La Top 11 dei mancini d’oro. Dybala nel tridente con Messi e Griezmann
Il mancinismo, che non è una setta che segue dogmaticamente i dettami tattici dell’allenatore Roberto Mancini, ma una tendenza ad usare, in parte o del tutto, il lato sinistro del corpo per compiere azioni di vita quotidiana, per alcuni calciatori è una caratteristica eccezionale, distintiva, dominante. Basti pensare che, al di là delle celebri personalità mancine come Bill Gates, Paul Verlaine o addirittura Leonardo Da Vinci, il calciatore più forte di tutti i tempi, Maradona, era sinistro.
Un piede forte, fatato che ha contraddistinto la carriera di molti e che ancora oggi, col suo essere una rarità rispetto alla maggioranza destrorsa dei calciatori, continua a caratterizzare tanti, tantissimi campioni in giro per il pianeta. E così, per puro gioco ma anche, magari chissà, per stimolare i videogiocatori a formare un undici di soli mancini, ecco, al momento, i talenti di piede sinistro più forti e apprezzati in giro per il mondo.
L'undici dei mancini più forti al mondo
Courtois, il mancino di porta
Ad inaugurare questa formazione composta da soli undici calciatori mancini troviamo il portiere del Chelsea Courtois. Un portiere, anzi un portierone che, pur finito nel mirino della critica per alcune gravi sbavature nella gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League col Barcellona, vince il diretto confronto con l’altro mancino in ballottaggio, ovvero Ederson, per via di un valore di mercato, al momento, più alto.
Il belga, infatti, pur avendo attraversato una stagione non proprio al top e vedendosi superato nel confronto aperto col brasiliano per clean sheet a referto, 16 a 19, si guadagna una maglia da titolare per i suoi attuali 60 milioni di market value. Una quotazione importante, che supera di 10 lunghezze/milioni quella dell’estremo difensore del Manchester City e lo pone, al centro, di questo ideale progetto tecnico.
Difesa coriacea: Jordi Alba e Marcelo sulle fasce
Davanti al belga, un pacchetto arretrato di assoluto valore, sempre col mancino come punto di riferimento, guida e strada maestra da perseguire.
Un reparto, tenendo insieme tutti, da ben 220 milioni di euro che ben definiscono la forza di questa retroguardia abile, attacco-difesa, di garantire un ottimo rendimento a questa ipotetica formazione. E sì perché in fase di spinta, questo sodalizio, non avrebbe alcun tipo di problema con Marcelo da una parte e Jordi Alba dall’altra così come non avrebbe alcun problema in fase di chiusura ed impostazione con, al centro, qualità e quantità grazie al duo, tutto transalpino, Umtiti–Laporte.
Centrocampo a tre: James e Saul mezzeali
A centrocampo, la qualità resta quasi intatta con i tre mediani impiegati a missare, abbinare forza fisica, atletismo a tanto, tanto talento. Nello specifico, il riferimento è a tre mancini che, in questo preciso momento storico, stanno attraversando uno straripante periodo di forma. Calciatori, del calibro di James Rodriguez che sfiderà proprio la sua ex squadra, il Real Madrid, nelle prossimi semifinali di Champions ma anche della levatura di Saul Niguez capace, nel giro di due/tre anni, di rivelarsi uno dei prospetti più forti ed interessanti non solo dell’Atletico Madrid ma di tutto il calcio spagnolo. Il tutto, per un triumvirato di eleganza completato da Lemar del Monaco che restituisce una linea mediana di assoluto valore e dalle grandi, grandissime capacità.
Attacco d’oro: Messi, in tandem con Dybala e Griezmann
Infine, a chiudere questo ideale top ‘left’ team, arriviamo all’attacco con il reparto avanzato chiamato a concretizzare la mole di gioco prodotta dai ‘mancinisti’. E pensando ai nomi che potrebbero ritrovarsi a condividere quella porzione di campo e le magie dei loro sinistri, l’impresa sembra tutt’altro che impossibile con, sul rettangolo verde, potenzialmente un centinaio di gol a stagione.
E sì perché da destra a sinistra, con Griezmann punta centrale, troveremmo Dybala e Messi, compagni, Sampaoli permettendo, di Nazionale per un tridentazo di quelli da far tremare i polsi e mettere in costante apprensione le difese avversarie. Un tridente senza troppa fisicità ma con un estro ed una fantasia al servizio della giocata, del calcio bailado e della tecnica: del calcio cioè, più spettacolare che possa manifestarsi su un rettangolo verde.