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Mancini esalta Balotelli: “E’ fantastico, ma deve capire che può essere un fuoriclasse”

Il tecnico che ha lanciato l’attaccante ai tempi dell’Inter, spende parole di grande stima per lui in una lunga intervista a L’Equipe.
A cura di Marco Beltrami
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“Indomabile”. Così L’Equipe, popolare quotidiano transalpino, celebra Mario Balotelli dedicandogli addirittura la prima pagina. Chi l’avrebbe mai detto solo pochi mesi fa, quando l’attaccante italiano, finito nel dimenticatoio a Liverpool, era alla ricerca di una squadra che gli permettesse il rilancio. Rilancio che è andato in scena a Nizza con Balo, tornato a vestire i panni di SuperMario con 6 reti in 5 partite tra campionato e coppa. Momento d’oro per la punta che dopo aver conquistato la Costa Azzurra e la Francia vuole riprendersi la nazionale italiana. Per celebrare al meglio le gesta di Balotelli, L’Equipe ha deciso di intervistare Roberto Mancini che dopo averlo lanciato all’Inter, lo ha allenato anche al Manchester City.

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Il manager jesino attualmente senza squadra dopo la turbolenta conclusione della sua esperienza all’Inter, inizialmente riluttante ha deciso poi di accettare e non lesina complimenti per la punta: “Perché tutti hanno sempre qualcosa da dire su Mario? Credo che sia anche stancante per lui. Ma alla fine ho accettato, perché sono felice per lui che stia andando bene al Nizza. Con me si è sempre comportato bene. Una parola per definire Mario? Fantastico. Sia come giocatore che come ragazzo. Nel bene e nel male. Per me è un giocatore speciale, per tutto ciò che ha fatto in campo e anche fuori. Lo rispetto molto. Spero che capisca di avere una chance per diventare un giocatore d'alto livello. Ha segnato cinque reti in tre partite con il Nizza. Ne deve segnare almeno venti in questa stagione! Però Mario deve finirla di togliersi la maglietta ogni volta che ne fa uno. Per lui fare gol deve essere una cosa normale".

Mancini e il debutto di Balo in nerazzurro

Mancini ha ricordato gli inizi di Balotelli all’Inter e il suo debutto nella massima serie nel 2007/2008: "Ho cominciato a farlo giocare nell'Inter quando aveva diciassette anni. Visto che io ho iniziato a giocare in Serie A a sedici anni, mi piace far debuttare i giovani. Lui era davvero impressionante. Ero certo che sarebbe divenuto un fuoriclasse. In campo era tranquillo e giocava con sangue freddo. Durante quella stagione, è sempre stato perfetto in allenamento e in partita. È diventato campione d'Italia alla sua prima stagione, ed è raro. Però, a diciassette anni, non poteva sopportare tutta quella pressione che gli è salita addosso. Una cosa che può pesare su un ragazzo sensibile come Mario. Lui è sensibile, ma non è fragile. È un bravissimo ragazzo, con un cuore grande. Molto educato. Sempre rispettoso nei miei confronti. A volte può infastidirti, ma è impossibile non volergli bene”.

Un rapporto molto forte quello tra il Mancio e SuperMario, con l’allenatore che è molto dispiaciuto per il tempo sprecato dal giocatore nella sua carriera che spera possa finalmente mostrare tutte le sue qualità: “Mi dispiace molto che abbia perso così tanto tempo negli ultimi anni. Con le sue qualità, avrebbe potuto fare molto di più. Se capisce che il Nizza gli ha dato una grande opportunità… Ha solo ventisei anni, per fortuna. Ma la carriera passa velocemente. Deve pensare solo a lavorare. Non possiamo permetterci di sprecare le qualità che il Signore ci ha donato. Ricordo Adriano, che ho avuto all'Inter. Poteva diventare un crack, ma si è perso. E Balotelli è più forte di Adriano: il brasiliano sfruttava bene le suo doti fisiche, ma Balotelli è un'altra cosa. Lui ha delle qualità tecniche che Adriano non possedeva.

Mancini, fratello maggiore di Mario

"Il rapporto tra me e Mario? Non come uno psicologo, ma come un fratello maggiore. Vedo così il nostro rapporto. Non un rapporto padre-figlio, anche se Mario ha la stessa età di uno dei miei figli. Ma quando mi arrabbiavo con lui, era come essere un padre. La mia speranza, come fratello maggiore, è che diventi un grandissimo giocatore".

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