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Lo scandalo di Salerno, specchio di un calcio che non conosce più nemmeno la vergogna

Un derby durato meno di 20′, le minacce ultrà, un’intera società dimissionaria e una squadra sotto inchiesta. E la totale assenza delle istituzioni nel walzer infinito dell’ipocrisia.
A cura di Alessio Pediglieri
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salernitana nocerina

Per comprendere la gravità dell'accaduto è necessario per una volta iniziare dalla fine. Da una città in festa, da piazze e vie affollate da tifosi che cantano e intonano cori per la propria squadra dopo che il tam-tam diffusosi sempre più possente tramite web e i social network al grido di "Tutti in piazza a festeggiare… ha vinto il popolo nocerino" aveva spinto la gente  a scendere in strada a festeggiare. Che cosa? Non certo una promozione o una vittoria importante conquistata sul campo, ma semplicemente il fatto di aver imposto il proprio dictat a istituzioni sportive, squadra e società riuscendo a trasformare in una autentica farsa una partita di Lega Pro, il derby contro la Salernitana in programma all'ora di pranzo. Tutto perchè il Prefetto aveva imposto, per la delicatezza dell'incontro e per i pessimi rapporti tra le due curve, l'impossibilità da parte dei tifosi rossoneri di entrare allo stadio. "O con noi o nessuna partita!" avevano subito alzato i toni gli ultrà nel corso dei giorni di vigilia del match. Per arrivare al triste epilogo.

Una partita durata 20 minuti e il cui termine anticipato è stato fischiato da parte dell'arbitro perchè la squadra ospite era rimasta con soli 6 giocatori in campo mentre il regolamento ne impone almeno 7. Come è potuto accadere? Nulla di più semplice: la Nocerina ha effettuato in pochi minuti tutti i tre cambi a disposizione e nei restanti secondi successivi a uno ad uno 5 giocatori hanno accusato infortuni e sono stati ‘costretti' ad abbandonare il campo. Così l'arbitro ha dovuto per regolamento fermare l'incontro. Per la gioia degli ultrà che hanno poi festeggiato la propria personale vittoria.

Una vergogna. L'ennesima del nostro calcio in cui oramai sempre più spesso e in modo reiterato appare evidente come i veri padroni non siano dirigenti, procuratori o fantomatici personaggi occulti che manovrano nelle stanze segrete della Federazione. I veri padroni sono gli ultrà. Solo loro. Coloro che davanti ad una ‘tolleranza zero' verso la discriminazione territoriale e atteggiamenti razzisti dagli spalti, scendono in piazza (letteralmente, vedasi San Siro nel pre Milan-Napoli), scrivono comunicati e lanciano accuse, intimidazioni e minacce, pronti a "far chiudere tutti gli stadi d'Italia".  Gli stessi che a Benevento prima minacciano un giocatore, Felice Evacuo, ad autolicenziarsi e a lasciare in 24 ore la città perchè reo di aver salutato la tifoseria della sua ex squadra, poi costringendolo ad un umiliante video di scuse. Gli stessi che in giro per mezza Europa cantano l'antisemitismo e partecipano alla devastazione di locali e pub ‘nemici'. Gli stessi che hanno fatto squalificare da inizio stagione già quattro Stadi scatenando la "guerra contro il calcio moderno" che ha portato ad un totale colpo di spugna della FIGC e delle società varando l'era delle punizioni con la "condizionale".

Adesso non ci si può scandalizzare di quanto accaduto a Salerno. E' una semplice conseguenza naturale degli eventi. Non ci si può imbarazzare per una società che si dimostra totalmente succube della volontà ultrà e dopo l'accaduto comunica che "tutti i dirigenti della Nocerina da questa sera sono dimissionari"; non si può nemmeno accusare un'intera squadra che, minacciata per tutta la settimana di non scendere in campo fino ad essere raggiunta in ritiro nel prepartita da un manipolo di manigoldi, in campo inscena una pantomima oltre ogni comprensibile imbarazzo. Non ci si può neanche stupire dell'ennesima dimostrazione di forza mostrata dal popolo ultrà culminata nei festeggiamenti in giro per la città. E in ultimo, ma non per ultimo, non c'è alcunchè da commentare sulla totale assenza delle istituzioni se non nei commenti di rito dove i massimi rappresentanti della Lega Pro auspicano il massimo della punizione per chi si è prestato a questo ennesimo scandalo. Come se loro ne fossero immuni o esenti. Senza vergogna. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.

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