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Livaja, Stevanovic, Poli, Longo, Viviano. Inter: dov’è il progetto giovani?

Il progetto “green” di Moratti vive di infinite contraddizioni. Da una parte la volontà di puntare sui giovani, dall’altra la mancanza di coerenza che oramai è diventata sistematica nella gestione del mercato nerazzurro. Livaja, Stevanovic, Destro, Poli, Viviano, Andreolli, Khrin, Longo. Sono solo alcuni nomi dei tanti prodotti del vivaio in cui l’Inter non ha mai creduto. Continuando a sbagliare.
A cura di Alessio Pediglieri
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livaja bomber atalanta

Dopo il derby contro il Milan è tornato un po' di sereno in casa Inter. L'ha fatto capire Stramaccioni facendo i complimenti agli avversari, l'ha ribadito Moratti sottolineando la prova dei propri giocatori. Eppure, la fine del tunnel sembra ancora lontana per poter sorridere da subito. Soprattutto perchè bisogna far chiarezza su quel progetto-giovani che ancor oggi sembra procedere a corrente alternata e pieno di interrogativi. Come quelli che aleggiano attorno ai nomi dei giocatori che compongono, comporranno o componevano la rosa a disposizione, tra cortocircuiti e controsensi di difficile spiegazione.
Iniziamo dall'Inter che poteva essere. E non è stata. I nomi sono tanti, forse troppi per cercare di capire le strategie dei dirigenti nerazzurri in ottica presente e futura.La 27a giornata di serie A è stata emblematica. Mentre i nerazzurri venivano umiliati nei primi 45 minuti dal Milan, con i giocatori contati, spuntati da infortuni e un calciomercato a tratti imbarazzante, altrove giovani ex nerazzurri facevano faville.

Livaja, l'anti-Milito che non c'è – A Bergamo, in Atalanta-Roma è andato a segno non una volta ma in ben due occasioni Marco Livaja, bomber cresciuto nel vivaio interista. Non solo. Più che una promessa, una certezza e garanzia, tanto che Andrea Stramaccioni in pieno mercato di riparazione invernale aveva detto più volte in conferenza stampa come il giovane attaccante fosse l'unica alternativa reale a Diego Milito (ancor prima dell'infortunio del Principe nerazzurro), sia per qualità dimostrata in campo sia per le caratteristiche tecniche.
E che per questi motivi non sarebbe arrivata nessuna altra punta. Peccato che il tecnico sia stato smentito nelle ultime ore di mercato da Branca e Ausilio, inserendo nell'affare Schelotto, proprio Livaja finito in comproprietà e parcheggiato almeno fino a fine anno a Bergamo.
Poi, visto che la sfortuna ha sempre un occhio di riguardo laddove le situazioni sono già difficili, ecco l'infortunio di Milito che lascia subito dopo gennaio l'Inter con la coperta corta in avanti, senza alternative, senza soluzioni se non un 34enne Rocchi ancora fermo ai box e qualche giovane della Primavera che lo stesso Stramaccione considera però ancora impreparato  per le grandi platee.

Stevanovic, il bomber che Mourinho non voleva vendere – A chi possa pensare che Livaja sia un caso a parte, si deve far notare come nell'ultimo weekend sia andato a segno un altro prodotto recente del vivaio nerazzurro, come Alan Stevanovic altro autentico gioiello giovane "made in Inter" andato in gol con la maglia granata nell'ultimo turno di serie A.
Classe 1991, la storia dell'attaccante serbo è particolarmente interessante in chiave progetto-giovani. In comproprietà quasi da subito con il Torino, già nel gennaio 2010 la squadra di Urbano Cairo lo aveva richiesto in prestito. Ma José Mourinho, impressionato dalle qualità del giocatore, aveva insistito perché rimanesse a Milano per poterne valutare appieno le potenzialità.
E invece? Passa in serie B alla formazione granata, poi nel marzo 2011 viene spedito in Canada (!) al Toronto per poi tornare in Italia con la maglia granata che veste tutt'ora. E tutto con l'Inter che ne mantiene la comproprietà e rinnova la compartecipazione facendo firmare a Stevanovic un contratto fino al 2015, ma che non lo richiama in casa madre.

Poli, acquistato e scaricato per strada in 10 mesi- Livaja, Stevanovic, ma anche Andrea Poli a segno contro il Chievo . Qui non siamo di fronte ad un prodotto della Cantera nerazzurra ma di uno tra i più promettenti giovani centrocampisti italiani in circolazione. Classe 1989, cresciuto calcisticamente nella Sampdoria, Poli viene richiesto ufficialmente dall'Inter nell'agosto del 2011 quando arriva in nerazzurro con un accordo di prestito con obbligo di riscatto e firma un contratto di 5 anni. Per il 24enne centrocampista, l'avventura nerazzurra durerà solo 10 mesi dove ha però l'occasione di mettersi in mostra malgrado un brutto infortunio, tagliando il traguardo delle 100 presenze in serie A e debuttando anche in Champions League.
Ma, inspiegabilmente anche in vista del tanto decantato progetto di rinnovamento, a giugno 2012 l'Inter si rifiuta di ottemperare all'accordo preso col club blucerchiato e il giocatore, rispedendo di fatto Poli al mittente. Dopo settimane di tensioni e polemiche, Poli tornerà alla Sampdoria dove gioca attualmente e dove anche lui è andato a segno la scorsa domenica.

Longo, Destro, Viviano: giovani senza un futuro nerazzurro – Tutte storie parallele con un unico denominatore unico: la giovane età, giocatori di gran talento e prospettiva oramai affermata, la formazione calcistica nell'Inter e il rifiuto della società nerazzurra nel credere e puntare su di loro.
Così come altri nomi più o meno importanti di giovani giocatori che ormai si stanno affermando nel panorama nazionale ed europeo.
Come Samuele Longo, altro prodotto nerazzurro, altra punta di livello, giovane (classe '92) la cui carriera rischia di essere una ‘millemiglia' infinita: nel 2009 l'Inter ha l'intuizione di prelevarlo da Treviso dove è cresciuto calcisticamente, lo inserisce in Primavera, vince con lui in attacco il Campionato europeo tra club formati da giovani (la NextGen Series con Stramaccioni allenatore), poi nel 2010 va a Piacenza, torna all'Inter il tempo di altre trattative e nel 2011 vola nella Genova rossoblù, per poi tornare in casa madre e ripartire nel 2012 alla volta della Spagna tra le fila dell'Espanyol. Mentre diventa un punto fisso prima dell'Under19, poi dell'Under20 e debutta anche in Under21.
E la lista sarebbe ancora molto lunga, con Mattia Destro cresciuto proprio nella trafila nerazzurra e poi esploso a Siena divenendo l'anno passato vero colpo di mercato (romanista).
Emiliano Viviano, portiere tra i più affermati in Italia, sul quale l'Inter mette gli occhi nel 2009 quando in tempi non sospetti, a solo 24 anni, giocava – e bene – nel Brescia, bruciando le avversarie. Comproprietà rinnovata col Bologna che nel 2011 sbaglia la cifra alle buste e lo ‘regala' all'Inter. Che però non sa che farsene e se ne disfa rifilandolo alla Fiorentina visto il desiderio di Viviano di giocare titolare e la voglia nerazzurra di confermare Julio Cesar (poi venduto da lì a 12 mesi). E poi tanti altri giovani persi cammin facendo, come Andreolli – difensore del Chievo cresciuto nell'Inter e rimesso sotto contratto per il prossimo anno – o lo sloveno Renè Khrin, prelevato nel 2007 (a soli 17 anni!) dall'Inter e mai inserito in forma stabile in prima squadra, mentre oggi fa la sua parte nel Bologna di Pioli.  O come la strana cessione di Philippe Coutinho, giovane talento brasiliano sacrificato alla causa nerazzurra a gennaio e venduto al Liverpool proprio nel momento in cui sarebbe dovuto entrare in prima squadra.

Insomma, una lista infinita che lascia molte perplessità sulla qualità del progetto-giovani nerazzurri e sulle ultime parole di Moratti:

"Cosa si aspetta adesso dopo la buona prova del derby?"

"Mi aspetto che ci sia più spazio per i giovani che abbiamo in squadra"

Abbastanza autoironico, visti i precedenti…

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