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La lettera di Antonio Cassano: “Perché lascio il calcio”

Antonio Cassano ha deciso di smettere con il calcio. Un annuncio a sorpresa arrivato dopo che il calciatore di Bari vecchia aveva ripreso ad allenarsi con l’Entella e sembrava pronto ad una nuova avventura professionale. Le motivazioni del ritiro in una lettera aperta inviata al suo amico Pierluigi Pardo.
A cura di Marco Beltrami
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Ci risiamo. Dopo il clamoroso dietrofront con il Verona, Antonio Cassano concede il bis anche con l'Entella: il calciatore di Bari vecchia ha annunciato a sorpresa il suo ritiro dal calcio giocato. Una decisione sorprendente per l'ex di Roma, Real, Inter e Milan che pochi giorni fa era tornato ad allenarsi con il club ligure, con tanto di segnali positivi e assist al bacio sfoderati in amichevole. Ecco però il colpo di scena, con la lettera aperta in cui a 36 anni (li ha compiuti il 12 luglio scorso) ha spiegato i motivi che lo hanno portato a smettere con il calcio.

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Antonio Cassano si ritira dal calcio

Solo pochi giorni fa, dopo aver rifiutato la chiamata di Berlusconi e Galliani al Monza, Antonio Cassano si era accasato all'Entella. Un club che sembrava garantirgli le condizioni giuste per il ritorno in campo (garantendogli anche la possibilità di giocare vicino casa sua) e in cui il Pibe de Bari aveva già iniziato a regalare spettacolo sia in allenamento sia in amichevole  con tanto di assist deliziosi per i compagni e applausi a scena aperta dei tifosi. Ecco però il colpo di scena, con la decisione di ritirarsi dal calcio annunciata in una lettera aperta inviata all'amico Pierluigi Pardo, popolare volto noto Mediaset.

Perché Antonio Cassano si ritira, le spiegazioni in una lettera aperta

Nella lettera, Antonio Cassano ha spiegato il perché del suo ritiro dal calcio giocato, legato alla necessità di confrontarsi con altre "priorità". Queste le sue parole:

Cari amici. È arrivato il giorno, quello in cui decidi che è finita per davvero. Ringrazio il presidente Gozzi e i ragazzi dell'Entella per l'occasione che mi hanno concesso. Gli auguro tutto il meglio. In questi giorni di allenamento però ho capito che non ho più la testa per allenarmi con continuità. Per giocare a pallone servono passione e talento ma soprattutto ci vuole determinazione e io in questo momento ho altre priorità. Voglio ringraziare tutti i compagni di squadra di questi anni, gli avversari, gli allenatori e i dirigenti (sì, certo, anche quelli con cui qualche volta ho litigato). Ma soprattutto voglio salutare i tifosi, quelli dalla mia parte e anche gli avversari, perché senza di loro il calcio non esisterebbe.

Quale futuro per Antonio Cassano

Cosa farà adesso Antonio Cassano? Difficile dirlo anche se nella seconda parte della lettera in cui annuncia il suo addio al calcio, il barese si dimostra pronto a vivere quella che definisce come "il secondo tempo della sua vita": 

Il pallone mi ha dato tantissimo. Mi ha fatto conoscere persone magnifiche, grandi campioni e gente comune. Mi ha tolto dalla strada, mi ha regalato una famiglia meravigliosa e soprattutto mi ha fatto divertire da matti. Ancora oggi quando mi capita di vedere una qualsiasi partita resto ipnotizzato. È il gioco più bello che c'è. Sì, lo so, con un altro carattere avrei potuto vincere di più e giocare meglio, ma credetemi, ho vissuto comunque emozioni incredibili e oggi ho accanto a me le uniche cose che contano davvero. La mia famiglia, gli amici e zero rimpianti. Adesso comincia il secondo tempo della mia vita, sono curioso e carico di dimostrare prima di tutto a me stesso che posso fare cose belle anche senza l'aiuto dei miei piedi. Grazie a tutti, di cuore. Antonio Cassano.

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