La ‘snobbata’ Coppa Italia può valere fino a 16 milioni di euro
Con l’ingresso delle big nella manifestazione la Coppa Italia 2017/2018 comincia a suscitare un po’ d’interesse (non tantissimo a dire il vero, se non fosse per la quasi impresa del Pordenone sul campo dell’Inter). E se dal punto di vista dei valori tecnici e dello spettacolo continua a suscitare poco appeal, essendo ancora considerata un “peso” per i club piuttosto che un trofeo da vincere, con tutti i difetti strutturali che questa possa avere può comunque portare degli introiti importanti soprattutto a quelle squadre che arrivano in fondo alla competizione che tra montepremi e incassi dal botteghino possono conquistare un discreto bottino da mettere a bilancio.
Il montepremi: 18 milioni di euro
Per quanto riguarda il montepremi che la Lega Serie A riserva alle squadre partecipanti, in base al cammino realizzato nel torneo, anche quest’anno dovrebbe avvicinarsi alla stesa cifra dello scorso anno, vale a dire intorno ai 18 milioni di euro. Soldi questi derivanti quasi esclusivamente dalla cessione dei diritti tv della manifestazione: quindi in questo caso da quelli versati dalla Rai per l’esclusiva sul territorio nazionale per il triennio 2015/2018 (23,2 milioni di euro all’anno) e quelli invece incassati dalle emittenti per trasmettere le gare della manifestazione all’estero (circa 26 milioni di euro). Da tale somma (quasi 50 milioni di euro) vanno dedotti i costi di organizzazione, il 20% (circa 10 milioni di euro) assicurato alla Lega di Serie B, e tutti gli altri oneri che portano il montepremi finale a circa il 36% del totale, pari quindi a circa 18 milioni di euro.
Per le finaliste bottino da 8 milioni
Come già detto, la suddivisione di tale montepremi tra le squadre partecipanti, avviene in rapporto al percorso fatto dalle stesse nella manifestazione. Per farci un’idea di quanto spetterà a chi arriva in fondo alla competizione basta andare a vedere quali sono stati i premi ricevuti da Juventus e Lazio, rispettivamente vincitrice e finalista, nella Coppa Italia 2016/2017. Ai bianconeri lo scorso anno è toccato un gettone da 5 milioni di euro, mentre i biancocelesti hanno incassato un bonus da 3,2 milioni di euro. Cifre che probabilmente saranno molto simili a quelle che riceveranno le due finaliste dell’attuale edizione dato il montepremi quasi identico.
Incasso da botteghino: come si divide?
Oltre al montepremi però le casse delle squadre partecipanti alla manifestazione godranno anche dei ricavi provenienti dalla biglietteria. Infatti, “l’incasso lordo da biglietteria (esclusi gli abbonamenti che comprendano anche gare di altre competizioni) delle gare della Competizione ad eccezione della finale, dedotti gli oneri fiscali e le spese di affitto del campo e di organizzazione forfettariamente liquidate nel 10% dell’incasso netto, è suddiviso al 50% fra le due società in gara”, così come ha stabilito la Lega Serie A nel redigere il regolamento della Coppa Italia. Ovviamente, maggiore sarà l’appeal della partita maggiore sarà l’incasso che i due club si divideranno (sicuramente il derby di Milano nei quarti di finale, attirerà allo stadio più spettatori di quanto fatto da Cagliari – Pordenone nei sedicesimi di finale), e di conseguenza, con l’attuale formula, più big entrano in gioco, maggiore sarà il ricavo dalla biglietteria.
Regole diverse per la finale
Spartizione diversa invece per quanto riguarda l’incasso della finale che si svolge all’Olimpico di Roma: «l’incasso lordo da biglietteria della finale della Competizione, al netto dell’aggio della concessionaria del servizio e dedotti gli oneri fiscali e le spese di affitto del campo e di organizzazione forfettariamente liquidate nel 10% dell’incasso netto, è suddiviso come segue: 45% a ciascuna delle due società in gara; 10% all’organizzatrice della Competizione».
Chi arriva in fondo può incassare oltre i 2,5 milioni di euro
Dunque, quanto può incassare dal botteghino chi arriva in fondo alla competizione? Per fare una stima abbastanza attendibile prendiamo in esame sempre quanto incassato dalla vincitrice Juventus la scorsa stagione. La società piemontese prima di arrivare alla finale contro i biancocelesti (incasso al botteghino da 3,5 milioni di euro) ha affrontato nell’ordine Atalanta (429.555 euro), Milan (755.231 euro) e due volte il Napoli nella semifinale di andata (906.042 euro) e in quella di ritorno (646.226 euro). Facendo dunque i conti i bianconeri hanno incassato 193 mila euro dalla gara contro gli orobici, 340 mila euro da quella con i rossoneri, 408 mila euro e 291 mila euro dalle due partite con i partenopei, e 1 milione 417 mila euro, per un totale di circa 2 milioni 650 mila euro.
Qualificazione alla Supercoppa Italiana: altri 2,5 milioni di euro
Ai potenziali introiti derivanti dalla spartizione del montepremi e dalla biglietteria si aggiungono anche gli introiti derivanti dalla Supercoppa Italiana alla quale si qualifica di diritto la vincitrice della Coppa Italia o, qualora questa coincidesse con la vincitrice dello Scudetto, la finalista perdente. Senza entrare troppo nel dettaglio dunque a quanto già incassato durante la manifestazione si potrebbero aggiungere i circa 2,5 milioni di euro spettanti ad entrambe le partecipanti alla Supercoppa. Portando dunque così il valore economico potenziale di una vittoria in Coppa Italia a circa 10 milioni di euro.
Accesso all’Europa League: altri 6 milioni garantiti
Valore che potrebbe aumentare qualora la squadra vincitrice della coppa nazionale non sia riuscita a qualificarsi alle coppe europee tramite la posizione finale in campionato e acceda dunque alla fase a gironi dell’Europa League in quanto vincitrice della Coppa Italia. In questo caso al valore economico potenziale della Coppa Italia si aggiungerebbero anche almeno 6 milioni di euro, ossia la quota minima garantita a chi prende parte alla fase a gironi della seconda competizione per club più prestigiosa del Vecchio Continente dopo la Champions League. Qualora si verificasse ciò dunque il valore economico della Coppa Italia per un singolo club può arrivare addirittura a superare i 16 milioni di euro. Niente male, per quella che è comunque considerata una “coppetta”.