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La storia di Izzo: da Scampia al Torino del maestro Mazzarri e ora l’Italia di Mancini

Armando Izzo, classe 1992, 27 anni, è uno dei tanti volti nuovi della nuova Italia del ct Roberto Mancini. La sua storia parte da Scampia, da lì inizia il suo sogno di sfondare nel mondo del calcio. Prima la chiamata del Napoli e poi l’esplosione tra Avellino e Genoa prima della consacrazione al Torino voluto fortemente dal suo grande maestro Walter Mazzarri.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Una storia di coraggio, determinazione e voglia di emergere da quello che sembrava essere un futuro già scritto per la sua vita. Armando Izzo, jolly difensivo cresciuto nel Napoli ed esploso nel Genoa, dove è stato anche capitano, oggi al Torino di Mazzarri è diventato una vera e propria bandiera della curva granata. Le sue prestazioni, i gol e quella grande voglia di mostrare con forza e tenacia le sue qualità in campo, hanno messo in evidenza il carattere di questo ragazzo che oggi può esultare per quella convocazione che Mancini, il ct della Nazionale italiana, gli ha regalato per le due sfide valide per le qualificazioni ai prossimi Europei 2020. Già, perchè quella di Izzo, è una storia davvero particolare. Il difensore acquistato dal Toro per 10 milioni, non ha mai nascosto la sua burrascosa infanzia difficile tra i palazzi di Scampia e la vicenda per un presunto coinvolgimento in un caso di calcioscommesse. La scomparsa del papà quando aveva ancora 10 anni e il sogno della mamma che vide il futuro del piccolo Armando nel mondo del calcio. E allora scopriamo meglio chi è Armando Izzo e la sua incredibile storia.

Gli inizi di una carriera iniziata in sordina

La storia di Armando non è come tutte le altre. E’ il primo di tre figli di una famiglia povera, Izzo nasce e cresce in una delle periferie più pericolose d’Italia, quella di Scampia, alle porte di Napoli. Armando perde il papà a dieci anni, e diventa di fatto il capofamiglia, con il serio pericolo di finire in percorsi di vita sbagliati e prendere strade pericolose per il suo futuro. “Saremmo finiti in braccio alla camorra” raccontò Izzo tempo fa in un’intervista, definendo un ‘miracolo’ il suo successo col calcio, in un cammino che di fatto ha salvato sia lui che la sua famiglia dalla criminalità organizzata.

La mia Napoli 💙

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Il talento di Armando e tangibile e fin da subito comincia a ritagliarsi i suoi spazi: dai dilettanti dell’Arci Scampia arriva alle giovanili del Napoli e di lì inizia la sua carriera che poi lo porterà a essere uno dei veterani della Serie A che oggi lo sta consacrando come uno dei difensori emergenti più interessanti nel panorama calcistico italiano.

Il sogno Napoli che gli spalanca le porte del calcio

Armando Izzo è cresciuto sull’asfalto di Scampia, alla periferia di Napoli e ha imparato subito a capire quali fossero le vere priorità della vita. È diventato adulto in fretta. La sua storia ha inizio da un campetto di periferia quando si palesò Giuseppe Santoro, che oggi è il team manager del Torino e che all’epoca era il responsabile del settore giovanile del Napoli. Izzo giocava con la scuola calcio Arci Scampia, Santoro vide in quel bambino un’enorme potenzialità.

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“Avevo deciso di lasciare il calcio per aiutare mia madre, nessuno ci aiutava e sono andato a lavorare, portavo l’acqua per le case di Scampia, dopo sono tornato a giocare solo perché il Napoli ha insistito chiamandomi più volte – raccontò Izzo -. È quella è stata la sua fortuna perchè con il Napoli fu un percorso di crescita continuo dal 2006 al 2011, fino all’incrocio con Mazzarri (quando Izzo era in Primavera) che gli fece assaggiare l’aria della prima squadra. Ma il club non volle aspettarlo e lo lasciò andare via un po’ troppo presto.

Triestina, Avellino e la consacrazione al Genoa

Nella stagione 2011/2012, il sogno azzurro di Izzo comincia a prendere un’altra direzione, verso Trieste, dove il difensore inizia la sua prima esperienza in prestito lontano dalla Campania. Con la squadra friulana, impegnata nell’allora campionato di Lega Pro, Izzo accumulò 16 presenze (compresa la Coppa Italia), prima di passare poi, da gennaio dello stesso anno, all’Avellino, nel girone B, sempre di Lega Pro. Con i biancoverdi Izzo riuscì a conquistare la Serie B da protagonista mettendo insieme 64 presenze e 2 gol realizzati in 2 stagioni e mezzo.

La carriera e il rendimento attuale di Armando Izzo (Transfermarkt)
La carriera e il rendimento attuale di Armando Izzo (Transfermarkt)

Fino al 2014/2015 quando il Genoa investì su di lui e cominciò a credere fortemente al temperamento e alla tenacia di questo ragazzo. Un giocatore che non sentì per niente l’impatto con la Serie A e che fino al 2016/2017 fu uno dei pilastri della difesa rossoblù, fino alla stagione 2017/2018 (mettendo insieme in totale 101 presenze in Liguria) quando qualcosa si interruppe bruscamente per via di una brutta vicenda di calcioscommesse. Squalificato fino al 30 settembre 2017, il 15 ottobre Izzo scese in campo per la prima volta in stagione contro il Cagliari. Ma che successe davvero?

La vicenda che lo ha coinvolto nel calcioscommesse

Era il 26 maggio del 2016 quando la DDA di Napoli inserì Izzo tra gli indagati con l’accusa di “partecipazione esterna in associazione mafiosa“. Izzo fu definito come “tramite” per la combine di Modena-Avellino (1-0) del 17 marzo 2014 e di Avellino-Reggina (3-0) del 25 maggio 2014 (partite a cui per altro Izzo non aveva neanche partecipato). E allora ecco che il 12 aprile 2017 arrivò la prima sentenza, ma solo della giustizia sportiva: 18 mesi di squalifica e 50.000 euro di ammenda per non aver denunciato la combine, squalifica poi ridotta il 19 maggio a 6 mesi.

Il 12 marzo 2018 Izzo viene poi rinviato a giudizio e il giocatore, convinto della sua innocenza, scelse il rito ordinario, al contrario dei suoi due ex colleghi ai tempi dell’Avellino Pini e Millesi, che invece optarono per quello abbreviato per ottenere una riduzione della pena. Una brutta storia che però non ha mai messo in discussione la bontà e la genuinità di questo ragazzo, che oltre alle sue doti tecniche in campo, ha sempre mostrato grande serietà.

La rinascita al Torino con il maestro Mazzarri e ora la Nazionale italiana

Il Torino non ha badato a spese quando l’estate scorsa ha deciso di investire ben 10 milioni pur di acquistare Armando Izzo dal Genoa. A queste cifre il presidente Preziosi non ha potuto batter ciglio e così ecco che quel giovane ragazzo venuto da Scampia, approda in Piemonte, nella Torino granata. Qui, Izzo ritrova un suo grande maestro, quel Mazzarri che già ai tempi del Napoli lo faceva allenare con la prima squadra e aveva grande considerazione di lui.

Mazzarri, raccontò Izzo, quando lo portò in ritiro vide che Izzo correva con le scarpe tre numeri più grandi, e così diede dei soldi al massaggiatore dicendogli di accompagnarlo in paese per comprarsi le scarpe che preferivo. Un gesto che vale più di mille parole. Izzo non ha esitato un attimo quando ha saputo che sarebbe andato a giocare con lui che oggi gli ha già consentito di realizzare ben 4 gol in Serie A in 27 presenze (l’ultimo domenica scorsa contro il Bologna senza contare quello che è costato all’Inter un brutto ko).

@azzurri #coverciano🇮🇹😄

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E adesso la convocazione nella nuova Nazionale di Mancini pronta a riscattarsi dopo la debacle Mondiale. Izzo è pronto a trainare il nuovo corso azzurro, con l’entusiasmo di chi sa di aver dovuto fare tanta strada per arrivare fin lì, ma con la consapevolezza di esserlo guadagnato giorno dopo giorno.

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