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Manchester City, infortunio a Lampard: esce in barella

Lampard costretto a uscire dopo mezz’ora di gara contro il Tottenham. Un tackle duro lo mette ko: l’ex Chelsea avverte un dolore alla coscia ed è costretto a lasciare il campo in barella.
A cura di Maurizio De Santis
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E' uscito dal campo in barella, con le mani che quasi gli nascondevano la faccia e gli occhi lucidi per il dolore. Mai avrebbe versato lacrime, un guerriero non lo fa mai sul campo di battaglia. Nemmeno quando è battuto. Nella gara contro il Tottenham Franck Lampard alza bandiera bianca poco prima della mezz'ora del primo tempo: un tackle troppo duro lo atterra. Vorrebbe continuare a giocare ma è costretto ad arrendersi alla fitta che avverte alla coscia e lo mette ko. Esce in barella tra gli applausi, dopo aver procurato un rigore (generoso) e messo lo zampino anche in occasione del vantaggio di Aguero, quando la sua sagoma nel cono visivo del portiere ha riportato alla mente la rete di Bonucci e la posizione di Vidal in fuorigioco. Episodio che in Italia ha scatenato polemiche avvelenate a margine di Juventus-Roma. Nel furore della Premier, però, non c'è spazio per questo e la standing ovation tributata a uno dei più forti centrocampisti d'Inghilterra porta via anche l'accenno di proteste.

Lui, icona della tradizione ‘blues' e della nazionale dal 1999, merita ben altro: cori d'incitamento, applausi e l'augurio di rivederlo di nuovo nel vivo dell'azione quanto prima. A 36 anni, dopo averne trascorsi 13 nel Chelsea (648 partite), con la maglia dei londinesi ha battuto un piccolo record: è il calciatore che ha segnato più reti (211) nella storia del club pur non ricoprendo il ruolo d'attaccante. Tre campionati vinti e una Champions fanno bella mostra in bacheca e alimentano la leggenda del capitano, dell'uomo e del professionista. Un gigante per le doti umane e caratteriali, perfino quando ha segnato proprio alla ex squadra nessuno s'è azzardato a fischiarlo, insultarlo, attaccarlo per aver bloccato le ambizioni di Mourinho e di chi, come Terry, l'ha riempito di calci e marcato stretto fino al 90′ salvo abbracciarlo a fine gara. Altra pasta, altro clima. Altra stoffa.

Il manager dei Citizens, Manuel Pellegrini, vorrebbe trattenere Lampard per tutta la stagione ma Franck a gennaio andrà via per recarsi negli States e giocherà nella Major League Soccer a stelle e strisce: già, al Manchester si trova solo in prestito perché l'ex bandiera dello Stamford Bridge è tesserata per i New York Yankees. La franchigia americana è di proprietà al 75 per cento del Manchester City – ‘caro' all'emiro Khaldoon Al Mubarak – e del 25 per cento dei New York Yankees, la storica squadra di baseball della città. Sei mesi in prestito in Inghilterra indossando la maglia di un club acerrimo rivale fino a poche settimane prima: perché la vita continua ma il passato non si cancella.

Quando seppe che avrebbe indossato la casacca del Manchester Mourinho lo salutò così: "Quando un calciatore lascia una squadra e va a giocare per una sua diretta avversaria non sta andando lì in vacanza, sta andando per una nuova avventura e per battere il suo ex club. Tutti pensano che sia ancora la sua squadra del cuore, ma che non lo è più".

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