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Livorno, Dainelli dà l’addio al calcio: “Ho deciso di cambiare vita”

Il trentanovenne difensore del Livorno ha deciso di ritirarsi dopo una lunga carriera: “L’età c’è, quest’anno ho giocato vicino a casa con il Livorno, fortunatamente siamo riusciti a centrare l’obiettivo della salvezza diretta, molto importante per noi, ma adesso ho deciso di cambiare vita e di lasciare il calcio giocato”.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo Sergio Pellissier, suo ex compagno ai tempi del Chievo, anche Dario Dainelli ha deciso di dire basta e di appendere le scarpette al chiodo. Il 39enne difensore, che a giugno spegnerà le sue 40 candeline, ha infatti annunciato il suo addio al calcio nel corso di un'intervista concessa all'emittente televisiva ‘Tele iride': "L'età c'è, quest'anno ho giocato vicino a casa con il Livorno, fortunatamente siamo riusciti a centrare l'obiettivo della salvezza diretta, molto importante per noi, ma adesso ho deciso di cambiare vita e di lasciare il calcio giocato".

Arrivato inesorabilmente il momento di dire basta, ora Dainelli può guardare con soddisfazione la sua lunga carriera da calciatore. 446 gare in Serie A con undici reti, 17 partite nel campionato cadetto e una sola presenza con la Nazionale maggiore: maglia azzurra che ha indossato nel settembre 2006, quando Roberto Donadoni lo convocò per le gare di qualificazione agli Europei 2008 contro Lituania e Francia.

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Il momento della Fiorentina

Arrivato a Livorno nell'estate 2018, dopo essere rimasto senza contratto al termine dell'esperienza con il Chievo, Dario Dainelli ha poi parlato anche del momento negativo che sta passando la società che gli ha regalato le soddisfazioni più grandi nel corso della sua lunga carriera: la Fiorentina. Lo storico capitano viola della formazione allenata allora da Cesare Prandelli, ha infatti voluto dire la sua sulla contestazione del popolo gigliato contro la proprietà della famiglia Della Valle.

"Essendo stato diversi anni a Firenze conosco bene i Della Valle e so quanto tengono alla Fiorentina, a dispetto di cosa possono pensare i fiorentini – ha spiegato Dainelli – In tante occasioni magari non sono riusciti a far trasparire la loro emozione e questa è una pecca per una città passionale come Firenze".

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