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Liverpool, Carragher: “Prego perché Balotelli vada in Cina, e non torni qui”

La grande gloria dei Reds non usa mezzi termini nei confronti di SuperMario, sperando che dopo il prestito al Milan finisce in Oriente.
A cura di Marco Beltrami
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Il futuro di Mario Balotelli?  Difficilmente sarà al Liverpool. Il club di Anfield Road detiene ancora il cartellino del giocatore che non sta certo brillando al Milan. A giugno però il bomber italiano non sembra rientrare nei piani di Jurgen Klopp, e potrebbe addirittura finire in Cina dove non mancano le offerte. A benedire questa operazione ci ha pensato proprio una colonna del Liverpool, ovvero l’ex difensore Jamie Carragher.

Quest’ultimo in uno speciale botta e risposta con i lettori del Daily Mail ha confermato la sua proverbiale schiettezza, spendendo parole tutt’altro che dolci per Balotelli e sugli acquisti italiani dei Reds non fortunati: “Spendemmo un sacco di soldi su Aquilani. Fu preso infortunato, ci ha lasciati da infortunato, e non lo ricordo non infortunato. Non posso credere poi che abbiamo acquistato Mario Balotelli! Il fatto è che di Balotelli dicono tutti che faccia buffonate fuori dal campo, ma non me ne sarei curato se avesse fatto bene sul campo. La gente mi dice che ha talento, ma io non lo ricordo aver fatto una buona partita. Prego con tutto il cuore che qualcuno lo compri nella Chinese Super League dopo il suo prestito. Non penso che qualcuno possa riprenderselo in Premier League”.

I ricordi di Milan-Liverpool

E a proposito di Italia e di Milan, Carragher ha raccontato anche numerosi retroscena relativi alla famosa finale di Champions League del 2015, quando il Liverpool rimontò 3 gol ai rossoneri. L’ex calciatore che ha disputato 737 partite con la maglia dei Reds ha esaltato Benitez: “Stavamo per essere battuti dalla migliore squadra d’ Europa. Noi non lo eravamo nemmeno lontanamente, eravamo finiti quinti in Premier League, ma avevamo trovato il modo di arrivare fino alla finale. L’intero mondo stava guardando, e noi eravamo stati una barzelletta per 45 minuti. Rafa Benitez non è un manager che ti risolleva con parole o discorsi. Cambia le cose tatticamente. Aveva già fatto una sostituzione, con Vladimir Smicer inserito al posto di Harry Kewell. L’inglese di Rafa non era come quello di ora, così quando cambiava un giocatore all’intervallo diceva “doccia”. Lo disse a Djimi Traorè, così lui si spogliò ed andò a farsi la doccia. Quindi, il fisioterapista dice che Steve Finnan non poteva continuare, ed egli inizia a litigare perché voleva restare in campo. Finnan ed il fisioterapista litigavano, e Benitez urla a Traorè di uscire dalla doccia. Finnan quindi esplode, ma Benitez pensava che se avesse tolto Traorè, e poi si fosse trovato costretto a togliere Finnan dopo 15′, avrebbe finito i tre cambi. Quanti manager avrebbero pensato così freddamente sotto per 3-0? Cambia il sistema, passammo a tre difensori, Hamann si incollò a Kakà, e Gerrard si spostò più avanti. I cambiamenti rappresentarono la maggior parte della vittoria della Champions League”.

La notte di Istanbul

In conclusione una battuta sui festeggiamenti della notte di Istanbul: “La gente si aspetta il pandemonio, ma tu festeggi così tanto sul campo che sei prosciugato fisicamente e mentalmente. Ti siedi nello spoglioatoio, ti guardi con gli altri, specialmente in quelle partite. Festeggi di più quando vai a casa. Stai in piedi a lungo, esci per un drink, ma non vedi l’ora di tornare a letto, perché sei prosciugato. La notte dopo il ritorno a casa fu la sera da ricordate, perché andammo tutti in un bar di Liverpool fino alle 5 del mattino”.

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