoa e Samp stanno facendo bene poi ci sono Napoli, Milan e Fiorentina".

Corsa scudetto, affare a due. L'ultima giornata di campionato ha confermato che Juventus e Roma hanno una marcia in più. "Saranno loro due a contendersi lo scudetto. La Roma gioca bene, ha calciatori tecnici, di qualità, la Juve è solida".

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