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La serie A è il terzo campionato più ricco del mondo

In serie A un calciatore guadagna in media 1,6 milioni, quasi la metà che in Premier League. I più pagati sono De Rossi e Pogba. Eppure la media spettatori non raggiunge i 24 mila nel 2013. Cosa manca per avvicinare l’appeal del campionato inglese o della Bundesliga?
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C'è la crisi. Sette squadre sono senza sponsor. Gli stadi sono vecchi. Ma la serie A rimane pur sempre il terzo campionato più remunerativo per i calciatori (1,6 milioni), davanti anche alla Liga (1,5 milioni) e alla Ligue 1 (1,2 milioni), come emerge dai risultati di uno studio di Sporting Intelligence su 34 campionati di tutti i cinque continenti pubblicato sul Daily Mail. La Premier League rimane il più bello e il più richiesto del mondo. Una delle ragioni è presto individuata. Perché in media un calciatore guadagna 2,9 milioni di euro l'anno, il 60% in più della Bundesliga. E in Championships, la seconda divisione, l'ingaggio medio supera i 600 mila euro, più della serie A portoghese, dell'Eredivisie olandese, della Primera Division argentina o della Major League Soccer dove sbarcherà Frankie Lampard per i New York City dello sceicco Mansour. Solo in altri due campionati l'ingaggio medio supera i 600 mila euro, in Russia, dove però non hanno più i soldi per pagare Capello, e in Brasile.

Ingaggi – In Premier League giocano 112 giocatori che hanno partecipato al Mondiale in Brasile, più che in qualsiasi altro campionato nel mondo. E quest'anno si è aggiunto Angel Di Maria, costato al Manchester United 78 milioni di euro, arrivati in gran parte dal mega contratto di sponsorizzazione con Adidas. Queste cifre, al netto delle differenze tra le situazioni delle singole squadre che nelle medie si perdono, si spiegano con il sistema di redistribuzione delle risorse che consente ai club di ricavare dalla Premier League non meno di 75 milioni di euro grazie ai contratti per i diritti tv da 1,2 miliardi con Sky e BT, divisi per metà in parti uguali tra le 20 squadre e per metà in base a bacino d'utenza e risultati dell'ultimo campionato, e ai 900 milioni dai diritti esteri divisi equamente fra i 20 club. La Bundesliga è spinta al secondo posto dall'effetto Bayern Monaco, che si può permettere di pagare 12 milioni a Lahm, Ribery e Gotze e 10 a Neuer, Schweinsteiger e Muller.

In serie A si va dai 118 milioni del monte ingaggi della Juventus agli 11 del Cesena. Solo Pogba e De Rossi (i più pagati, 6,5 milioni), Higuain (5,5), Mario Gomez (4,25), Tevez (4.5), Buffon (4), Vidal (4), Torres (4) e Mexes (4) superano i 4 milioni l'anno. E queste prime giornate hanno dimostrato, al di là dell'esonero di Mazzarri, quanto Sampdoria e Genoa (56 milioni di monte ingaggi complessivo) abbiano saputo spendere i propri soldi molto meglio di Milan e Inter. Dati che spiegano quasi da soli l'umiliante 7-1 del Bayern all'Olimpico in Champions, e le difficoltà delle italiane in Europa. In Italia, almeno, la sperequazione non è così evidente come in Francia, dove il Paris Saint-Germain gode di un budget di 490 milioni, il triplo del Monaco smobilitato dal fair play finanziario, e può permettersi di avere in squadra i quattro giocatori più pagati di Francia (Ibrahimovic, 18 milioni, Thiago Silva, 15, Matuidi, 12, e Cavani, 10). O in Spagna. La Liga, come rivela Marca, è in realtà l'unione di due campionati. Barcellona e Real Madrid fanno corsa a sé, con ingaggi rispettivamente per 348 e 328 milioni. I blaugrana hanno perso la prima sfida diretta, il primo Clasico della stagione, la gara d'esordio di Luis Suarez, il calciatore più pagato al mondo nel mercato estivo. Ed è ancora più incredibile pensare all'impresa dell'Atletico Madrid, capace di vincere lo scudetto l'anno scorso davanti alle regine di Spagna e di arrivare a qualche minuti dal sottrarre al Real la Champions League, con un budget che supera di poco i 100 milioni. Con nove squadre dal monte ingaggi inferiore ai 20 milioni, l'imposizione di limiti, di un salary cap appoggiato anche dal Barcellona, è pressoché inevitabile.

Domanda di giocatori – L'Inghilterra è anche il maggior importatore di calciatori nel mercato estivo 2014. Il 44% dei soldi spesi per comprare giocatori all'estero arriva da lì (724 milioni a fronte di 250 milioni arrivati dall'estero per i calciatori della Premier League, su tutti Suarez e David Luiz, il trasferimento più costoso della Ligue 1). La Francia, con 193 calciatori cresciuti nei vivai nazionali, è diventato il principale esportatore di talenti in Europa, con un surplus di 100 milioni nella finestra estiva di calciomercato. Curiosamente la Bundesliga tedesca, nonostante il titolo mondiale, ha un deficit di 70 milioni di euro, ovvero ha speso per acquistare più di quanto abbia incassato dall'estero. È il secondo “deficit” più alto nel calcio mondiale dopo la Premier League e davanti alla Cina, in cui spicca il Guangzhou di Lippi che ha speso 5 milioni per avere Gilardino dal Genoa.

Gol e spettacolo – Dal punto di vista del gioco, il numero di gol è sempre stato considerato un indicatore utile per misurare l'appeal del campionato. È in nome della bassa media di reti realizzate che è stata via via modificata la regola del fuorigioco, un'innovazione che ha portato Chapman a inventare il Sistema, contrapposto poi al Metodo. Eppure non basta del tutto, perché la Premier League, il campionato più seguito al mondo, con 2.77 gol a partita è solo decima nella classifica dei campionati in cui si segna di più. E nelle prime 10 posizioni, delle leghe che compongono il Big 5 c'è solo la Bundesliga, terza con 3,16 reti di media. Solo in Austria (3,21) e Olanda (3,20) si segna di più, e in nessun altro campionato la media supera i 3 gol a partita. La serie A è al 15mo posto con 2,72. Però aiuta a capire il comportamento dei tifosi.

Il pubblico – Sono tre gli aspetti principali che determinano la domanda individuale di calcio: sportivo (le qualità atletiche dei giocatori), tecnico (le giocate individuali), tattico (apprezzato dai più esperti). Messi insieme, moltiplicano gli effetti sullo spettatore: l'appassionato infatti riesce a godere dei dettagli sportivi, tecnici e tattici combinati assieme più di quanto riuscirebbe a godere di ciascun singolo lato del gioco. Ma alla base di tutto, chi guarda una partita deve volersi emozionare. L’emozione è anche un moltiplicatore della percezione complessiva, e l'emozione intorno a cui il calcio ruota è il gol. Nell'anno solare 2013, una media di 42.609 spettatori ha assistito alle partite di Bundesliga: è la più alta al mondo. In tutto lo sport professionistico, solo l'NFL attira più spettatori in rapporto agli incontri disputati. In termini di valori assoluti, però, la Premier League resta il campionato più visto, con 13,94 milioni di spettatori totali, 36.695 per match. Nella graduatoria dei 20 club con il più vasto seguito, otto sono tedeschi e cinque inglesi. E non può essere un caso. Gli 80.520 spettatori che hanno assistito in media alle gare casalinghe del Borussia Dortmund non li batte nessuno. Al secondo posto, i 75.530 del Manchester United. Solo Barcellona e Real Madrid compaiono in top-20 tra le squadre della Liga, con un seguito di 71.120 e 69.988 spettatori. Della serie A c'è solo l'Inter, con 46.551), che guida anche la classifica per la stagione 2013-2014. E qui la differenza con il resto d'Europa si vede. La media spettatori della serie A, comunque al quarto posto nel 2013, non raggiunge le 24 mila unità. Dietro l'Inter, solo Napoli, Roma e Milan, seppur solo per poche centinaia di spettatori, superano quota 40 mila. Dunque, non tutto è da buttare in Italia. Ma per non perdere ancora terreno è indispensabile una legge sugli stadi che favorisca gli impianti di proprietà e una diversa redistribuzione dei proventi dei diritti tv per aumentare effetto sorpresa e competitive balance.

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