La nuova Inter di Mancini: gol e spettacolo mancano, ma si vince

"Abbiate rispetto per gli 1-0". Questo era stato il messaggio di Fabio Capello all'alba del primo primato dell'Inter dopo 5 giornate dove gli uomini di Mancini avevano fatto filotto completo riuscendo a vincerle tutte. Senza entusiasmare, senza spettacolo particolare, senza goleade, ma con un pragmatismo che ha rasentato la perfezione. E che ha entusiasmato ‘Don Fabio' che storicamente ha sempre posto il risultato davanti a qualsiasi altro parametro, fosse anche il divertire il proprio pubblico. Un po' come sottolinea anche Arrigo Sacchi che, però, è tra i primi detrattori di Mancini accusato di optare per un calcio che non piace né entusiasma compiendo quindi un peccato capitale per l'ex Ct del Milan degli Olandesi.
Chi ha ragione non si sa: Mancini è sicuramente un allenatore che è maturato negli anni e sta dimostrando di aver assorbito nel suo girovagare europeo molte lezioni, diverse, facendone tesoro e riferimento nel suo 2.0 nerazzurro dove si è completamente trasformato. In meglio. Se non nel gioco e nello spettacolo, di certo nei risultati e nella costanza di rendimento. Otto 1-0 in 14 partite significano 24 punti conquistati con il minimo dei risultati utili, sfruttando il vantaggio, difendendolo, costruendo attorno ad un solo misero gol le proprie fortune.
E' capitato al debutto, lo scorso 23 agosto quando l'avventura è iniziata vincendo 1-0 contro l'Atalanta (Jovetic); è ricapitato al 3° turno nel derby contro il Milan (Guarin), poi alla quarta a Verona in casa del Chievo (Icardi), quindi a San Siro contro il Verona alla 5a (Felipe Melo) e poi ancora: a Bologna (Icardi), contro la Roma (Medel), a Torino contro i granata (Kondogbia), infine con il Genoa ancora a San Siro (Ljajic). Otto vittorie con il minimo scarto, otto successi a porta inviolata, otto risultati che hanno confermato la difesa meno battuta del campionato.
Un filo rosso conduttore con i grandi vincenti del passato, ciò che sta costruendo oggi Mancini con la sua nuova Inter. Nulla a che vedere con quella straripante e divertente del dopo Calciopoli dove Ibrahimovic e compagni divoravano avversari a suon di gol. Oggi, si segna con il contagocce ma si sta dimostrando di avere una struttura solida e consolidata. A parte il crollo con la Fiorentina a San Siro (poker gigliato), i nerazzurri stanno dimostrandosi di una quadratura prima d'ora mai vista. Se il campionato ha visto un cambio di vetta in sei occasioni dopo solo 14 turni, è pur vero che in due di queste sia stata proprio l'Inter ad essere protagonista: alla quinta e oggi alla quattordicesima.
Con un marcia in più: senza gli impegni di Coppe, i nerazzurri potrebbero anche essere maggiormente favoriti: una gara ogni sette giorni, il tempo giusto per allenarsi e prepararsi, un minor rischio di infortuni e un'amalgama che può migliorare con maggior velocità. E poi, con sempre l'ultimo capocannoniere della serie A ancora quasi fermo al palo: quel Mauro Icardi novello capitano ma anche panchinaro, che è a quota 4 reti. Una miseria per un bomber che da sempre veleggia a doppia cifra.