Manchester City, la rivincita di Guardiola per una prima storica
La prima volta non si scorda mai. In cinque partite contro il Barcellona, il Manchester City aveva sempre perso e segnato solo due gol. Ne realizza di più, tutti insieme, in 90′ bellissimi e indecifrabili, fra errori e ritmo altissimo, fra la paura e la voglia, l'orgoglio e il riscatto. Per 40′ c'è solo Barcellona, il 90mo gol di Messi in Champions mette paura al City che soffre, balla ma non crolla. Dal nulla, però, la partita si stravolge. Gundogan apre, e chiude, una rimonta meritata, completata in mezzo dalla notevole punizione di De Bruyne. Il 3-1 avvicina e non poco il City all'obiettivo minimo, la qualificazione agli ottavi che lo 0-4 del Camp Nou sembrava aver allontanato, cancellato come la fiducia dei Citizens svanita nelle sei partite senza vittorie, la peggior serie di Guardiola in carriera, prima del poker al WBA
Le formazioni – Il Pep ritrova dall'inizio De Bruyne e Aguero, dopo la doppietta di sabato, si riprende la maglia da titolare. Fuori Fernando e Nolito. Guardiola recupera a destra capitan Zabaleta, che non giocava proprio dalla sfida di andata. E' lui a dover chiudere su Neymar, che completa il tridente da 30 gol in stagione con Suarez e Messi, titolare per la 100ma volta in Champions. Rispetto al 4-0 del Camp Nou Luis Enrique cambia solo il terzino destro, che sarà Sergi Roberto, e Mascherano scala centrale al fianco di Umtiti. Andre Gomes, nel ruolo di Iniesta, completa la linea mediana con Rakitic e Busquets.
Cambiamenti – Rispetto all'andata, Guardiola prometteva un pressing diverso, una copertura diversa dello spazio che negli anni blaugrana definiva "il nostro vero centravanti". La promessa si realizza. Il City resta più basso, senza palla, anche per chiudere meglio su Busquets e ripartire.
Gioco posizionale – Il gioco del Barcellona, spiegava l'ex Denis Suarez al Guardian, "è posizionale. Ogni giocatore rispetta la sua posizione e ogni portatore di palla ha almeno due compagni che formano un triangolo per l'uscita del pallone. Quando iniziavo nel Barcellona B il coach Eusebio divideva il campo in quadrati e mi diceva: rilassati e stai nella tua zona, non andare per il campo a cercare palla, il pallone ti arriverà". Si conferma comunque la tendenza già evidente al Camp Nou: la partita si gioca sugli esterni, né Guardiola né Luis Enrique rinunciano all'idea di svuotare il centro del campo alla base delle rispettive filosofie.
Protesta Aguero – Con Aguero, la costruzione della manovra dei Citizens guadagna in profondità. Sterling, fra i più attivi e forse il migliore degli inglesi all'andata, mette da subito sotto pressione Digne. Suo al 10′ l'episodio che accende la partita. Spalle alla porta, va via a Mascherano, entra in area, duella con Umtiti, notevole per freddezza nella gestione del pallone, che lo atterra: il contatto c'è, Kassai lo ammonisce per simulazione. Sono le transizioni e le coperture preventive a decidere il match, come all'andata.
Vantaggio Barça – Il tiro murato di Aguero scatena un contropiede letale dei bllaugrana. Nessuno va in chiusura su Neymar, pescato su un filtrante lungo di Messi anche più spostato sull'esterno rispetto alle intenzioni. Il brasiliano mette la Pulce davanti a Caballero, de Bruyne rivela che non ha esattamente i tempi di uscita di un difensore centrale, ma non deve certo essere lui l'uomo più arretrato nella transizione negativa dal corner in favore del City. L'argentino da lì è una sentenza: gol numero 17 alle inglesi, il 90mo in carriera in Champions e vantaggio Barcellona.
Pari a sorpresa – I blaugrana danno l'impressione di far male ogni volta che arrivano negli ultimi 20 metri, anche grazie ai costanti inserimenti di Andre Gomes. Dopo un paio di conclusioni intercettate, alla mezz'ora Gomes illumina Messi, velocissimo a inserirsi alle spalle della difesa, e al volo traccia un cross appena troppo lungo per Suarez. Il Barça, però, grazia il City. Non raddoppia e sull'unico disimpegno sbagliato nell'uscita bassa del primo tempo, paga dazio. Nel momento migliore dei blaugrana, Aguero ruba palla al limite e apre il triangolo che Sterling, gran partita la sua, rifinisce e Gundogan finalizza. E in 2′ il City rischia di cambiare la storia del match ma Aguero sul secondo palo non arriva per pochissimo sul diagonale mancino sporco di Fernandinho.
Ripresa, cambia tutto – Nel secondo tempo il City cambia marcia e strategia. Getta la maschera, torna a pressare alto e subito Aguero sradica palla a Busquets prima di illuminare vero Sterling, che si chiude l'angolo di tiro con un controllo decisamente rivedibile. Il destro da fuori di Aguero, appena largo, è il segnale di quel che sarà. Il tracciante su punizione di De Bruyne, al terzo gol stagionale, esacerba il leggero errore di piazzamento di ter Stegen e ribalta la storia della partita. Il City sale di intensità, migliora nei tempi di pressione e il Barcellona si fa vedere solo con l'apertura non riuscita di Messi, dopo il bel dialogo con Neymar, per Rakitic bravo a vedere l'occasione di beffare tutti sul secondo palo, con Zabaleta non per la prima volta sorpreso a stringere troppo la diagonale difensiva in fase di non possesso.
Ballano i blaugrana – Perfetta al 62′ la transizione con Kolarov che avvia, David Silva ad accompagnare nei semi-spazi e a disegnare un filtrante basso in campo aperto che non diventa letale solo perché a centro area De Bruyne, molto più reattivo negli inserimenti classici di quello che diventa il 3-2-5 guardioliano, è appena in ritardo. L'uscita di Fernandinho per Fernando cambia poco tatticamente, in una partita che diventa schizofrenica. Il retropassaggio sciagurato di Stones diventa un assist per Suarez che illumina Andre Gomes: il rigore in movimento, però, è sulla traversa. De Bruyne riesce ancora a mettere in crisi i tre centrocampisti blaugrana, espone la mancanza di equilibrio di una squadra in cui Busquets da solo non basta ad arginare le due mezzeali dei Citizens, ma mette fuori di poco uno dei suoi classici tiri a giro dal limite.
Aguero continua a fare tutta la differenza del mondo rispetto all'andata. E' lui che al 73′ crea la superiorità numerica, con De Bruyn che accompagna in mezzo. Intuisce lo srotolarsi di un'occasione potenziale il belga che sfrutta la linea difensiva alta e la mette in area sulla corsa di Jesus Navas, entrato per Sterling e capace in 20′ di spaccare la partita. Il suo cross teso è "parato" da Aguero, che tocca col braccio ma attaccato al corpo, ma Gundogan, caldissimo, ribadisce e suggella la seconda doppietta consecutiva.
E' il colpo del ko. E' gioco, partita, incontro per gli allievi che si scoprono maestri. In un tempo, Guardiola ha stravolto orizzonti e scenari, ha costretto il Barcellona alla 18ma sconfitta in 68 partite di Champions. Ha rimesso al centro un progetto, un'idea, una linea di pensiero. Tra il futuro e il moderno. Contro il suo passato.