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Europeo 2016 in Francia

Leave or Remain? Il Regno Unito a Euro 2016 non ha dubbi

L’Inghilterra ha votato sull’uscita dall’Europa. Ma a Euro 2016 tutte le quattro nazionali del Regno Unito sono agli ottavi. I problemi di Hodgson. La magia dei tifosi irlandesi. Il derby Irlanda del Nord-Galles.
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Europeo 2016 in Francia

Il Regno Unito a Euro 2016 va, altro che Brexit. In Francia, hanno superato il primo turno tutte le quattro nazionali britanniche. A stare peggio, dopo le prime tre partite, è proprio l'Inghilterra di Hodgson, più preoccupato delle critiche e di un attacco senza anima che del futuro dei rapporti economici con l'Europa adesso che “Leave” ha vinto sul “Remain” al referendum. Gli euroscettici hanno indicato la Norvegia come modello di nazione in grado di mantenere ricchezza, sviluppo e legami con l'Unione senza essere parte dell'UE. Ma il ct dei Tre Leoni deve guardare ancora più su, all'Islanda. E ha almeno cinque motivi, scrive il Guardian, per preoccuparsi.

L'Islanda preoccupa – Possono affrontare il match con la libertà di chi non ha niente da perdere, tanto che Bodvardsson ha apertamente dichiarato di aver tifato da piccolo per gli inglesi ai Mondiali e agli Europei. Hanno una coppia di allenatori pacati e concentrati sull'obiettivo, Lars Lagerback e Heimir Hallgrimsson, che non sono fatti prendere da eccessi di gioia dopo lo storico successo sull'Austria. Hanno dimostrato di saper affondare decisamente bene in contropiede, non hanno mai superato il 35% di possesso palla e in tre partite hanno tirato 21 volte contro le 62 conclusioni concesse agli avversari. Si presentano con una panchina non proprio disprezzabile (il gol qualificazione è nato proprio grazie a due giocatori subentrati nel secondo tempo, l'ex Pescara Bjarnason e Traustason). In più, possono vantae un rapporto stretto con i tifosi. Erano in 10 mila allo Stade France, c'era praticamente un islandese ogni 33: quando Kari Arnason ha detto di conoscere almeno la metà di quei diecimila forse non scherzava del tutto.

Crisi Hodgson – Greg Dyke, presidente della federazione a fine mandato, non è stato certo tenero con il ct inglese. Non ha gradito soprattutto la decisione di cambiare sei uomini nella formazione titolare contro la Slovacchia. Hodgson, pur arrivando da un percorso di qualificazione brillante e da un amichevole vinta in Germania con una squadra giovane, ha dato l'impressione di voler troppo sperimentare in una fase finale che dovrebbe invece essere il consolidamento di un lavoro pregresso. Ha portato pochi difensori centrali e cinque attaccanti, ha costretto il miglior centravanti che ha a disposizione, Rooney, da trequartista e non ha mai fatto vedere il campo al playmaker Ross Barkley. Contro la Slovacchia, ha preferito Wilshere, 141 minuti in tutta la stagione con l'Arsenal, a Rooney, si è detto deluso dell'incapacità di sfruttare le occasioni ma soddisfatto di aver visto la squadra dominare gli avversari anche più del previsto in tutte le gare del girone. Però nelle ultime sette partite tra Europei e Mondiali, Hodgson ha vinto con il Galles, perso con Italia e Uruguay, pareggiato con Russia, Slovacchia e Costarica.

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Sempre la stessa storia – Sembra di rivivere lo schema dell'Inghilterra ai Mondiali nelle fasi sintetizzate in Soccernomics: parte sicura di vincere, affronta un vecchio nemico di guerra (la presenza della Russia nel girone conferma la tendenza), esce per un episodio sfortunato che può capitare solo a loro, torna a casa senza essere andata nemmeno vicina ad alzare la coppa, si trova un capro espiatorio prima di iniziare la prossima manifestazione sicura di vincere. Eliminazione a parte, il percorso iniziale non devia dalla storia. E la storia ha regalato una serie di sconfitte inattese, dal gol dello statunitense Gaetjens al Mondiale del 1950, quell'1-0 Usa che i primi increduli giornali inglesi hanno corretto in un 10-1 a favore al pareggio contro il Marocco che impedisce ai Tre Leoni di chiudere primi il girone a Messico 1986. Dalla rete di Houghton che apre l'Europeo 1988 al 2-1 della Svezia che chiude l'edizione di quattro anni dopo, la prima con Graham Taylor in panchina, fino al 3-2 della Romania a Euro 2000 e al rigore decisivo quanto doloroso di Ganea all'89' che fa da preludio alle dimissioni di Keegan.

Galles. together stronger – L'armata britannica in un grande torneo non è una novità. Al mondiale svedese del 1958 si presentarono in quattro, ma allora solo Galles e Irlanda del Nord hanno passato il turno, fermate nei quarti da Brasile e Francia. E sarà proprio il derby fra i Dragoni e la Green & White Army a decidere una delle otto quartofinaliste I gallesi si sono presi la briga e di certo il gusto di arrivare davanti all'Inghilterra e riscattare la rimonta subita a tempo quasi scaduto. “Per noi è una vittoria morale” ha detto Bale, “è sempre bello stare davanti agli inglesi. È da quando ho 16 anni che stiamo lavorando per questo. Questi sono giorni da ricordare”. Il Galles, però, non è solo la nazionale di Bale. È diventata virale l'esultanza con balletto di Joe Ledley, è un gruppo che chiede di rimanere a bersi una birra in spogliatoio dopo la vittoria sulla Russia mentre sulle tribune si sente ancora cantare “Don’t take me home, please don’t take me home” e poi organizza un barbecue con le famiglie. È una squadra che, anche grazie ai quiz dello psicologo del team sui prossimi avversari, trova modi creativi per ammazzare la noia e dimostra che “Together Stronger” non è solo un bello slogan. È un modo di essere, è la via per vincere.

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L'Irlanda del Nord se la gioca – L'Irlanda del Nord, che ha concesso solo un gol alla Germania, è passata come una delle quattro migliori terze grazie soprattutto alle parate di Michael McGovern, una carriera spesa in Scozia, nell'ultima stagione allHamilton Academical e ora senza squadra. Alcuni club di Premier si sono già fatti sentire, ha detto il suo agente alla BBC, e chissà che potrebbe succedere in caso di qualificazione ai quarti. Kyle Lafferty ci crede eccome, anche alla luce dell'1-1 di marzo. “Li conosciamo – ha detto -, sappiamo che sarà una partita difficile, hanno giocatori di classe mondiale, ma con il nostro cuore e la nostra determinazione possiamo battere chiunque”.

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L'Irlanda conquista l'Europa – I veri vincitori dell'Europeo 2016, comunque, rimangono gli irlandesi. I tifosi della Green Army hanno conquistato la Francia e non solo. Commuove anche la forza di Shane Duffy, schierato a sorpresa contro l'Italia, che aveva giocato finora solo tre amichevoli e sei anni fa, nel 2010, ha rischiato di morire per un incidente che, spiegava il professor O'Byrne, “potremmo non vedere più nei prossimi 100 anni di medicina”. Uno scontro di gioco in allenamento, un contrasto col portiere come tanti, gli provoca un'emorragia interna che impedisce l'afflusso di sangue al fegato.

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È la squadra di Brady, che ha parlato di “esperienza extra-corporea” a proposito del gol all'Italia che vale un posto negli ottavi e nella storia, “penso che tutti gli irlandesi nel mondo staranno festeggiando”. È la nazionale di Wes Hoolahan, che carica tutti in vista del sogno di rivincita contro la Francia agli ottavi. “Sarà una partita storica – ha detto -, ma non abbiamo paura di nessuno”. È la nazionale che la storia la sta scrivendo con un ct nordirlandese, Martin O'Neill, che non è mai stato più fiero di così. “E' stata una partita speciale – ha detto dopo l'1-0 all'Italia -. Ho vissuto grandi serate in carriera, ma questa è stata una partita fenomenale, una vittoria straordinaria”. La vittoria di un gruppo che conosce bene la differenza fra Leave e Remain. E con il resto del Regno Unito in Francia condivide uno stesso desiderio. Quattro assi di un colore solo, e con un sogno in comune.

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