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Manchester City, guida in stato d’ebrezza: patente ritirata a Yaya Tourè

Il centrocampista ivoriano è tornato al centro delle critiche per essere stato arrestato, e poi rilasciato, dalla polizia di Manchester per guida in stato di ebrezza. Il giudice ha deciso oggi di sospendergli la patente per i prossimi 18 mesi. Possibili anche decisioni disciplinari da parte del club.
A cura di Alessio Pediglieri
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Ancora brutte notizie per Yaya Tourè che adesso si è visto ritirare la patente di guida per 18 mesi, colto in stato d'ebbrezza da parte della polizia inglese mentre era su una delle sue prestigiose auto. Un episodio che riporta il gigante del Manchester City al centro della cronaca e delle polemiche mentre il suo controverso rapporto con il club continua a destare voci di mercato per una sua possibile partenza a gennaio. Il centrocampista ivoriano non è nuovo a episodi del genere e anche il club a questo punto potrebbe prendere dei provvedimenti disciplinari nei suoi confronti.

Alcool test positivo, ripetuto due volte

Il fatto è avvenuto lo scorso 3 dicembre quando Yaya Tourè è stato arrestato dalla polizia inglese a causa di guida in stato d'ebbrezza: oggi ha ricevuto la sentenza relativa a questo spiacevole episodio con la conferma del ritiro della patente. Le analisi erano state fatte due volte, prima al momento della fermata in strada, poi un'ora più tardi al commissariato di polizia. Il giocatore era stato comunque subito rilasciato. Una notizia che aveva fatto immediatamente il giro dei tabloid e dei siti inglesi. Adesso, come riportato da ‘BBC Sport', il giudice ha deciso per il ritiro per un periodo di 18 mesi.

Il tentativo di difesa: sono musulmano

Lo stesso Yaya Tourè ha provato a discolparsi tramite un messaggio inviato ai suoi sostenitori, apparso sul suo profilo Facebook, che però non ha trovato terreno fertile per ridimensionare il caso. Richiamando un episodio risalente al 2012 quando, davanti a tutti, Tourè rifiutò di brindare il premio di miglior giocatore della partita, bevendo champagne: "Nelle ultime settimane c'è stata una certa confusione nell'attribuirmi la guida in stato d'ebbrezza. Come noto io sono musulmano e la mia religione mi vieta di bere. Chi mi conosce sa bene che rifiuto l'alcool, anche lo champagne che di solito spetta al ‘Man of the match' dopo una partita". Parole che, evidentemente non corrispondono alla verità e che aggravano il clima pesante attorno al giocatore.

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