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La piramide di Ancelotti: sta nascendo il Napoli 2.0

Ne ciclo di amichevoli estive, Ancelotti ha disegnato una squadra che dal 4-4-2 iniziale evolve verso una sorta di 2-3-5 con le ali che stringono e i terzini che salgono. Ha sperimentato Callejon mezzala contro il Liverpool, e Fabian Ruiz seconda punta contro il Barcellona. L’evoluzione affascina, ma aumentano anche i rischi di squilibri in difesa.
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Ispirazione antica, fluidità post-moderna. Il Napoli che sembra avere in mente Ancelotti inizia a prendere forma nei preparativi agostani che anticipano la Champions. Il progetto appare decisamente ambizioso. La squadra si muove con cinque, sei uomini in fase offensiva, si raggruma nella zona del pallone per occupare gli spazi di mezzo e offrire più soluzioni al portatore di palla. Si distende con un affascinante quanto rischioso recupero della piramide di Cambridge, il modulo primigenio che ha dato i numeri e i nomi ai ruoli del calcio, il 2-3-5. Un salto in avanti, una ricerca in senso europeo. Ma per l'ultimo step, ha detto Mertens, servono ulteriori campioni in rosa.

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Un Napoli "guardioliano"

Già Guardiola aveva tentato di proporre una soluzione di questo tipo, in fase di possesso, partendo da un 4-3-3 iniziale al Bayern Monaco: un progetto tattico che Ancelotti, una volta preso il posto del catalano sulla panchina tedesca, aveva abbandonato per una visione più tradizionale del 4-3-3 mirata alla ricerca della massima ampiezza possibile nell'uscita del pallone. Da un certo punto di vista, le amichevoli contro Marsiglia, Liverpool e Barcellona suggeriscono un Napoli come ideale punto di congiunzione di quelle due esperienze.

Nell'ultimo Bayern di Guardiola, infatti, i terzini si stringevano verso il centro del campo, le mezzali avanzavano quasi da trequartisti, le ali restavano più alte e più larghe. Ancelotti aveva spostato gli equilibri e cambiato il posizionamento, con e senza palla: erano gli interni di centrocampo a stringersi nei corridoi interni, con i terzini più larghi a garantire la spinta. Un principio cui il Napoli ha continuato a obbedire nelle amichevoli di quest'estate: per cui i terzini completano la linea dei cinque davanti insieme alle punte e al più offensivo dei due centrocampisti centrali, e le ali si accentrano a proteggere il playmaker. E Manolas, che esalta il nuovo tecnico, orchestra la manovra dal basso, oltre a garantire copertura in campo aperto nell'uno contro uno.

In questa azione, nella prima delle due amichevoli contro il Barcellona, si vede la disposizione degli azzurri nella fase di uscita del pallone da dietro
In questa azione, nella prima delle due amichevoli contro il Barcellona, si vede la disposizione degli azzurri nella fase di uscita del pallone da dietro

Movimenti associativi e manovra avvolgente

La sua, comunque, non è mai stata una visione di calcio dogmatica, ripiegata sui moduli e sui numeri, ma una ricerca dell'ottimizzazione degli uomini. Ancelotti ha insistito su Insigne come ala sinistra, libero però di tagliare dentro puntare la porta, come in occasione del primo gol contro il Liverpool: un'azione “classica” da Napoli, con le due punte che si aprono e Insigne che porta palla verso l'area e tira.

L'azione del primo gol contro il Liverpool: classico movimento delle punte per allontanare i centrali avversari e allargare la visuale della porta a Insigne
L'azione del primo gol contro il Liverpool: classico movimento delle punte per allontanare i centrali avversari e allargare la visuale della porta a Insigne

La posizione stretta delle ali rimane caratterizzante anche in caso di ribaltamento dell'azione, come nella transizione lanciata dal break palla al piede di Insigne che porta al secondo gol contro i Reds: Verdi, che parte ala destra, occupa di fatto la posizione di mezzala sul lato opposto mentre le due punte Mertens e Milik si aprono a ventaglio e puntano l'area.

L'azione che porta al secondo gol contro i Reds testimonia come Ancelotti chieda alle ali di giocare stretti e porti 5-6 uomini verso la palla
L'azione che porta al secondo gol contro i Reds testimonia come Ancelotti chieda alle ali di giocare stretti e porti 5-6 uomini verso la palla

E' nella prima delle due sfide contro il Barcellona che questa ricerca offensiva si è riprodotta con maggiore evidenza tattica e visiva, anche per la scelta di una coppia d'attacco senza riferimenti, Mertens-Fabian Ruiz, che induce movimenti associativi delle ali. È anche l'amichevole di questo ciclo di preparazione in cui il Napoli ha prodotto la quota più elevata di expected goals: stando al tipo di conclusioni, e alla vicinanza dalla porta, gli azzurri avrebbero dovuto segnare 3,67 reti secondo il modello.

Nelle prime fasi della prima amichevole contro il Barcellona, si vede la costruzione avvolgente del Napoli in cui Insigne si stringe accanto a Mertens per coprire i movimenti fuori linea di Ruiz
Nelle prime fasi della prima amichevole contro il Barcellona, si vede la costruzione avvolgente del Napoli in cui Insigne si stringe accanto a Mertens per coprire i movimenti fuori linea di Ruiz

Cosa possono aggiungere Lozano e James Rodriguez

Se il Napoli manterrà, in tutto o in parte, questa configurazione avvolgente e ambiziosa, un innesto come Lozano diventerebbe un significativo valore aggiunto, non tanto e non solo perché si presenterebbe forte di una media di un gol ogni 1,77 partite nelle ultime stagioni. Può infatti giocare sulle due fasce, e già naturalmente si muove non da ala classica ma in una posizione più centrale, negli spazi di mezzo.

In più, c'è sempre il sogno James Rodriguez, che si potrebbe muovere da Madrid se il Real dovesse effettivamente acquistare Neymar. Il colombiano potrebbe aumentare la qualità sulla trequarti e dare consistenza a questo progetto tattico. Il suo acquisto potrebbe anche stimolare Ancelotti a rendere più concreta un'idea, che ha messo in pratica contro il Liverpool e in parte nella ripresa contro la Cremonese: spostare Callejon nel ruolo di mezzala.

Contro il Liverpool, Ancelotti ha sperimentato Callejon mezzala: si vede bene la posizione a supporto delle punte che lo spagnolo occupa in questa azione
Contro il Liverpool, Ancelotti ha sperimentato Callejon mezzala: si vede bene la posizione a supporto delle punte che lo spagnolo occupa in questa azione

Il pensiero, se sarà stupendo o no sarà il tempo a dirlo, è il risultato di una disposizione in base alla quale i due interni di centrocampo tendono ad allontanarsi in fase di possesso, a occupare due linee diverse. Se da un lato questo può disarticolare il centrocampo avversario quando il Napoli controlla la circolazione del pallone, dall'altra espone gli azzurri e rende più fragile la copertura alle spalle del centrocampo quando gli avversari recuperano palla e passano dalla difesa al contrattacco.

Su questa verticalizzazione del Barcellona,il Napoli si trova scoperto nel corridoio centrale alle spalle del centrocampo
Su questa verticalizzazione del Barcellona,il Napoli si trova scoperto nel corridoio centrale alle spalle del centrocampo

Squilibri difensivi

Le contro-indicazioni di una visione di gioco efficace laddove dominante nello sviluppo del gioco si sono visti nello 0-4 contro il Barcellona, che ha occupato quegli spazi alle spalle del centrocampo nel secondo tempo e rinforzato con il movimento costante dei giocatori d'attacco un vantaggio competitivo diventato impossibile da contrastare.

Anche nelle precedenti amichevoli, il Napoli in più di un'occasione si era trovato spaccato in due, comprensibilmente vista la fase di transizione e di sperimentazione di un'evoluzione tattica non già interiorizzata e memorizzata. Per compensare, la protezione della difesa in alcune situazioni è passata anche attraverso uno schiacciamento della linea del centrocampo verso la propria area di rigore, in modo da occupare con la quantità degli uomini le linee di passaggio e schermare quelle di tiro.

Contro il Liverpool, qui le due linee di difesa e centrocampo si schiacciano: a parte gli attaccanti, il resto della squadra è a ridosso dell'area. La spaccatura è evidente
Contro il Liverpool, qui le due linee di difesa e centrocampo si schiacciano: a parte gli attaccanti, il resto della squadra è a ridosso dell'area. La spaccatura è evidente

Il Napoli potrebbe ondeggiare in stagione tra le due visioni, il 4-4-2 fluido con i tagli dentro di Insigne visto l'anno scorso, con l'appoggio di Ghoulam o Mario Rui da quel lato e gli inserimenti di Fabian Ruiz, e l'evoluzione più radicale sperimentata nelle amichevoli pre-campionato. Una visione che potrebbe anche spingere verso l'acquisto di un'ulteriore prima punta per completare la rosa. L'obiettivo Icardi, intanto, torna di moda.

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