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Macheda: “Tornare in Italia, l’errore più grande della mia vita. Aveva ragione Ferguson”

L’attaccante non nasconde il rimpianto per una carriera che sarebbe potuta essere molto diversa se fosse rimasto in Premier seguendo i consigli dell’ex manager dello United.
A cura di Marco Beltrami
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Federico Macheda sta provando a rilanciarsi nel calcio che conta. L’attaccante classe 1991 dopo aver sostenuto un provino con il Bari finito male, ha raggiunto l’accordo con il Novara altro club di Serie B. 13 presenze e 2 gol all’attivo per la punta che sembrava destinata a ben altra carriera. Impossibile dimenticare quel 5 aprile 2009 in cui mise a segno il gol vittoria con la maglia dello United contro l’Aston Villa. Quello United in cui era cresciuto nelle Giovanili, facendo poi il suo esordio in Premier. Qualcosa però poi non è andata come Macheda avrebbe voluto, con il suo talento che non è mai esploso del tutto anche in Serie A.

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E proprio il trasferimento alla Samp nel 2011 si è rivelato un errore per il ragazzo che a distanza di anni ha svelato un retroscena ai microfoni di Espn sul suo passato: “Ho fatto arrabbiare Ferguson, al Manchester avevo giocato qualche partita, ma avevo bisogno di giocare ogni settimana. Ferguson mi voleva mandare in prestito, è stato ragionevole, molti club di Premier League mi avrebbero preso, come Everton e Sunderland. Ma io volevo giocare in Italia, in Serie A. Ferguson non era d’accordo e mi ha detto che sarebbe stato meglio se avessi giocato in prestito in Inghilterra in modo che potesse tenermi d’occhio e mi ha detto che in Italia non aveva lo stesso potere. Ho insistito per l’Italia ed è stato l’errore peggiore della mia vita, avrei dovuto dargli ascolto”.

Macheda dunque con il senno del poi considera un grave errore il ritorno in Italia. In Inghilterra, l’attaccante avrebbe potuto completare il suo percorso di crescita, senza “bruciarsi”. Invece alla Samp qualcosa è andato storto anche a causa di alcuni pregiudizi nei suoi confronti: “In quella stagione la Sampdoria era arrivata ai preliminari di Champions League, avevano una buona squadra. Avrei sostituito Cassano e giocato in attacco con Pazzini. Sono partito bene e ho giocato subito contro l’Udinese, poi ho giocato da titolare contro Milan, Napoli, Juventus e Roma. Dopo un po’ hanno ceduto Pazzini all’Inter, avevo solo 19 anni e mi sono dovuto prendere una responsabilità che non potevo prendermi. Mi dicevano: ‘viene dal Manchester United, chi si crede d’essere’. Ho perso fiducia in me stesso e ho cominciato a chiedermi se fossi abbastanza bravo”

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