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L’Inter e quel ‘pazzo’ Arnautovic: “Tardavo agli allenamenti, Mou mi regalò un orologio”

L’ex nerazzurro, oggi al West Ham, racconta ai tabloid alcuni aneddoti della sua esperienza con lo special one: “Arrivai 5 ore prima all’allenamento per timore di fare tardi e lui mi diede il suo orologio”.
A cura di Maurizio De Santis
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Marko Arnautovic oggi ha 28 anni e gioca nel West Ham. Ogni tanto gli capita di guardare alla sua carriera, lo fa con quel sorriso beffardo che spesso è stata fonte di guai, quell'espressione di eterna sfida al mondo che portò un giorno Mourinho a definirlo "il calciatore più pazzo che abbia mai visto". All'Inter, in quella mitica Inter del triplete targata José, non era l'unico ‘loco'… con lui c'era un certo Mario Balotelli che, quanto a talento sprecato/inespresso, pure ha gettato alle ortiche un bel po' di occasioni e adesso langue a Nizza, nella Ligue 1 francese, sperando che qualcuno – il ct Ventura – si ricordi di lui e magari lo porti al Mondiale in caso di qualificazione.

I problemi con gli allenatori e la figura dell'autorità – che non fosse quella paterna – li ha sempre avuti. Nel 2010 sempre Mou dirà di lui che "ha la mentalità di un bambino", impulsivo abbastanza da gridare – all'epoca della sua avventura a Vienna – in faccia a un poliziotto qualcosa del tipo "ma sta zitto… Guadagno così tanto che posso comprare la tua vita".

Nell'anno del trionfo nerazzurro Arnautovic fa solo da comparsa. Tra problemi d'ambientamento e un infortunio al piede accumula appena 53 minuti in campo, frutto di 3 presenze in A: 2′ contro il Chievo, 45′ contro il Siena a gennaio, infine 6 minuti ad aprile con l'Atalanta. Stop. L'Inter mette in bacheca dallo scudetto alla Champions, lui – severo ma giusto – ammette: "Non li sento miei".

Sono trascorsi sette anni da allora, da quando Mou lo mise fuori rosa. In un’intervista al Daily Mail Arnautovic ha ripercorso alcuni momenti di quell'esperienza, in particolare quelli relativi al suo rapporto con il manager portoghese che mal tollerava i suoi ritardi agli allenamenti.

Nel 2009 eravamo con l’Inter a fare la preparazione ad Abu Dhabi – si legge nell'articolo pubblicato dal tabloid -. Non mi svegliai per la colazione. Ritardo numero 1. Poi ci fu una riunione con la squadra. L’albergo era così grande e la mia camera era al 75° piano. Aspettavo l’ascensore e feci tardi per la seconda volta. La terza capitò prima del ritrovo per la partita e finii ad allenarmi da solo.

L'orologio di Mourinho. Il tecnico glielo regalò in un'occasione particolare. Terrorizzato dal ritardo, questa volta Arnautovic arrivò così in anticipo da dimenticare che l'orario dell'allenamento era fissato per il pomeriggio…

Non c’era nemmeno una macchina al centro sportivo. Mourinho però era lì con il suo staff tecnico. Quando mi vide, mi fece un applauso e disse: "Tu sei il mio uomo. Arrivi 5 ore prima all’allenamento. Ti voglio bene. Tieni, prendi il mio orologio". Quell'orologio lo conservo ancora.

Balotelli. Ultimo riferimento a Super Mario, altro calciatore dal passato nerazzurro, altro fenomeno mai esploso. Nemmeno in Inghilterra, quando Manchester City ebbe l'opportunità di mostrare al mondo intero quanto fosse forte. "Lui vuole semplicemente essere una star, il migliore, lavora molto duramente per raggiungere questo".

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