La doppia sconfitta di Conte, contro l’Irlanda e Thiago Motta preferito a Jorginho
Se è vero che nelle prime due gare Antonio Conte ha vinto le proprie scommesse, è pur realistico sottolineare come contro l'Irlanda, nel terzo match dell'Europeo, il commissario tecnico azzurro ha mostrato anche il lato oscuro di una nazionale incompiuta. Nelle qualità tattico-tecniche ma anche nelle scelte effettuate al momento delle convocazioni. Perché Conte ha fatto bene – fino ad oggi – a puntare sui giocatori che gli avevano già garantito nel recente passato di costruirsi una qualificazione a Euro2016 tranquilla, puntando sul gruppo bianconero in difesa e sui fidi Pellè ed Eder in avanti. Ma non si comprende come mai proprio il ct si sia impuntato nel portarsi in Francia altri ‘senatori' che mai hanno convinto o sono stati in qualche modo determinanti. Come Thiago Motta, ad esempio, oggetto dell'ironia del pubblico azzurro durante le ultime amichevoli per avere sulle spalle un '10' immeritato e tra i peggiori nella sconfitta contro l'Eire.
L'insostenibile leggerezza di Thiago Motta – L'italobrasiliano in passato ha dato molto alla causa azzurra. E' stato un punto di riferimento per le geometrie a centrocampo ma senza il supporto di altri giocatori di qualità, leggasi il primo De Rossi, Marchisio e Pirlo a chiudere il cerchio in mediana, Thiago Motta si è rivelato inefficace ed inefficiente. Si sapeva, o almeno il sospetto era altissimo visto che tra le qualità del giocatore – che sono molte – non c'è certamente quella di primeggiare in velocità, passaggi di prima e verticalizzazioni improvvise. La scelta di Conte, in questo senso, è stata azzardata e fino ad oggi persa sotto ogni punto di vista. Perché il ct – malgrado le assenze di Marchisio, Montolivo e Verratti per infortunio e di Pirlo per scelta personale – aveva comunque proprio in mediana altre possibilità.
Centrocampo operaio senza dinamismo: dov'è Jorginho? – Una di queste, la migliore e la più facile era il ‘napoletano' Jorginho, anch'egli come Thiago naturalizzato italiano e pronto all'uso per questo Europeo. Magari non un titolare fisso a centrocampo ma di certo con caratteristiche più consone per dare alla squadra all'occorrenza, maggior dinamismo e vivacità in mediana. Anche perché insieme a Thiago Motta, Conte si è portato con sè il ‘fido' Sturaro, altro ‘soldatino' volenteroso ma tecnicamente e tatticamente limitato.
La rinuncia a Bonaventura – E se Jorginho, tra i migliori play dell'ultimo campionato, è rimasto a casa tra lo sconcerto generale e la delusione del giocatore e del suo entourage, a fargli compagnia è arrivato anche Jack Bonaventura, il rossonero che – malgrado la disastrosa stagione milanista – ha comunque confermato di saper remare tra i flutti. Un'altra esclusione di un giocatore di qualità e duttilità tattica. Con la scelta di avere ancora a disposizione l'esperienza di De Rossi, oramai regista basso e difensore aggiunto a dare filtro davanti all'area di rigore, quella di Thiago Motta appare una scelta se non incomprensibile, ancor oggi incompresa. Sarà compito di Conte e dell'Italia dimostrarne le ragioni. Già contro lo scontro diretto contro la Spagna.