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La Serie A boccia la Super Champions, solo la Juventus vota a favore

La nuova formula della Champions League “non s’ha da fare”. La Lega Serie A ha bocciato la proposta di riforma del sistema delle coppe europee proposta dall’Uefa sulla scia delle idee dell’ECA, l’Associazione dei Club Europei sotto la presidenza di Andrea Agnelli. Anche l’Italia dunque si allinea agli altri top campionati europei (Premier, Bundesliga, Liga e Ligue 1) dimostrando di non gradire il progetto della “Super Champions”.
A cura di Marco Beltrami
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La nuova formula della Champions League "non s'ha da fare". La Lega Serie A ha bocciato la proposta di riforma del sistema delle coppe europee proposta dall'Uefa sulla scia delle idee dell'ECA, l'Associazione dei Club Europei sotto la presidenza di Andrea Agnelli. Anche l'Italia dunque si allinea agli altri top campionati europei (Premier, Bundesliga, Liga e Ligue 1) dimostrando di non gradire il progetto della "Super Champions".

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La Lega Serie A boccia la riforma delle Coppe europee

Il progetto della Super Champions è stato dunque bocciato dalla Lega Serie A. I club del massimo campionato di calcio italiano hanno bocciato la proposta di riforma delle coppe europee proposta dall'Uefa, allineandosi così agli altri principali campionati continentali (Premier, Bundesliga, Liga e Ligue 1) che l'avevano già respinta in precedenza. Una situazione già anticipata dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori che nei giorni scorsi avevano manifestato tutta la perplessità nei confronti della Super Champions. La delibera che esprime la posizione critica della Lega Serie A è stata approvata a larga maggioranza, con il solo voto contrario del presidente della Juventus, Andrea Agnelli (numero 1 dell'ECA) e quattro astenuti (Roma, Fiorentina, Milan e Inter).

Il format della nuova Super Champions

Il nuovo format delle coppe europee dunque non convince i club della massima serie. Tanti i punti non graditi, a partire da quello relativo all'orario dei match che dovrebbero svolgersi nel fine settimane con buona pace dei campionati nazionali, spostati poi nel turno infrasettimanale. Le società della Serie A come quelle degli altri top campionati sembrano nutrire grandi perplessità anche e soprattutto sul format del torneo: 32 squadre divise in otto gironi da quattro e un meccanismo di qualificazione per l'edizione successiva che bypassa completamente o quasi i campionati nazionali. 

Perché la nuova Champions non piace ai club

Dal 2021, infatti, le coppe europee torneranno ad essere tre, destinate nel progetto dei club a rappresentare tre divisioni, con promozioni e retrocessioni: una lega sovranazionale, dunque, che si sovrappone ai singoli campionati. Dal 2024 le prime 5 di ogni girone sarebbero qualificate per l'edizione successiva, con le seste e settime a giocarsi quattro posti in un preliminare. A queste poi si aggiungerebbero le semifinaliste dell'Europa League e le quattro vincitrici di campionati che non siano già qualificate. Ovviamente sarebbero penalizzate le principali leghe europee che risulterebbero meno incisive nel discorso qualificazione con formazioni che sarebbero destinate a restare fuori nonostante super risultati. Una perplessità che si è trasformata dunque in un secco no.

Il presidente del Torino spiega il no alla Super Champions

Il presidente del Torino Cairo, a margine dell'assemblea della Lega Serie A ha spiegato i motivi del no da parte dei club italiani: "La Lega Serie A tutta è molto contraria a questa evoluzione delle competizioni europee perché non rappresenta non solo gli interessi, ma anche l'opinione pubblica abituata ad un certo tipo di campionato che ti consente di arrivare in Europa. Tutto questo è come è stato vissuto il calcio negli ultimi sessanta anni. E' una storia lunghissima che non può essere cancellata con un colpo di spugna solo perché fa bene al business. Non è giusto, abbiamo visto come la Premier League, la Ligue 1, la Liga spagnola, la Bundesliga e oggi anche la Serie A si sono espresse in modo totalmente negativo perché questa nuova competizione non va nella direzione che vorrebbero i tifosi e sarebbe una cosa sbagliata dal punto di vista della meritocrazia". 

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