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Toro ecco Izzo: lo scugnizzo si racconta, dalla morte del padre agli anni duri di Scampia

Dopo quattro stagioni trascorse con la maglia del Genoa, quest’estate è passato al Torino dove ha ritrovato Mazzarri e scoperto il cuore Toro: “La sofferenza che ho vissuto mi ha insegnato a reagire. Ho perso il papà da piccolo ma lo porto con me, con un tatuaggio dietro la schiena. Cosa dice? Non ti dimenticherò mai”
A cura di Alessio Pediglieri
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Giocare nel Torino Calcio è storicamente un merito e un impegno che vanno oltre lo scendere in campo per 90 minuti e provare a dare il meglio di sè. E' una ‘missione' principalmente di cuore e di spirito e poi sportiva. Perché i colori granata da sempre rappresentano più di ciò che sembrano all'esterno e quando li indossi, indossi un modo nuovo di vivere e l'approccio con il calcio.

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E' il concetto espresso senza giri di parole anche da  Armando Izzo durante la sua intervista al canale societario, Torino Channel nel format “Uno di Noi”, quando gli viene chiesto perchè abbia scelto il Torino e non altri club che pur lo hanno cercato con insistenza: "Il cuore granata ispira il mio modo di essere"

A difesa del Torino

Nato a Napoli 26 anni fa, Izzo è uno dei difensori richiesti da Walter Mazzarri per questa stagione dopo aver vestito le maglie di Triestina, Avellino e Genoa. Con i colori del Grifone, altro club storico in cui scegliere di giocare significa sposarne la filosofia, si è fatto conoscere ed apprezzare: quattro stagioni, quasi 100 presente, un paio di gol. E tanta qualità che è piaciuta alla società granata.

Mi sembra di stare qui da una vita perchè conoscevo già diversi compagni, mi hanno accolto benissimo. Sono contento e felice di vestire questa maglia.

Le scarpe regalate da Mazzarri

Izzo si è già calato nella sua nuova realtà ripagando in queste tre prime giornate la fiducia datagli, confermando di essere un duttile difensore sia a 4 sia a 3: "So che il presidente ha fatto un sacrificio per portarmi qui, voglio ripagare la fiducia sua e di tutte le persone che mi stanno intorno. Sono come il Toro, non mollo mai nemmeno io. E con Mazzarri ci conosciamo da tempo, dai tempi del Napoli quando, ancora ragazzo, mi comprò le scarpe da calcio durante il ritiro [2010] perché aveva sentito che non le avevo".

La difficile infanzia a Scampia

Oggi, a Toro, per Izzo è giunto il momento clou della propria carriera, una soddisfazione personale e personale dopo una gioventù difficile, tra le difficoltà della periferia e la perdita del padre: "Non dimentico da dove arrivo, da Scampia e tutte le sue necessità. Per me i ragazzi di Napoli saranno sempre e solo gli ‘scugnizzi' con cui sono cresciuto. Tra tante difficoltà: non auguro a nessuno di perdere il papà così presto com'è accaduto a me".

La morte del padre e la voglia di lottare

"Ho sofferto tanto, mia madre mi ha cresciuto da solo tra tantissime difficoltà. La sofferenza che ho vissuto mi ha portato a non mollare mai. Per essere qui ho fatto tanti sacrifici e non mi aspettavo di arrivare in Serie A. L’ho capito giorno dopo giorno, quali erano le mie possibilità. Mio padre? Lo porto con me, ho un tatuaggio sulla schiena dedicato a lui. Cosa dice? Non ti dimenticherò mai"

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