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La previsione di Thiago Motta: “L’Inter spezzerà il dominio della Juventus”

A pochi giorni dal “Derby d’Italia”, l’ex centrocampista nerazzurro e della Nazionale italiana è tornato a parlare dell’Inter e del suo futuro: “Ho un contratto di due anni con le giovanili del PSG ma punto prima o poi ad allenare la prima squadra. Sempre che non arrivi prima un’altra offerta che mi faccia modificare questi piani”.
A cura di Alberto Pucci
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Ancora pochi giorni e l'Allianz Stadium di Torino si accenderà per Juventus-Inter: una sfida che ha sempre regalato grandi emozioni, e che non mancherà di farlo anche in questa occasione. A parlare del "Derby d'Italia", in un'intervista rilasciata alla "Gazzetta dello Sport", è stato uno degli eroi del Triplete nerazzurro: Thiago Motta.

L'ex centrocampista della Nazionale, che oggi allena i ragazzi del Paris Saint-Germain, ha analizzato il campionato italiano e l'attuale percorso in Champions League dei nerazzurri: "La Juventus non deve diventare una scusa per le altre, non vincerà per sempre – ha spiegato Thiago Motta – E credo che a interrompere questa monarchia sarà proprio l'Inter. In Europa sono invece cinque le squadre in lizza per la vittoria finale: il Barcellona, il Real Madrid, il Manchester City, il PSG e la Juventus. L'Inter non deve porsi limiti, anche se penso che possa restare una semplice sorpresa e che non possa puntare alla vittoria".

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L'ambizione di Thiago Motta

Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, l'italo-brasiliano si è dunque dedicato alle giovanili del club parigino. Una missione ambiziosa, quella dell'ex centrocampista, che punta ovviamente a salire di livello: "Ho un contratto di due anni con le giovanili del PSG ma punto prima o poi ad allenare la prima squadra. Sempre che non arrivi prima un'altra offerta che mi faccia modificare questi piani".

"Smettere di giocare è la cosa più difficile al mondo per un calciatore – ha aggiunto Thiago Motta – Ma io sono stato fortunato, perché appena chiusa la carriera sono andato subito a Coverciano e poi ho iniziato ad allenare. Non ho avuto il tempo di pensare. Ho deciso di chiudere quando ero ancora al top, dopo una stagione da titolare. Un lento trascinarsi tra campo e panchina non faceva per me. Anche perché non credete a chi sostiene di voler fare un ultimo anno in squadra, studiando da allenatore. Se ti alleni, poi vuoi giocare".

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