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L’Inter spezzata in due per il dopo De Boer: Suning delegittima un’intera società

La volontà dei nuovi proprietari di pretendere un allenatore di appeal internazionale conferma la doppia anima nerazzurra che in questi mesi si è insinuata nel club. Un’imposizione che declasserebbe ruolo e autorità del Direttore Sportivo (Ausilio), del Vicepresidente (Zanetti) e del Direttore Generale (Gardini), ovvero quella classe dirigente che al contrario di Suning, in questi mesi è stata vicina alla squadra.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Giano bifronte nerazzurro non si delinea solamente in campo. Contro il Southampton l'Inter ha retto il confronto per un'ora, portandosi anche in vantaggio e difendendolo al meglio delle proprie possibilità. Poi nella ripresa è crollata, complice una tenuta fisica e mentale logorata dai recenti eventi che ha permesso ai Saints in tre minuti di pareggiare e portarsi in vantaggio nel peggiore (per i nerazzurri) dei modi: un autogol pacchiano di Nagatomo che ha spezzato il morale a chiunque. Ma l'Inter dai due volti si è vista e si sta vedendo soprattutto in società, dove da un lato c'è una ‘cordata' italiana, vicina alla squadra e presente fisicamente che ha proposto scelte tecniche precise, dall'altra l'anima proprietaria, di chi investe e ci mette i soldi (ma non la faccia) che pretende per il dopo De Boer profili più internazionali, di maggiore appeal e accattivanti.

Già tutto visto

Un dualismo che rischia di creare un solco all'interno di una società che dovrebbe pensare ancor prima del resto, alla propria compattezza per trasmetterla alla squadra. Invece, sembra che proprio a livello dirigenziale si stia delineando il vero male nerazzurro: una contrapposizione di idee e di prese di posizione che poi si palesa in campo con una squadra che non sa più da che parte andare. Per restare a Milano, è ciò che si è vissuto per diversi mesi all'interno del Milan dell'ultimo Berlusconi quando la figlia Barbara e il ‘vecchio' Galliani si sono ritrovati troppo vicini tanto da sovrapporsi e farsi battaglia a discapito dei risultati sportivi.

Il dualismo in società

Oggi, il triumvirato nerazzurro composto da Zanetti, Ausilio e Gardini spingono per una soluzione in panchina che parli italiano, conosca già bene il nostro campionato, possibilmente che goda del rispetto dei giocatori. In questo senso, la scelta di uno Stefano Pioli, appiedato dalla Lazio e già navigato allenatore di Serie A, offre le garanzie migliori. Ma la presidenza Thohir e la proprietà Suning spingono per profili più internazionali, che diano prestigio nel nome alla scelta che verrà effettuata: Marcelino, Blanc, Hiddink, Bielsa. Basta che sia un tecnico blasonato di cui se ne parli.

La strada rischiosa di Suning

E' evidente che in ogni società sportiva che si rispetti la linea tecnica dev'essere intrapresa dallo staff che se ne occupa (in questo caso Ausilio in qualità di direttore sportivo e chi ne appoggia il lavoro). Perseguire qualsiasi altra strada significherebbe delegittimare un gruppo di lavoro che comunque coinvolge anche il vicepresidente, Zanetti, e il Direttore Generale nerazzurro, Gardini, non semplici figure di ripiego. Gli stessi che in questi mesi di assenza Suning, sono almeno stati presenti fisicamente, hanno vissuto il dramma di una squadra incapace di dare risultati, hanno visto quotidianamente il logorarsi del progetto De Boer, fino all'esonero e alla conseguente scelta da adottare.

L'inizio della fine

Ciò che i nuovi proprietari cinesi stanno intraprendendo è una strada in salita, ricca di buche e tranelli. E' la stessa che porta all'imposizione dall'alto di una scelta in un ambito di cui non se ne conoscono le dinamiche. Tanto Suning può insegnare a molti come gestire a livello imprenditoriale un marchio e farlo diventare un brand di qualità, tanto deve imparare come si gestisce un gruppo sportivo. Già l'errore l'ha commesso allontanando il poco accondiscendente Mancini inserendo il prediletto De Boer, sbagliano modi e soprattutto tempi. Oggi, la proprietà ci ricasca. E perseverare nell'errore non è soltanto diabolico. In questo caso sarebbe soprattutto stupido.

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