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Le spese folli di Boateng: “In 2 anni ho speso tutto in auto, discoteche e orologi”

Il centrocampista che sta vivendo una seconda giovinezza al Las Palmas è tornato a parlare del suo passato difficile da bad boy.
A cura di Marco Beltrami
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Sta vivendo una seconda giovinezza al Las Palmas Kevin Prince Boateng. Il centrocampista ghanese ha già messo a segno 5 gol, alcuni bellissimi, riscattando così le ultime annate non esaltanti allo Schalke e al Milan. La seconda esperienza in rossonero del duttile calciatore africano non è sicuramente andata come la prima, in cui Boateng si è presentato al palcoscenico calcistico internazionale come uno dei centrocampisti più completi al mondo. In una lunga intervista a Marca, il classe 1987 si è raccontato rivelando numerosi retroscena sulla sua carriera.

Le spese folli del Boa

Il momento più bello è stato proprio quello al Milan con la vittoria dello scudetto: “Il mio miglior momento in carriera? Quando ho vinto la Serie A. E’ stato il momento più importante”. Una soddisfazione che ha ripagato Boateng dei sacrifici e del lavoro fatto per cancellare ricordi tutt’altro che positivi e momenti difficili: “Per me è stato impossibile. Da un giorno all’altro avevo così tanti soldi da poter comprare tutto. In due anni ho speso tutti i miei soldi in auto, orologi, stivali, discoteche, ristoranti e amici che in realtà non lo erano. Per uno come me, che è cresciuto in un quartiere povero e senza soldi, era pericoloso. Quando ho deciso di cambiare? Dopo i Mondiali del 2010 ha visto giocatori di livello e ho pensato che dovevo concentrarmi solo sul calcio per raggiungere quel livello. Ho deciso di cambiare la mia mentalità”.

Gli errori del passato e la fama di bad boy come Ibra

Tanti errori quelli commessi dal Boa che in campo si è guadagnato spesso la fama di bad boy che non è nient’altro a duo giudizio che una forma di protezione: “Mi sono pentito di molte cose. Essere giovani non aiuta, perché ha giocato solo il mio talento. Quello non era il modo giusto. Ora mi pento di non aver lavorato duramente in precedenza. Ma era normale in quel momento, avevo fama e denaro. Mi consideravano un bad boy? Sono nato in questo modo. È una protezione , lo fa anche per Ibrahimovic. Se si parla con Ibra dieci minuti ci si rende conto che si tratta di una persona fantastica. Quasi tutti i giocatori sono così, ad eccezione di Ronaldinho, che è sempre scherzoso. Molte persone mi dicono la stessa cosa, che sembro arrogante. Per giudicare una persona devi conoscerla”.

Le amicizie con Muntari e Ronaldinho

E a proposito di rapporti interpersonali, Boateng è tornato a parlare delle sue amicizie milanesi e in particolare quelle con Muntari e Ronaldinho: “Per le amicizie nel calcio, c’è quella con Muntari.  Ho giocato con lui a Milano e in Nazionale e posso dire che è mio amico.. Patrick Ebert anche. Lo conosco da 20 anni. Ronaldinho è il migliore, come persona e come giocatore. Il suo stile è unico. Ha giocato per Barcellona eppure a Madrid lo hanno applaudito. Tutti lo amano”.

Il razzismo nel mondo del calcio

In conclusione una battuta sul razzismo nel mondo del calcio che a suo giudizio è un fenomeno tutt’altro che superato: “Non è cambiato nulla. La cosa importante non è calcio professionistico, ma la gente di tutti i giorni. Il razzismo non è bianco contro il nero. Ogni giorno c’è il razzismo in tutto il mondo, dalla razza, dalla religione, dall’odio”.

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