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Lazio, il flop di Felipe Anderson: il fenomeno diventato normale

Il brasiliano in questo periodo, l’anno scorso, si dimostrò determinante permettendo alla Lazio di vincere 13 delle 16 gare conclusive e andando a segno per il 60% dei gol complessivi dei capitolini. Oggi è un giocatore spaesato, tra panchine e sostituzioni, con soli 5 gol e 2 assist.
A cura di Alessio Pediglieri
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Doveva essere il crack della Lazio per questa stagione: Pioli ha puntato molto su di lui, Lotito anche, i compagni lo attendevano per volare, i tifosi per sognare alla grande. E invece Felipe Anderson, dopo la scorsa stagione in cui ha dato segni incoraggianti di crescita, con i suoi gol e le sue giocate sempre più decisive, quest'anno si è improvvisamente spento. Senza dar più segnali di risveglio. Un problema serio per un giocatore giovanissimo e dal talento cristallino che però difetta di continuità. Per la rabbia di Pioli che pretendeva maggior rendimento in attacco e una classifica differente per la sua squadra e per Lotito che non disdegna mai un occhio alla rivalutazione dei propri campioni in ottica mercato.

Una stagione negativa, fatta eccezione per 32 giorni in cui Felipe Anderson è sembrato sulla strada giusta per tornare decisivo. In quel ‘mese magico'  ha messo a segno 5 gol e 2 assist in 7 partite tra metà settembre e metà ottobre. Poi, il black out. Ol brasiliano è tornato apatico, indolente e tra panchine e sostituzioni il giocatore ha perso sicurezza. E Lotito soldi perché un anno fa, il rendimento in ascesa gli aveva permesso di quintuplicare il valore del suo cartellino a suon di gol, assist e giocate di alto livello.

Oggi quel Felipe non c'è più. Di questi tempi un anno fa era decisivo: dal 2 dicembre al 12 aprile 2015, nelle 16 partite giocate dall'ex Santos in quel periodo, la Lazio ha vinto 12 volte, pareggiato 3 e perso solo in un'occasione. Felipe Anderson eroe laziale e beniamino dei tifosi, con 11 gol e 10 assist, entrando nel 60% delle 35 reti complessive segnate dalla Lazio in quelle 16 gare. Ottimi presupposti per sfondare in questa stagione dove invece non è più ritrovato.

Chi lo conosce bene sa di un carattere fragile, emotivo, che ha bisogno di tranquillità, cosa che a Roma è praticamente impossibile cullare: "Mi piace giocare alla Lazio, qui sono felice", ha provato a rispondere il giocatore, confermando la voglia di continuare con la maglia laziale: "Quando ho avuto la possibilità di venire alla Lazio non ci ho pensato molto. Metto sempre tutto l'impegno possibile, ogni volta che non riesco a fare bene torno a casa e mi dico che devo fare di più e migliorare".

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