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La sconfitta in Tim Cup, riapre il “casting” per la panchina rossonera

La sconfitta con la Juventus, seppur di misura e dopo una buona prestazione, ha reso ancor più traballante la panchina di Allegri che, ora, è chiamato a due miracoli per evitare l’esonero anticipato: conquistare il terzo posto e battere il Barcellona!
A cura di Alberto Pucci
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Massimiliano Allegri

Questione di centimetri – Sarebbe bastato un tiro un pochino più sbilenco, di quelli che, puntualmente, vediamo ogni domenica. Un tiraccio scoordinato che, proprio per quel motivo, probabilmente sarebbe finito dritto nell'angolino. Insomma un tiro "alla Traorè": giocatore dotato di tutto, fuorchè di un piede sopraffino alla Messi. Chissà cosa sarebbe successo se fosse entrata quella "conclusione" verso Storari e chissà come sarebbe cambiata la stagione di Allegri con una qualificazione in tasca, ai danni della squadra italiana più forte. Avrebbe fatto cambiare idea a Silvio Berlusconi che, in settimana, aveva poco elegantemente rifiutato di rispondere in merito alla panchina del mister livornese? Probabilmente, nulla sarebbe cambiato. Contro la Juventus è arrivata una sconfitta che, in realtà, ha spostato di poco le cose. Massimiliano Allegri sa già da tempo che, a giugno, non sarà più l'allenatore del Milan. Una condizione precaria con la quale il tecnico ha dimostrato, nonostante le critiche per i punti persi in campionato ed in Champions, di poterci convivere e, anzi, di poter trasformare l'onda negativa della polemica in una striscia di risultati utili che, fino alla trasferta di Roma, aveva rilanciato i suoi ragazzi. Purtroppo per lui, è proprio dalla pesante sconfitta dell'Olimpico che sono ripartiti i "siluri presidenziali" in sua direzione: critiche e punzecchiature, del suo principale "picconatore", che potrebbero destabilizzare l'ambiente nell'immediato.

L'avvocato del Diavolo – L'eliminazione dalla coppa Italia, ha lasciato l'amaro in bocca. Nonostante la partita ben giocata (si temeva una "mattanza"), ciò che verrà ricordato, e che verrà imputato soprattutto ad Allegri, sarà il risultato: dopo aver abdicato allo Scudetto, il Milan si ritrova fuori dalla Tim Cup, lontano dal terzo posto (obiettivo minimo) e lontanissimo dalla possibilità di far fuori il Barcellona nell'imminente scontro di Champions League. Una fotografia sfocata, rispetto ai colori sgargianti delle vittorie rossonere di questi ultimi anni. Un'orizzonte desolante per club, squadra e tifosi che, come al solito, s'interrogano sulla situazione e distribuiscono, nei vari Bar Sport (veri centri nevralgici dell'exit poll rossonero), le percentuali di colpa del momento milanista. Fatta la premessa che, e di questo tutti siamo concordi, senza i campioni di un tempo sarebbe dura anche per Mourinho e compagnia bella, Massimiliano Allegri, nelle ultime settimane, si è un pò tirato da solo la zappa sui piedi, con alcune decisioni incomprensibili e i soliti cambi di modulo che, sin dall'inizio, hanno sempre confuso l'undici in campo.

“ "Ho un contratto fino al 2014 e voglio rispettarlo!" ”
Massimiliano Allegri
A Torino, ad esempio, lo schieramento iniziale convinceva poco: Emanuelsson ha dimostrato di saper incidere pochissimo e Boateng di essere più utile come centrocampista aggiunto, più che da rifinitore. Inoltre Bojan Krkic e Niang, andavano forse schierati da subito. Insomma, fatta la tara alla poca qualità della rosa, alla "sfiga" che ha colpito la difesa e ad un ambiente/avversario che è, indubbiamente, il più forte, ecco che vengono fuori le percentuali di colpa del mister rossonero che, attualmente, sta anche pagando le colpe (solo sue, a quanto pare) della cessione di Andrea Pirlo.

Chi dopo di lui? – Se la strategia sul mercato (possibilmente giovani e forti come Saponara) sembra sempre più delinearsi, pare ancora nebulosa la questione che porta al cambio di panchina. Chi sarà il prossimo allenatore del Milan? Al di là dei "rumors" di mercato, per i quali tifosi e sportivi vanno pazzi, cominciano a girare le prime "nominations" sul possibile sostituto del tecnico livornese. I nomi sono tra i più disparati e "creativi": si va dalla soluzione di continuità con Mauro Tassotti, fino alla scelta "fantasia" (girava fino a qualche mese fa) con Guardiola in panchina e la coppia Baggio/Maldini al suo fianco. Si sono fatti i nomi di Van Basten, di Prandelli e Gattuso, di Landucci (attuale allenatore dei portieri) e Alessandro Nesta. E ancora, quelli di Spalletti, Donadoni, Van Bommel (?), Devis Mangia, Rijkaard e di Vincenzo Montella, attuale tecnico della Fiorentina, fortemente sponsorizzato da alcuni dirigenti ed ex giocatori. E Allegri? "Acciughino", come lo hanno sempre chiamato simpaticamente quando giocava, tira dritto senza preoccuparsi dell'aria che tira. Male che vada, lascerà Milano senza rimpianti e con la convizione di aver dato molto al Diavolo. Per lui, sempre secondo "radio mercato", si sarebbero già mosse un paio di società (Napoli? Roma?) per capire intenzioni e obiettivi futuri del "Conte Max".

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