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Mancini: “Ci vorrà tempo e pazienza, ma riporterò l’Italia dove merita”

Il commissario tecnico azzurro, atteso dalle prime partite ufficiali di Nations League, ha ritirato il premio Nereo Rocco e parlato dei suoi obiettivi: “Vogliamo tornare a lottare per il campionato del mondo e per il campionato d’Europa. Questa è la nostra forza, vogliamo arrivarci anche in fretta”.
A cura di Alberto Pucci
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Archiviate le prime amichevoli della sua gestione, che sono servite per prendere confidenza con la panchina azzurra, Roberto Mancini è all'alba di un percorso lungo e difficile. Il commissario tecnico, chiamato dopo la gestione Tavecchio-Ventura, ha infatti l'obiettivo di riportare la nazionale azzurra a lottare per traguardi ambiziosi: il primo di questi, anche se non ha l'importanza e il fascino di un Mondiale o di un Europeo, si chiama Nations League.

In attesa di sfidare Polonia e Portogallo, il mister di Jesi ha intanto ricevuto il Premio Nereo Rocco: "È un onore ricevere un premio così importante e prestigioso – ha dichiarato il "Mancio" – Rocco è stato un allenatore che ha fatto la storia del calcio". A margine della premiazione, il ct azzurro ha poi parlato del lavoro che lo aspetta nei prossimi mesi.

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L'ambizione del Mancio

"Mi ha fatto piacere rivedere i miei gol e quando giocavo, ma adesso sono il ct dell'Italia e dico subito che non sarà un lavoro semplice – ha continuato ManciniSperiamo di renderlo tale, ma ci vorrà tempo e pazienza. La strada sarà lunga e la speranza è quella di riportare la Nazionale italiana dove merita. Vogliamo tornare a lottare per il campionato del mondo e per il campionato d'Europa. Questa è la nostra forza, vogliamo arrivarci anche in fretta".

Le dichiarazioni del selezionatore azzurro sono arrivate a neanche 24 ore da quelle rilasciate in conferenza stampa. Davanti ai giornalisti, Mancini ha rivelato tutta la sua emozione per le prime partite che contano: "Sì, sono emozionato di iniziare a giocare per i tre punti. Affrontiamo la Nations League convinti di fare bene, di vincere. L'importante è diventare squadra al più presto, perché in fin dei conti sono solo 3-4 al mondo i giocatori che possono vincere da soli le partite".

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