Lazio, maglia nera in Europa. Le Monde: “Come la milizia fascista”

"Quella maglia ricorda le squadre fasciste". La scelta della Lazio di adottare la tenuta total-black, con tanto di aquila (simbolo del club capitolino) stampata sulla divisa ha scatenato la reazione piccata, velenosa da parte dei media francesi. "Giocheranno in camicia nera", titola il quotidiano Le Monde che, con ironia pungente, fa riferimento a Paolo Di Canio e alla sua ‘nostalgia' (di campo e per il ‘manganello') per il regime di Mussolini, a quel saluto romano col braccio teso verso la Curva dei tifosi biancocelesti. "Magari tornerà di nuovo in campo – scrive ancora il giornale transalpino -. Chissà… quella divisa gli farà venire di nuovo la voglia di calzare le scarpette". Idolo del popolo della Nord, l'ex calciatore ha indossato la maglia della Lazio dal 1985 al 1990 e poi per altre due stagioni dal 2004 al 2006.
Eppure il colore nero sembra rappresentare il trend del momento: in Francia è lo stesso Paris Saint-Germain ad aver scelto questa sfumatura per la livrea sfoggiata in Champions League; in Italia, sia pure con finiture color oro, è la Juventus ad aver calzato un completo del genere che ha portato fortuna nella trasferta inglese grazie alla vittoria sul City. Su Twitter, l'eco delle polemiche ha portato molti utenti a rispolverare la Germania hitleriana: "Divisa da Terzo Reich", hanno scritto in molti sul Social Netowrk.
Perché tanto clamore? La risposta è soprattutto nella pessima reputazione di cui godono anche a livello europeo i tifosi neofascisti della Lazio: dalle ammende scaturite per gli slogan razzisti (in particolare nella sfida di qualche anno fa contro il Totteham) fino all'aggressione degli stessi tifosi Spurs accolti al grido di ‘Juden Tottenham', senza dimenticare il saluto romano fatto da Radu proprio davanti alla Curva Nord dopo una partita con il Napoli. Cori nostalgici riferiti al Ventennio, il verso della scimmia usato per offendere calciatori di colore, l'omaggio alla Tigre Arkan, il serbo condannato per crimini contro l'umanità dal Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia: pure questo annovera Le Monde nel recensire negativamente quella casacca che – conclude – "richiama le camicie nere della milizia fascista".